un romanzo cubano per ricordare la morte di Che Guevara, il 9 ottobre 1967, 50 anni fa
Voci da mondi diversi. Cuba
mystery
love story
il libro ritrovato
José Manuel Prieto, "Le
farfalle notturne dell' impero russo"
Ed. Tropea, pagg. 283, Euro 15,00
Una farfalla inafferrabile, una
donna ugualmente inafferrabile, lettere d'amore, il tema del doppio: questi gli
elementi del romanzo di José Manuel Prieto, scrittore cubano che ha vissuto per
12 anni in Russia dove si è laureato in ingegneria a Novosibirsk, in Siberia.
Il protagonista del romanzo è un giovane contrabbandiere di reperti
dell'ex-Armata Rossa, di visori notturni in particolare. Di lui sappiamo
l'iniziale del suo nome, J., che è
straniero in Russia e che parla benissimo il russo. L'avventura inizia quando
J. riceve da uno svedese l'incarico di dare la caccia ad una farfalla rara di
cui l'ultimo esemplare è stato catturato dallo zar Nicola II in Crimea. E durante
un incontro a Istanbul con lo svedese - per chiedere più tempo per acchiappare
la farfalla- J. incontra una bellissima russa - anche di lei conosciamo solo
l'iniziale del nome, V.- che è finita in un giro di prostituzione e chiede a J.
di contrabbandarla in patria perché le sono stati sequestrati i documenti.
Impresa riuscita dopo inseguimenti col fiato sospeso, senonché la bella V.
scompare appena sbarcano a Odessa. Il lettore conosce queste storie, e altre
precedenti di J., dalle lettere che J. inizia a scrivere a V.. Lettere scritte
a mano che non spedirà mai perché non conosce l'indirizzo della donna, lettere
di cui J. non è mai soddisfatto e per il cui stile cerca ispirazione negli
epistolari di scrittori famosi che si fa inviare in Crimea da un libraio di San
Pietroburgo (e anche quella dell'incontro con questo personaggio è un'altra
storia). Lettere di Eloisa e Abelardo, di van Gogh, di Karen Blixen, di San
Paolo apostolo, Mozart, Kafka, Ciaikovskij e altri ancora. Finale elusivo per
entrambe le trame - ma sono poi veramente due trame?- con J. che insegue la
farfalla che pensa aver identificato come la yazikus e riflette che, in
fin dei conti, chi sa come è esattamente la yazikus? Non esistono due
definizioni uguali di questo esemplare. In ogni modo non riesce ad afferrarla
e, al suo rientro alla pensione, si illude che V. sia ritornata da lui e invece
vede un altro se stesso nella sua stanza. E' a questo punto che, se non ce ne
siamo già accorti, vediamo che tutto ha un doppio significato, i due passaporti
con lo stesso nome, e anche quei visori notturni che J. contrabbandava e che
gli servono solo per un attimo, nella fuga da Istanbul. Come a dire che sono
solo attimi straordinari quelli in cui riusciamo a penetrare la realtà e ad
avere una visione di una felicità che sfugge, che può avere forme e colori
diversi, come una farfalla.
Un romanzo a molti strati, ricco di dettagli e di
affascinanti digressioni, apertamente indebitato a Vladimir Nabokov a cui
Prieto rivolge più di un omaggio: dal ricordare che Lolita viene chiamata nimphula
dal nome di una farfalla (e V. è un papillon de nuit), all'aver chiamato
il libraio Vladimir Vladimirovich, fino all'iniziale stessa della donna, V.
come V.Sirin, pseudonimo usato da Nabokov e nome fittizio dell'entomologo di
cui J.consulta un libro, e anche come Vera, moglie di Nabokov. Un romanzo
d'avventura che contrabbanda altri generi letterari, dal romanzo di formazione
a quello di confessione personale, dal saggio filosofico al romanzo d'amore.
Intrigante e originale.
la recensione è stata pubblicata sulla rivista Stilos
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