lunedì 30 marzo 2015

Manuel Vázquez Montalbán, “Galíndez” ed. 2015

                                            Voci da mondi diversi. Penisola iberica
                                                           cento sfumature di giallo
      FRESCO DI LETTURA


Manuel Vázquez Montalbán, “Galíndez”
Ed. Sellerio, trad. Hado Lyria, pagg. 577, Euro 16,00
Titolo originale: Galíndez

Non sono molto bravo ad esprimere i miei sentimenti per iscritto, invece Muriel sì che riusciva a dire facilmente quello che pensava e per questo ricorro a lei per spiegarle che ho capito il senso del suo sacrificio. Senza persone come Muriel tutti noialtri continueremmo a essere dei miserabili. C’è gente dotata per essere migliore degli altri.


    Ritorna, pubblicato da Sellerio, un libro importante che era scomparso dagli scaffali da anni: “Galíndez”, romanzo anomalo di Manuel Vázquez Montalbán, un’inchiesta senza l’investigatore Pepe Carvalho, sostituito da una ricercatrice americana che deve scrivere una tesi su “L’etica della Resistenza”, anche se, dietro Muriel Colbert dalla fiammeggiante capigliatura, c’è lo scrittore stesso. Per spiegare la scelta del soggetto, Manuel Vázquez Montalbán ha detto che, mentre con i romanzi con Pepe Carvalho voleva scrivere una commedia umana della transizione spagnola alla democrazia, con Galíndez ha voluto “scrivere il testamento della memoria storica dell’impegno politico”. In realtà, come il lettore si rende subito conto, “Galíndez” è un elogio della resistenza, della ribellione al potere stabilito. E, come tutte le ribellioni contro forze immani, è destinata a fallire. Ha fallito don Jesús Galíndez, il basco che pensava di essere protetto dalla sua carica di rappresentante del Partito nazionale basco in esilio negli USA, nonché dal suo titolo di professore presso la Columbia University e da quello di operatore della Lega per i diritti umani.
Fallirà anche Muriel Colbert che crede ingenuamente che i tempi siano cambiati, che oggi la gente non possa più scomparire senza lasciare tracce come è successo a Galíndez nel 1956, che avanza spavalda nelle fauci del mostro facilitandogli anche il compito con il suo seguire le istruzioni- non lasciar detto dove va (può danneggiare i suoi amici), non pagare con carta di credito (può mettere in pericolo i suoi amici, ricorda?). Temiamo che anche il suo ex innamorato che, contagiato dal suo idealismo, si mette sulle sue tracce, farà una brutta fine. Ma questa è un’altra storia non ancora raccontata.
     Jesús Galíndez fu visto per l’ultima volta alle 10 del 12 marzo 1956 a Manhattan, mentre entrava nella metropolitana della Quinta Strada. Risultò in seguito che era stato rapito e trasportato a Santo Domingo, dove fu torturato e poi ucciso dagli agenti del dittatore Rafael Trujillo. Per raccontarci la sua storia Manuel Vázquez Montalbán ci fa accompagnare da Muriel nella regione basca, nei luoghi dove era nato Galíndez, dove la ricercatrice parla con chi ha conosciuto la sua famiglia, e poi a Madrid: Galíndez combatté tra le fila repubblicane nella guerra civile spagnola per poi fuggire a Santo Domingo nel 1939. La ricerca di Muriel si alterna ad un racconto in terza e in prima persona, tra presente e passato.
Nel presente si mette in moto un meccanismo di intimidazione per fermare il lavoro di Muriel a cui fa da riscontro, nel passato, una sequela di avvenimenti ben più violenti per mettere a tacere quel ‘comunista’ di Galíndez che aveva osato denunciare la dittatura di Trujillo, accusarlo di tirannia personale, di nepotismo, di clientelismo, che aveva scritto una spietata disamina di un regime che solo in parvenza adottava metodi democratici mentre in realtà sopprimeva le libertà politiche usando l’esercito come forza di appoggio. Se un corpulento agente della Compagnia è il regista che manovra la trama che porterà al sequestro di Muriel, c’è tutta la lobby trujillista degli Stati Uniti dietro il rapimento di Galíndez: come fare a meno del forte supporto economico di Trujillo per la campagna elettorale di Eisenhower prima e di Nixon dopo? come difendersi dal comunismo avanzante senza il baluardo di Santo Domingo, senza Trujillo come sentinella dei Caraibi, un po’ sanguinosa, è vero, ma così efficiente?
La tortura inflitta a Galíndez è un anticipo di quella che subirà la candida Muriel, le testimonianze che Muriel raccoglie provengono da chi è stanco di tacere e sfida il destino, la narrativa in terza persona si diluisce in quello che a tratti è un vero e proprio monologo interiore, la tensione drammatica è fortissima. E la presenza di un Male dai lunghi tentacoli si allunga nella lista infinita delle morti connesse con l’assassinio di Galíndez, ad iniziare da quella del pilota dell’aereo che lo trasportò a Santo Domingo, e poi del dottore che lo drogò e della presunta amante e dell’ideatore del sequestro e altri, e altri, fino a quella dello stesso Trujillo.
      Un libro di non facile lettura ma importante. Un libro che ricompensa lo sforzo del lettore di mettere insieme tutte le fila del racconto.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


     





1 commento:

  1. L'ho comprato stamattina e lo leggerò quanto prima. bella recensione. Complimenti!

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