venerdì 14 marzo 2014

Xu Zechen, "Correndo attraverso Pechino"

   
            Voci da mondi diversi. Asia
                     fresco di lettura


Xu Zechen, “Correndo attraverso Pechino”
Ed. Sellerio, trad. Paolo Magagnin, pagg. 194, Euro 15,00




Pechino. Pechino in una nebbia di polvere giallastra che entra nel naso, negli occhi, nella bocca: è la tempesta di sabbia che turbina più di una volta sulla città nel breve tempo racchiuso nel romanzo “Correndo attraverso Pechino” di Xu Zechen. Il giovane Dunhuang ha appena scontato tre mesi di prigione. E se l’è cavata a buon mercato, perché l’amico insieme al quale vendeva documenti falsi si è addossato tutta la colpa e starà dentro ancora un bel pezzo. Dunhuang va a zonzo per Pechino, quasi per riappropriarsi della città. E incontra una ragazza che gli offre di acquistare dei Dvd. Che se ne fa, Dunhuang, di un Dvd, visto che non solo non ha un televisore e un lettore di Dvd, ma neppure una casa in cui andare? 

In breve: Dunhuang compra un paio di Dvd, va a cena con la ragazza, si fa presto a stringere amicizia quando si è giovani e Dunhuang finisce a casa della nuova amica. La quale, però, sta da anni insieme ad un ragazzo con cui ha litigato: lei sogna di tornare al paese, sposarsi e avere un bambino, lui non ne vuole sentir parlare. E, per un certo periodo, avere Dunhuang come compagno e amante non è poi male.

In quel momento pensò: ma non era Pechino, quella? Se non aveva un tetto c’erano sempre i ponti, se non aveva da mangiare poteva pur sempre mendicarne un po’, chiedere l’elemosina non era illegale. Dov’era finita quella piacevole sensazione di vivere alla giornata, di essere completamente nudo, di non avere né legami né preoccupazioni?

    E’ gente giovane che vive alla giornata, quella che incontriamo nel romanzo di Xu Zechen. C’è posto per tutti a Pechino, c’è lavoro per tutti. Magari si tratta di un lavoro rischioso, come vendere documenti falsi (sono molto richieste anche le ricevute false, per avere rimborsi dallo Stato), oppure Dvd pirata, per non parlare di Dvd porno (i migliori sono quelli coreani). Dunhuang inizia quasi per gioco, per aiutare l’amica. Ci prende gusto, ci sa fare con i clienti. Diventa presto un esperto di quali siano i luoghi migliori in cui piazzarsi- di certo vicino ai vari ingressi dell’Università,
gli capita di vendere anche trenta copie dello stesso film, se è una pellicola cult che gli studenti di arte o di cinema devono approfondire. Il primo film che gli viene richiesto in gran numero è “Lola corre”. Dunhuang non lo conosceva, lo guarderà anche lui. E in un certo qual modo è come se le scene del film tedesco, con Lola con i suoi capelli di fiamma che corre per Berlino alla ricerca del denaro che serve al suo ragazzo, scorressero sullo sfondo del romanzo, mentre anche Dunhuang inizia a correre nelle strade di Pechino per fare le consegne o per cambiare postazione (dopo aver comprato una bicicletta rubata che viene immediatamente rubata anche a lui) e poi correrà anche alla fine, per evitare un arresto.
                                                                 

    E’ un bravo ragazzo, questo Dunhuang. Simpatico. E’ vero che vende Dvd pirata facendosi pubblicità in una maniera clamorosamente ingenua che attira l’occhio della polizia (scrive il suo numero di telefono sulla polvere gialla che ricopre le automobili, lascia bigliettini in giro), ma si accerta che i suoi dischi siano di buona qualità, acquistando pure una certa cultura cinematografica con questo lavoro. Soprattutto Dunhuang ha un’onestà di fondo che va al di là del commercio illegale. Si tira indietro di buon grado quando riappare il fidanzato della ragazza che lo ha istradato alla vendita dei Dvd, ha il chiodo fisso di raggranellare i soldi per tirar fuori di prigione l’amico arrestato con lui e, se gli ruba la bella Qibao che questi gli aveva ‘affidato’, be’, alla fine scopriamo che per Qibao lui era uno dei tanti, anche lei sbarcava il lunario con il mestiere più vecchio del mondo. La fine, poi, è grandiosa. Battiamo le mani al piccolo leale eroe dei nostri tempi, un eroe truffaldino senza cavallo, senza quattro o due ruote, uno dei tanti giovani che hanno imparato l’arte di arrangiarsi nella Pechino neo-capitalista dove le tonnellate di sabbia piovute dal cielo sembrano assumere un altro significato: offuscano lo scintillio dei soldi, non sono tutti strepitosamente ricchi nella nuova Cina.
   Un libro gentilmente ironico, scattante e veloce come la corsa di Dunhuang.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it

lo scrittore Xu Zechen         


    

2 commenti:

  1. ho letto il libro,molto bello...piacevole la scrittura..grazie bruna Gasparini

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  2. grazie a te per il riscontro. Mi fa sempre piacere sapere se qualcuno ha condiviso le mie letture

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