Voci da mondi diversi. Francia
love story
FRESCO DI LETTURA
Francesca Segal, “L’età ingrata”
Ed. Bollati Boringhieri, trad.
Manuela Faimali, pagg. 313, Euro 15,30
Come sono belli i nostri tempi, con le
famiglie allargate dove, in un sogno idilliaco, sono quattro i genitori che
amano i figli, sia i propri sia quelli del nuovo compagno o compagna! Come sono
difficili i nostri tempi in cui niente è più certo, neppure di poter contare
sulla presenza stabile della madre e del padre oppure di poter abitare nelle
stanze in cui conserviamo i preziosi ricordi dell’infanzia.
James e Julia sono una coppia
‘nuova’. Lui cinquantacinquenne, medico ostetrico, americano, divorziato da una
moglie che fa la sua stessa professione, esuberante, estrosa, invadente. Due
figli, una ragazza che frequenta l’università negli Stati Uniti e un ragazzo di
diciassette anni, Nathan, che ora vive con il padre nella casa di Julia a
Londra. Julia è un’insegnante di pianoforte (è così che ha conosciuto James- suo
suocero l’aveva indirizzato da lei per prendere lezioni di musica, per quanto
suoni incredibile), è vedova da cinque anni, ha una figlia sedicenne, Gwen,
spigolosa, egocentrica, con una gran chioma rossa, viziata come può esserlo una
figlia rimasta orfana troppo presto di un padre molto amato. E Gwen,
naturalmente, è ostile all’usurpatore James, ostile a suo figlio che ha
l’ardire di portarsi la fidanzatina in casa e fare rumorosamente sesso con lei
nella sua stanza.
Che cosa succeda è facilmente prevedibile.
Mettete due adolescenti in piena tempesta ormonale nella stessa casa e la meccanica
del passaggio dalle frasi pungenti alle parole dolci, dall’antipatia e
dall’odio all’amore e al sesso, è da manuale, soprattutto se ci aggiungiamo il
senso di abbandono e il desiderio, anche se inconscio, di fare un dispetto ai
genitori. E adesso? Ne nasce un putiferio. Perché poi? Non è mica incesto.
Ma…c’è un’altra conseguenza, anche questa facilmente prevedibile.
Francesca Segal è figlia del defunto Eric
Segal, lo scrittore americano che ha fatto versare fiumi di lacrime con il suo
romanzo “Love Story” negli anni ‘70 e con il film tratto dal libro che
richiedeva agli spettatori una buona riserva di fazzoletti. “L’età ingrata” non
è lacrimevole come “Love story” e però è
un romanzo sentimentale ben costruito e piacevole. Uno di quei romanzi che
leggiamo, consapevoli che non abbiano un gran valore letterario ma sono ben
scritti e con una trama e dei personaggi che ci incuriosiscono.
Il tema del romanzo è l’amore in varie età,
e non solo il primo tipo di amore a cui si pensa- quello di una coppia- ma
anche amore genitoriale, amore filiale e amore in età matura. La coppia che
all’inizio è al centro della scena, quella di Julia e James, sta godendo di una
seconda possibilità di amore nella vita- Julia non lo avrebbe mai creduto
possibile. Nei cinque anni trascorsi dalla morte del marito Daniel, Julia si
era lasciata totalmente assorbire dalla figlia circondandola di un doppio
amore. Vivevano quasi in simbiosi- come può accettare, ora, Gwen, di essere
defraudata dell’interesse materno non più diretto solo a lei? quando succede
quello che doveva succedere, è naturale che i due genitori dei ragazzi pensino,
ognuno, al bene e al futuro del proprio figlio, che ognuno dei due consideri il
figlio dell’altro responsabile dell’infrangersi dei sogni e delle speranze. E i
ragazzi? Sono in grado di prendere la loro vita nelle loro mani?
La sorpresa ci arriva da chi
proprio non avevamo tenuto in conto, come capace di nuovi sentimenti- il nonno
Philip che giustamente non ne può più dell’autoritaria nonna Iris che (perché
ci rimane così male?) lo aveva già lasciato da tempo. L’anziano nonno Philip a
cui tremano le mani è la figura più simpatica di tutto il romanzo in cui
peraltro l’attenzione della scrittrice si sposta dall’uno all’altro, con
leggerezza e humour, portandoci ad un finale aperto dove siamo noi a scegliere
come vorremmo, come sogneremmo che le varie storie proseguissero nel tempo.
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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