lunedì 5 gennaio 2015

Sebastian Barry, “The temporary gentleman” ed. 2014

                                   Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda            
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 FRESCO DI LETTURA

Sebastian Barry, “The temporary gentleman”
Ed. Faber&Faber, pagg. 268, Euro 12,31

    1957. Accra, Ghana. Jack McNoulty scrive la storia della sua vita. Una vita tumultuosa, piena di avvenimenti, perché gli anni in cui ha vissuto sono stati anni di grandi cambiamenti per l’Europa e per l’Irlanda. Jack McNoulty, nato a Sligo, ha visto la guerra civile in patria, si è arruolato con gli inglesi per combattere contro Hitler (decisione non facile e non compresa in patria), è stato soldato, ha lavorato come ingegnere, ha disinnescato bombe, ha fatto l’osservatore per le Nazioni Unite. Ha girato molto, è stato spesso lontano da casa: è questa una delle cause della rovina del suo matrimonio? Perché al centro di tutto il racconto di Jack McNoulty c’è lei, Mai Kirwan, la bella di Sligo negli anni ‘20, la ragazza di buona famiglia che Jack ha sposato nonostante le funeste predizioni del padre di lei, nonostante fosse quasi incomprensibile che lei, con le sue ambizioni, si innamorasse di lui. Mai Kirwan che tormenta i pensieri di Jack, che gli riappare nei momenti di splendore e di miseria.
Sligo
    “The temporary gentleman” è un libro terribile e di una tristezza infinita, come lo sono tutti i romanzi che narrano di una caduta. Prima lenta, poi inarrestabile. Che non può che concludersi con una tragedia. Noi lettori ci troviamo nella posizione di avere una doppia visuale degli avvenimenti- è Jack a raccontare, ma qualcosa nel suo racconto, una certa auto indulgenza, ci induce a distaccarci e ad avere anche una ‘nostra’ prospettiva, che non torna certo a suo favore. Suo suocero lo chiamava le buveur di Sligo. Questo dice tutto. L’alcol, la rovina degli irlandesi. L’ubriachezza tollerata dalle mogli, a volte condivisa. E’ quello che succede a Jack e Mai e, come fa osservare un medico a cui Jack si rivolge per far disintossicare Mai, come può farcela, a staccarsi dalla bottiglia, una moglie che vede il marito bere?
   
Jack ha un buon lavoro, il padre di Mai lascia loro in eredità la bella casa di Galway dove Mai è cresciuta. I soldi vanno a fiumi- lei ordina vestiti a Dublino, lui si appassiona alle corse dei cavalli. Si fa presto a chiedere prestiti alla banca, a prelevare dal sacchetto del gruzzolo accumulato negli anni che hanno passato in Africa. Finché la casa deve essere venduta, Jack e Mai tornano a vivere a Sligo, dalle stelle alle stalle. E’ questo l’inizio di tutto? O è il punto in cui la discesa verso il basso si fa ripida? Jack sa ma non vuol sapere, vede bottiglie di gin ma pensa che no, non è possibile, Mai è famosa per non toccare una goccia di alcol, ogni pretesto è buono per stare lontano da casa. Mai annega nella solitudine, con due bambine che non avrebbe mai voluto, soprattutto la piccola con i capelli rossi come il padre. Una volta Jack la sorprende mentre picchia selvaggiamente la bambina in giardino, nella neve. Eppure lascia ancora Mai da sola, ha una buona giustificazione, la guerra, l’esercito. Questa è la storia di una doppia solitudine.
   Mentre Jack scrive gli appunti dei suoi ricordi, nel 1957, veniamo a sapere che la sua presenza non è gradita ad Accra- nel suo passato c’è una vicenda di armi vendute, nel presente una ricaduta nell’ubriachezza con conseguenze di cui Jack non ricorda nulla ma che causeranno la sua fine in una sorta di giustizia poetica.
   “The temporary gentleman”, scritto da Sebastian Barry con l’eleganza di stile che lo contraddistingue, è un capitolo di una storia più ampia che coinvolge una famiglia allargata. Forse non ci facciamo caso all’inizio, ma poi qualche dettaglio, qualche nome, qualche evento particolare fanno scattare la nostra memoria e ricordiamo che ‘quel’ personaggio è già apparso, con un altro ruolo in un altro romanzo. Il che rende più intrigante la lettura, stuzzicandoci a mettere a posto le tessere del puzzle.



  

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