Voci da mondi diversi. Penisola iberica
la Storia nel romanzo
il libro ritrovato
Bernardo Atxaga, “Il libro di mio fratello”
Ed. Einaudi, trad. Paola
Tomasinelli, pagg. 393, Euro 19,00
Due amici, due quasi fratelli. David e
Joseba. Hanno così tanto in comune, hanno condiviso talmente tante esperienze
nella loro vita. Entrambi sono nati e cresciuti nella terra a cui Bernardo
Atxaga dà il nome di Obaba, rendendola mitica- e Obaba è una delle minuscole e
tormentate aree d’Europa che hanno vita a sé stante nei confini di Stati più
grandi. In questo caso i paesi Baschi, tra Spagna e Francia, terra di luce e di
ombre, di montagne e pascoli e bestiame.
Libro speculare, libro doppio e
con due titoli, - “Il figlio del fisarmonicista” (che è quello che gli ha dato
David), e “Il libro di mio fratello” (quello suggerito dalla moglie di David al
romanzo completo, che include le revisioni e aggiunte di Joseba)-, il racconto
inizia dalla fine, quando Joseba riceve il quaderno scritto in basco da David:
lo leggerà in aereo, tornando in Spagna dalla California, dove è andato a
trovare l’amico, dove poi lo ha accompagnato nell’ultimo viaggio al cimitero.
E’ David l’io narrante nella maggior parte del romanzo, fulcro e filtro di
tutte le vicende. E’ lui il figlio del fisarmonicista, suonatore di fisarmonica
lui stesso finché questo strumento diventa l’emblema dell’antagonismo con il
padre, quando un’amica consegna a David il ‘quaderno del gorilla’ (c’è un
gorilla raffigurato sulla copertina, ma che simbolo minaccioso diventa questo
animale!) con l’elenco delle persone fucilate dai fascisti a Obaba e David è
roso dal dubbio, dalla quasi certezza, di essere figlio di un assassino.
Perché “Il libro di mio fratello” è un
romanzo che ha molti strati e molti livelli di lettura. Se la prima pagina
rievoca il primo giorno di scuola, quando la maestra invitò David a suonare,
questo è un romanzo di formazione e di crescita, attraverso lo studio, le
amicizie (Joseba, ma anche lo stalliere Lubis, anche Martìn, il figlio
dell’uomo soprannominato Berlino per le sue simpatie naziste), gli amori
(Teresa che lo corteggia senza respiro, Virginia che poi sposa il suo
marinaio), i legami famigliari (la madre, ma soprattutto lo zio Juan, il suo
vero maestro, da cui David erediterà il ranch in California), la malattia (la
scoliosi deformante di uno, la poliomielite dell’altra), la morte (Lubis- si
vuol far credere che sia scivolato nel fiume, mentre pescava). La formazione
avviene anche attraverso la conoscenza e la presa di coscienza: la guerra
civile è finita da un quarto di secolo, Guernica è stata bombardata nel 1937,
nella stessa famiglia ci sono stati schieramenti opposti. In quale modo è stato
coinvolto il padre di David? E allora il romanzo è anche un libro sulla guerra
fra fratelli, per addentrarsi poi nelle azioni del movimento separatista, sul
dolore dell’espatrio. Sul tradimento- il libro si chiude con tre confessioni,
una delle quali ci giunge a sorpresa. Sull’identità culturale e linguistica-
bellissima la poesia che apre il romanzo e che parla di una lingua che
scompare- così muoiono le parole antiche…
Guernica bombardata |
Tra i tanti personaggi del libro ne
vogliamo sottolineare ancora due, che sono dei luoghi e che diventano dei
simboli: una casa che ha un nome, Iruain, ed è la casa del cuore di David,
immersa nella natura e vicina alla natura, rifugio fisico e spirituale, e un
nascondiglio dentro questa stessa casa che ha un ruolo centrale nella trama in
tre momenti diversi. E vorremmo aggiungere le farfalle che svolazzano nelle
pagine del romanzo- vuoi come esempio di parola che scompare (mitxirrika), o di bellezza del luogo, o,
infine, come pretesto per un attentato dell’ETA.
la recensione e la seguente intervista sono state pubblicate su www.stradanove.net
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