venerdì 30 gennaio 2015

Antonio Manzini, “Non è stagione” ed. 2015

                                                                  Casa Nostra. Qui Italia
                                                                  cento sfumature di giallo
   FRESCO DI LETTURA

Antonio Manzini, “Non è stagione”
Ed. Sellerio, pagg. 315, Euro 14,00

      Rocco Schiavone è sempre Rocco Schiavone. Brusco e villano, poco rispettoso delle leggi, irascibile e sgarbato. Sempre antipatico e però, arrivati al terzo romanzo della serie, anche sempre più simpatico nella sua rudezza. Basta prenderlo così com’è. Anzi, ora che sappiamo perché il suo appartamento di Aosta è così spoglio, perché non vi faccia mai entrare nessuno, perché non passi mai una notte intera con una donna, perché il racconto sia inframmezzato da dialoghi in corsivo con la moglie Marina- il suo grande amore che gli ha fatto il torto di morire improvvisamente-, proviamo affetto e rispetto per Rocco. Forse proviamo addirittura un istinto di protezione per lui, il vicequestore (con le buone o con le cattive Rocco ci ha insegnato che non si dice più ‘commissario’) che è stato spedito ad Aosta da Roma per punizione. Attenzione, perché Aosta sembra sperduta ai confini del mondo italiano, ma le lunghe dita della vendetta arrivano fin lì- lo vedremo alla fine che ci promette un prossimo romanzo che si allaccerà a questo: Antonio Manzini non ci può lasciare così in sospeso.
    All’inizio si tratta solo di un incidente e dovrebbe interessare solo la Polstrada: nella notte tra domenica e lunedì, nei pressi di St. Vincent un furgone è andato fuori strada, sia il guidatore sia il passeggero sono morti. Ma perché il furgone aveva una targa rubata? Dopo la scena dell’incidente l’obiettivo si sposta in un qualche luogo buio dove una ragazza di nome Chiara è legata ad una sedia, un sacco in testa che le rende difficile respirare, un dolore in mezzo alle gambe.
Martedì: l’amica di Chiara, sostenuta dal padre, rivela la sua preoccupazione a Rocco Schiavone. Erano andate in discoteca insieme ai loro ragazzi. Da allora non ha più visto Chiara. Al telefono non risponde. Sua madre dice che è dalla nonna, ma è impossibile. E poi lei, l’amica, ha visto il cellulare di Chiara sul mobile dell’ingresso di casa sua. Che cosa stanno nascondendo i Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani? Come ha fatto Pietro Berguet a risolvere i problemi che aveva con gli operai che reclamavano quanto gli spettava? L’uomo che guidava il furgone era stato un suo dipendente, l’altro era un rumeno: a chi aveva fatto le ultime telefonate?
   Da lunedì a venerdì: una settimana infinita mentre nevica su Aosta- no, non è stagione, neve a maggio?-, Rocco consuma l’undicesimo e il dodicesimo paio delle Clarks
che si ostina a calzare, Chiara lotta nel buio per liberarsi perché non arriva nessuno a darle un goccio d’acqua, le due figure ‘macchiette’ della polizia di Aosta, D’Intino e Deruta, si coprono di ridicolo come al solito, scatta la ricerca di un casolare isolato nella zona in cui è avvenuto l’incidente e tutti sono chiamati in servizio. Perché Chiara potrebbe già essere morta, perché non si può lasciar morire così una ragazza di diciotto anni. E da Roma, ignara di tutto, arriva Adele, amica di sempre di Rocco, fidanzata dell’amico Seba da cui vuole nascondersi in un giochetto amoroso per spingerlo ad inseguirla. Non sa a che cosa va incontro.
    E bravo Antonio Manzini. “Non è stagione”, con il suo protagonista tormentato e ruvido, si legge con il piacere con cui si gusta una boccata di aria fresca (della Val d’Aosta).



   

Nessun commento:

Posta un commento