vento del Nord
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Steinar Bragi, “Il silenzio dell’altopiano”
Ed. Marsilio, trad. S. Cosimini,
pagg. 282, Euro 15,30
Due coppie sulla quarantina sono partite
da Reykjavic per allontanarsi dalla gente, dai ritmi della vita quotidiana, dai
rumori. Una cosa è certa: sull’altopiano centrale dell’Islanda non sentiranno
che il fischio del vento e non vedranno un essere umano nel raggio di molti
chilometri. Hrafn ha sempre avuto una vita agiata e ha avuto successo come
imprenditore. La sua compagna, Vigdìs, è stata la sua terapeuta perché Hrafn ha
avuto problemi con l’alcol. Egìll ha tuttora problemi con l’alcol, non fa che
bere, durante il viaggio e anche dopo, in tutto il romanzo. Il suo rapporto di
coppia con Anna non è dei più felici. In realtà nessuno dei quattro sembra
essere molto felice, ci sono discussioni, battibecchi, gli uomini occhieggiano
l’uno la donna dell’altro. Poi cala la nebbia, improvvisa e fitta come sempre succede
sull’altopiano. E la macchina si schianta contro qualcosa, anzi entra
addirittura dentro una casa.
Da questo punto in poi il romanzo diventa
un thriller gotico, una storia dell’orrore, un mystery che trabocca di
personaggi strani ed eventi ancora più strani. Una coppia anziana abita nella
casa. Il vecchio sembra demente (eppure, poi, ‘gli ospiti’ vedranno
incorniciati attestati e certificati che rivelano che un tempo fu un medico e
uno studioso), la vecchia è di poche parole (e ambigue). Perché chiudono la
porta a chiave? Hanno paura di qualche minaccia dall’esterno?
I tentativi dei quattro di
andarsene falliscono- anche l’automobile che prendono in prestito dai vecchi si
ferma nel nulla. Il cane dei quattro scompare, c’è una diga con un ponte sospeso
staccato ad una estremità, grotte scure, una recinzione, mucchietti di ossa (di
uccelli?). Insomma, aggiungete pure alla lista quanto di più orrido e
spaventoso possiate immaginare. Per non dire di quello che succede a due di
loro che si avventurano in una grotta. Oltre a quello che scopre Anna
esplorando la casa- una stanza biblioteca, una parete girevole, una pistola…
Ho continuato a leggere “Il silenzio
dell’altopiano”, anche se non mi piaceva nessuno dei personaggi, anche se i
racconti della loro vita mi parevano sconnessi e le scene di sesso sgradevoli,
perché ero in continua attesa di una svolta, di una chiarificazione che mi
aiutasse a rivalutare quello che avevo letto, perché lo scrittore è abile nel
manipolare la curiosità del lettore. E sì, alla fine ho capito il perché di
quella trama così granguignolesca al limite dell’assurdo e dell’incredibilità,
ma questo non mi ha aiutato ad apprezzare di più il libro. Mi è sembrato di
essere stata imbrogliata e di aver sprecato il mio tempo.
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