lunedì 9 marzo 2015

Edith Wharton, “Raggi di luna” ed. 2015


                                          Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America


            FRESCO DI LETTURA


Edith Wharton, “Raggi di luna”
Ed. Bollati Boringhieri, trad. Mario Biondi, pagg. 270, Euro 16,50
Titolo originale: The Glimpses of the Moon


   In che mondo fasullo erano vissuti lei e Nick durante i pochi mesi in cui erano stati insieme! Che diritto avevano a quegli squisiti ambienti di bella vita? La lunga casa bianca nascosta tra le camelie e i cipressi, sul lago, o le grandi sale sulla Giudecca, con il luccichio dei canali sempre a giocare sui soffitti affrescati. Eppure era arrivata a immaginare che questi posti appartenessero veramente a loro, che avrebbero continuato sempre a vivere, affettuosi e irreprensibili, nella cornice della ricchezza altrui…

      L’incanto del lago di Como. Una coppia in luna di miele. Nick è un aspirante scrittore. Susy è una giovane donna maestra nell’arte di ‘arrangiarsi’: mesi dopo si morsicherà la lingua troncando la parola che meglio spiega il suo modo di vivere. Gli sposi Lansing hanno avuto in prestito la villa da un amico, in realtà l’hanno scelta tra altre cinque possibilità perché non era un posto alla moda, avrebbero potuto godersi la solitudine senza imbattersi in qualcuno del bel mondo di New York- un centinaio di anni dopo George Clooney avrebbe reso il lago famoso in tutti gli Stati Uniti.
L’idea del prestito, così come del loro accordo matrimoniale, è di Susy. Sono entrambi squattrinati. E però sono innamorati. Susy, più ancora di Nick, sa che non si vive di solo amore, a lei piace il lusso. E lo avrà: è sufficiente lasciarsi corteggiare da un uomo, flirtare con un altro, distrarre il marito di un’amica mentre questa si accompagna ad un amante, acconsentire a dare un’occhiata ad una bambina tacendo sull’assenza della madre da casa. Do ut des, in cambio di un piacere fatto si ricevono abiti, gioielli, inviti. Basta chiudere le orecchie a quello che la gente può bisbigliare dietro le tue spalle. Ecco, secondo i calcoli di Susy lei e Nick possono farcela per un anno, contando anche sugli assegni che riceveranno come regalo di nozze. Si impegnano poi a lasciare l’uno all’altra la libertà di sciogliere il vincolo quando si presenti loro un’occasione più favorevole.
      Edith Wharton è una scrittrice straordinaria, una di quelle grandi scrittrici che riescono a superare i confini del tempo in cui sono vissute, una profonda conoscitrice dell’animo umano che ci parla di sentimenti e di valori che non hanno scadenza. Leggiamo di ieri e ci pare di leggere di oggi. E lo fa con una leggerezza, una delicatezza e un senso dell’umorismo impareggiabili. Ci ricorda Jane Austen, o Katherine Mansfield o Elizabeth von Arnim con la loro attenzione nei confronti della donna, anticipatrici di desideri di indipendenza. Ancora una volta, come nei romanzi di Jane Austen, il problema al centro di “Raggi di luna” è quello del matrimonio. A distanza di un secolo dalle sorelle Bennet la questione non è molto cambiata: che futuro ha una ragazza ‘bene’ se non ha soldi? E’ escluso che faccia lavori umili, può fare la governante (Susy si deciderà a questo, alla fine), oppure, se ha la fortuna di essere bella e avere spirito e intelligenza, può accalappiare un buon partito. E se invece decide per un colpo di testa e sposarsi per amore, la bellezza e lo spirito e l’intelligenza la possono aiutare ad ‘arrangiarsi’, come dice Susy, a vivere a scrocco, per parlare chiaro. C’è una cosa che Susy, però non ha messo in conto: non ha tenuto in considerazione la possibilità che Nick non sia d’accordo, che non sia disposto a transigere sulla propria integrità, che non ci stia a fare da paravento a tradimenti, ad umiliarsi per godere di case splendide. Nick è il puro, l’ingenuo che credeva che tutti i favori che ricevevano fossero per amicizia, per generosità, per simpatia. Quando scopre la verità, si allontana da Susy.

      Si separeranno per sempre? Si lasceranno liberi di sposare qualcun altro? Lei, l’inglese che l’ha sempre corteggiata e che ora eredità una fortuna? Lui, l’americana coltissima che da sempre è innamorata di lui? La commedia di costume di Edith Wharton procede volteggiando, spostandosi a Venezia, a Parigi, in Inghilterra. Gli altri sono sempre gli stessi, ma Susy è stanca della vacuità delle persone che un tempo ammirava, non è più certa di desiderare quello che una volta riteneva indispensabile. Le è caduta la maschera dagli occhi.
     Il finale, un po’ troppo dolce, da “Tutti insieme appassionatamente”, stona leggermente.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it



     

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