Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
saga
il libro ritrovato
Sybille Bedford, “Il retaggio”
“Tutti noi reinventiamo i
ricordi”, dice ad un certo punto l’io narrante de “Il retaggio”, il romanzo
della scrittrice inglese di origine tedesca Sybille Bedford. Quanto è veritiera
la memoria? Ricordiamo proprio quello che è successo in realtà o ricordiamo
quello che ci hanno raccontato o quello che abbiamo immaginato e ricostruito
guardando vecchie fotografie? Quando l’io narrante, che poi nel romanzo sarà la
bambina Francesca, dice: “ho vissuto i primi nove anni della mia vita in
Germania, sballottata tra due case”, questo è un dato di fatto; meno certo è
che sia vera l’impressione lasciata dalle due case, una enorme e bruttissima,
l’altra bellissima. Una a Berlino, ed era la casa di Voss Strasse, dei nonni
Merz; l’altra era un castello del ‘600 nel Sud della Germania, dove Francesca
passava le vacanze con il padre. “Il retaggio” è l’eredità della memoria, la
storia di tre famiglie nella Prussia del Kaiser dalla fine del XIX secolo ai
primi decenni del XX, nel tentativo di capire a livello personale e a livello
nazionale che cosa in quel passato può spiegare i tragici anni centrali del ‘900.
I Merz erano ricchi ebrei; i von Felsen erano proprietari terrieri cattolici,
gentiluomini di campagna dagli interessi raffinati; il conte Bernin apparteneva
ad una grande famiglia della Germania meridionale, era presidente del Landtag e
rappresentante del granduca Federico presso la Santa Sede. Tutti ricchissimi
senza avere idea della provenienza del loro denaro, senza mai connettere i soldi
con il lavoro. Edu Merz ha il vizio del gioco; Julius von Felsen colleziona
antichità, vive all’estero in gran stile, si concede la stravaganza di
viaggiare accompagnato da tre scimpanzé; Gustavus von Felsen fa il diplomatico
grazie al suocero Bernin: ci sono sempre delle donne accondiscendenti che
aprono i cordoni della borsa, pagano i conti, saldano i debiti di questi uomini
egocentrici abituati a scialacquare nel lusso, l’energica Sarah, la
cattolicissima Clara, e per la mite Melania che muore giovane sono i genitori
che versano l’appannaggio al marito Julius. La sequenza dei ricordi si muove
avanti e indietro nel tempo, da una famiglia all’altra, da una casa all’altra,
dalla Germania alla Spagna alla Francia- spostamenti in carrozza o in vagoni di
lusso riservati, con accompagnamento di valletti e camerieri. la scrittrice da giovane |
la recensione è stata pubblicata sulla rivista Stilos
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