Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Antonio Manzini, “Non è stagione”
Ed. Sellerio, pagg. 315, Euro
14,00
Rocco Schiavone è sempre Rocco Schiavone.
Brusco e villano, poco rispettoso delle leggi, irascibile e sgarbato. Sempre
antipatico e però, arrivati al terzo romanzo della serie, anche sempre più
simpatico nella sua rudezza. Basta prenderlo così com’è. Anzi, ora che sappiamo
perché il suo appartamento di Aosta è così spoglio, perché non vi faccia mai
entrare nessuno, perché non passi mai una notte intera con una donna, perché il
racconto sia inframmezzato da dialoghi in corsivo con la moglie Marina- il suo
grande amore che gli ha fatto il torto di morire improvvisamente-, proviamo
affetto e rispetto per Rocco. Forse proviamo addirittura un istinto di
protezione per lui, il vicequestore (con le buone o con le cattive Rocco ci ha
insegnato che non si dice più ‘commissario’) che è stato spedito ad Aosta da
Roma per punizione. Attenzione, perché Aosta sembra sperduta ai confini del
mondo italiano, ma le lunghe dita della vendetta arrivano fin lì- lo vedremo
alla fine che ci promette un prossimo romanzo che si allaccerà a questo:
Antonio Manzini non ci può lasciare così in sospeso.
All’inizio si tratta solo di un incidente e
dovrebbe interessare solo la Polstrada: nella notte tra domenica e lunedì, nei
pressi di St. Vincent un furgone è andato fuori strada, sia il guidatore sia il
passeggero sono morti. Ma perché il furgone aveva una targa rubata? Dopo la
scena dell’incidente l’obiettivo si sposta in un qualche luogo buio dove una
ragazza di nome Chiara è legata ad una sedia, un sacco in testa che le rende difficile
respirare, un dolore in mezzo alle gambe.
Martedì: l’amica di Chiara, sostenuta
dal padre, rivela la sua preoccupazione a Rocco Schiavone. Erano andate in
discoteca insieme ai loro ragazzi. Da allora non ha più visto Chiara. Al
telefono non risponde. Sua madre dice che è dalla nonna, ma è impossibile. E
poi lei, l’amica, ha visto il cellulare di Chiara sul mobile dell’ingresso di
casa sua. Che cosa stanno nascondendo i Berguet, ricca famiglia di industriali
valdostani? Come ha fatto Pietro Berguet a risolvere i problemi che aveva con
gli operai che reclamavano quanto gli spettava? L’uomo che guidava il furgone
era stato un suo dipendente, l’altro era un rumeno: a chi aveva fatto le ultime
telefonate?
Da lunedì a venerdì: una settimana infinita mentre nevica su Aosta- no,
non è stagione, neve a maggio?-, Rocco consuma l’undicesimo e il dodicesimo
paio delle Clarks
che si ostina a calzare, Chiara lotta nel buio per liberarsi
perché non arriva nessuno a darle un goccio d’acqua, le due figure ‘macchiette’
della polizia di Aosta, D’Intino e Deruta, si coprono di ridicolo come al
solito, scatta la ricerca di un casolare isolato nella zona in cui è avvenuto
l’incidente e tutti sono chiamati in servizio. Perché Chiara potrebbe già
essere morta, perché non si può lasciar morire così una ragazza di diciotto
anni. E da Roma, ignara di tutto, arriva Adele, amica di sempre di Rocco,
fidanzata dell’amico Seba da cui vuole nascondersi in un giochetto amoroso per
spingerlo ad inseguirla. Non sa a che cosa va incontro.
E bravo Antonio Manzini. “Non è stagione”,
con il suo protagonista tormentato e ruvido, si legge con il piacere con cui si
gusta una boccata di aria fresca (della Val d’Aosta).
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