Voci da mondi diversi. Medio Oriente.
il libro ritrovato
Eshkol Nevo, “Neuland”
Ed. Neri Pozza, trad. Ofra Bannet
e Raffaella Scardi, pagg. 632, Euro 18,00
Titolo originale: Neuland
Un uomo parte alla ricerca del padre.
E’ abbastanza comune che un genitore intraprenda un viaggio seguendo le tracce
di un figlio, pecorella smarrita, per riportarlo a casa. Il contrario è più
insolito. “Neuland”, il romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, è la
storia di questo viaggio che diventa un percorso di duplice ricerca: del padre
e di se stesso. Di Meni Peleg, il genitore ultrasessantenne di cui non si hanno
notizie da due mesi, e di Dori, marito che pensa di essere felice con Roni,
padre di un bambino che ha dei disturbi relazionali. E, siccome ad un certo
punto Dori prosegue il cammino in compagnia di Inbar, in fuga dal ricordo del
fratello morto suicida, dal marito, da una madre con cui ha eterni contrasti,
da un padre che si è fatto una nuova famiglia, il viaggio di ricerca interiore
è anche suo, di Inbar. Infine, il viaggio dell’insegnante di Storia Dori Peleg
è qualcos’altro ancora. Anche se non lo sa al momento della partenza, la
ricerca si addentrerà nella storia di Israele, lo stato fondato per radunare
gli ebrei della diaspora assicurando loro un rifugio dalle persecuzioni che è
diventato uno stato di guerra senza fine.
Nel suo ultimo messaggio per posta
elettronica Meni Peleg scriveva ai figli di non preoccuparsi per lui, era in
Ecuador, aveva incontrato laggiù la mamma. Questo aveva messo in allarme Dori e
la sorella: la loro madre era morta. Dopo due mesi di assoluto silenzio, Dori
era partito. Aveva preso accordi con un esperto nel ritrovare persone scomparse,
una sorta di Virgilio che lo guiderà in quella che non è una discesa negli
inferi ma che lo porterà a scoprire un padre che non conosceva affatto. Dori
non aveva idea che dietro la facciata dell’uomo affascinante, dell’esperto
consulente finanziario, dell’eroe della guerra del Kippur, si nascondesse una
persona profondamente traumatizzata dalla guerra. Non aveva saputo
interpretare- perché troppo giovane, perché la madre aveva sempre schermato i
crolli del marito- i segnali dello shock postbellico. Non sapeva nulla dei
fantasmi che inseguivano suo padre, che lo avrebbero spinto a peregrinare
nell’America Latina cercando di incontrare, anche se solo in un sogno favorito
da pozioni, la moglie che era stata il suo sostegno, fino alla determinazione
di fondare Neuland, uno stato ombra che “rammenti allo Stato di Israele cosa
avrebbe dovuto essere. E cosa potrebbe essere.”, uno spazio comunitario
terapeutico dove uno dei valori fondamentali è quello della non-violenza perché
qui possa ‘guarire’ chi vi arriva da Israele o da altre aree traumatiche nel
mondo.
Cosa c’entra la nonna con il Muro di Berlino?
Quel giorno ero a casa sua. Ha detto che solo allora la guerra era finita davvero. Aveva una teoria tutta sua, che le grandi guerre durano per molti anni dopo essere terminate, riecheggiano per gli anni a venire nella vita di quanti vi hanno preso parte, dei loro figli, e dei figli dei loro figli. E’ come gridare di fronte a una montagna, mi ha spiegato. L’eco continua e continua, ma alla fine arriva il silenzio. La guerra fredda è stata l’eco della seconda guerra mondiale, e ora anche questa eco si è esaurita.
“Neuland” è, ancora una volta, un romanzo
polifonico: Eshkol Nevo stesso mi aveva detto, durante un’intervista in
occasione della pubblicazione de “La simmetria dei desideri”, che gli piacevano
i romanzi a più voci perché nessuno possiede la verità. Così “Neuland” inizia
con uno scambio di mail tra Dori e Inbar, i due personaggi principali, per
proseguire alternando la narrazione dal punto di vista di uno e dell’altro, ma
anche di Alfredo, la loro guida stravagante, di Meni Peleg, di una delle ospiti
di Neuland che parla un ebraico buffo e libresco, del personaggio di un libro
che Inbar ha iniziato a scrivere, di Lili, la nonna di Inbar che ci dà la
possibilità di uno sguardo indietro al passato. Perché Lili è arrivata in
Israele dalla Polonia su una nave di immigrati illegali nel 1939 ed è l’unica
della sua famiglia ad essersi salvata. Lili, che non vuole neppure acquistare
alcunché sia ‘made in Germany’, che non perdona alla figlia di avere un nuovo
compagno tedesco e di abitare a Berlino, è la ferita aperta della Guerra per
antonomasia. Lili con i due amori della sua vita- l’uomo della realtà che è suo
marito e l’uomo che ritorna nei suoi sogni, quello che ha conosciuto sulla
nave.
“Neuland” non è soltanto un romanzo che
farà discutere per l’utopia di uno stato senza guerre (una tematica accorata
già presente in “Nostalgia”, primo romanzo di Nevo pubblicato da Mondadori) ma
anche un bellissimo romanzo d’amore- amore tra Dori e Inbar (e una storia
d’amore che non finisce banalmente a letto neppure nelle ultime pagine è
confortante), ma anche tra Dori e la moglie, tra Dori e il figlio di quattro
anni (come abbiamo già visto negli altri romanzi, Nevo è straordinario nel dare
una voce ai bambini), tra Lili e l’uomo dei sogni, tra Inbar e il padre. Quasi
che l’amore, la ricerca dell’amore, il saper trovare l’amore, siano una delle
vie verso la pace. E, mentre il romanzo si chiude con l’inizio della seconda
guerra del Libano del 2006, con i missili di Hezbollah che distruggono
l’abitazione della nonna (e non è un caso) e Dori evita per un soffio di essere
richiamato, pensiamo alle parole sul cancello d’ingresso a Neuland, “Tu che
arrivi, sei mio fratello”.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
lo scrittore Eshkol Nevo
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