Voci da mondi diversi. Asia
guerra del Vietnam
FRESCO DI LETTURA
Bao Ninh, “The sorrow
of war”
Ed. Vintage, pagg. 240, Euro
9,33. Formato e-book Euro 7,11
Il dolore della guerra- le parole che
compongono il titolo del libro di Bao Ninh sono il leit motiv che scorre lungo
tutte le pagine del romanzo, sono come un’ossessione, un pianto accorato, un
incubo da cui non ci si risveglierà mai.
Kien aveva diciassette anni quando si era
arruolato nel 1965. Come avesse potuto sopravvivere, quando tutti i suoi
compagni erano morti, non lo sapeva neppure lui. Come, fino al 30 agosto 1975,
giorno della caduta di Saigon, la morte avesse oltrepassato lui con lo sguardo
per colpire l’amico sul carro armato a fianco del suo- Kien non lo sapeva. La
morte aveva iniziato a disdegnarlo il giorno stesso della sua partenza per la
guerra: Kien aveva due ore di permesso in libera uscita, a Hanoi, prima
dell’appuntamento in stazione per prendere il treno speciale che avrebbe
portato i soldati al Sud. Era andato a salutare la sua ragazza, Phuong. C’era
stato un allarme aereo, la città si era fermata. E Kien aveva perso il treno.
Era preoccupato di essere dichiarato disertore prima ancora di aver iniziato la
guerra, ma dapprima era sembrato un divertimento, cercare con ogni mezzo
possibile di raggiungere il treno insieme a Phuong che voleva stare con lui il
più a lungo possibile. Per Kien era stata una fortuna- il treno su cui sarebbe dovuto essere era stato bombardato, erano morti tutti, anche se lui avesse
veramente disertato, nessuno se ne sarebbe accorto. Per Phuong era stato un
dramma, lo scontro brutale con la crudeltà e la disumanità della guerra, la
fine dell’adolescenza, la violazione della sua femminilità.
Nel momento in cui scrive Kien ha quasi
quarant’anni, è tornato a vivere a Hanoi, i suoi genitori sono morti, Phuong
gli ha detto di dimenticarla- si prostituisce per vivere. Kien beve fino a
ubriacarsi. E scrive. Scrive per non dimenticare. Per far rivivere i morti. Per
dare un senso alla guerra. I ricordi vengono alla rinfusa, ragazzi della cui
morte ha già raccontato ritornano a vivere in pagine più avanti, la mente va
sempre più indietro, passa veloce sul passato felice di ‘prima’, dei giorni di
scuola e dell’amore scoperto con Phuong per indugiare sul tremendo viaggio del
5 agosto 1965 quando lui pensava che il sangue che scorreva tra le gambe di
Phuong fosse dovuto a una ferita. Kien non scrive solo dei suoi ricordi, ma
anche di quelli di altri veterani che incontra nei bar. Ognuno ha la sua storia
di dolore (il guidatore di carri armati va fuori di sé quando gli capita di
guidare su terreno morbido, le sue mani sul volante provano ancora la
sensazione indescrivibile data dai cingoli che maciullavano corpi umani),
ognuno aggiunge un frammento di orrore, voci umane si mescolano alle voci
confuse che si alzano dalla Giungla delle Anime Urlanti: ‘le ferite guariscono
col tempo. Ma le cicatrici psicologiche della guerra rimarranno per sempre.’ E’
una generazione perduta, la sua- riflette Kien. Perduta perché i morti non si
contano, perduta perché ha perso gli anni della giovinezza, perché ha perso
anche il futuro, oltre alla capacità di vedere la bellezza: Hanoi, così amata,
è ingrigita, non è più il luogo dell’età dell’innocenza.
Bao Ninh usa un pretesto narrativo classico per scrivere le sue memorie
di guerra. Dice di aver ricevuto il manoscritto di Kien dalla ragazza sordomuta
che abita accanto a Kien: i dolori della guerra sono stati salvati da chi non
ha voce per raccontare e tocca ora allo scrittore Bao Ninh cercare di dare un
ordine ai fogli sparsi con quelle storie messe giù alla rinfusa. Il risultato è
un libro molto bello, grondante dolore e disperazione, a tratti straziante, uno
dei pochi, anzi pochissimi, sulla guerra del Vietnam scritti da un vietnamita.
Infatti lo si trova in vendita nel Museo della Storia di Saigon dove c’è una
delle esposizioni più impressionanti, toccanti, indimenticabili tra quelle in
vista nei musei.
Grazie per l’ottima recensione. Ho letto il libro nel 1994. A tutt’ora non mi risulta sia stato tradotto in italiano. Segnalerò la sua recensione a Eva Clemente che tratta i viaggi in Vietnam presso l’organizzazione Viaggi Solidali http://www.viaggisolidali.it/
RispondiEliminaGrazie per l’ottima recensione. Ho letto il libro nel 1994. A tutt’ora non mi risulta sia stato tradotto in italiano. Segnalerò la sua recensione a Eva Clemente che tratta i viaggi in Vietnam presso l’organizzazione Viaggi Solidali http://www.viaggisolidali.it/
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