mercoledì 11 marzo 2015

Lucy Foley, “Il libro dell’amore perduto” ed.2015

                                             Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
    FRESCO DI LETTURA


Lucy Foley, “Il libro dell’amore perduto”
Ed. Neri Pozza, trad. Massimo Ortelio, pagg. 362, Euro 18,00
Titolo originale: The Book of Lost & Found

     Tornai in camera mia e tirai fuori il disegno dalla busta. La figura assomigliava così tanto a mia madre da ingannare perfino me, che ero sua figlia. Ogni volta che la guardavo rimanevo senza fiato. Come potevano pochi tratti di penna avere un simile effetto, accendere a tal punto la memoria e le emozioni? Era chiaro che si trattava dell’opera di un maestro…Così com’era chiaro che non avrei avuto pace se non fossi andata a fondo di quella storia.

      Due bambini, Tom e Alice, giocano su una spiaggia della Cornovaglia. Nel 1929 li ritroviamo ventenni a Londra, dove si incontrano per caso. Si innamorano, o erano già innamorati, senza saperlo, con la meravigliosa innocenza dei bambini? Poi la vita li separa. Nel 1986 li ritroviamo, lui, Tom Stafford è un pittore famoso che vive nell’azzurro isolamento di un paesino in Corsica, lei, che si fa chiamare Célia (un anagramma del suo nome), è un donnino fragile che ha due gallerie d’arte e si sposta tra Parigi e New York. Non si sono mai dimenticati l’uno dell’altro, a volte le loro vite si sono incrociate ma il destino, o quello che c’è dietro il destino, non li ha destinati ad una felicità insieme.

     Non c’è niente di più affascinante, per una lettrice, della storia di un amore non realizzato che, tuttavia, non si spegne mai. Anzi, che forse si mantiene ardente perché colmo di rimpianto, non soggetto al logorio della routine e all’abitudine. E “Il romanzo dell’amore perduto” di Lucy Foley è la storia di questo amore raccontata seguendo narrative diverse che si spostano nel tempo e da punti di vista diversi in cui i protagonisti non sono solo Alice e Tom, ma anche la giovane Kate alla ricerca dell’identità di sua madre, la famosa ballerina June Darling scomparsa da poco in un incidente aereo. June Darling: un nome che contiene degli indizi- l’avevano chiamata June come il mese in cui era stata abbandonata, bimba di pochi giorni, e quale cognome più bello di ‘Cara’ per una trovatella che sarebbe cresciuta senza i genitori? Era stata, però, abbastanza fortunata da essere presa sotto l’ala protettrice di una donna che aveva visto in lei le potenzialità di un’ottima danzatrice, quella Evie che era stata la nonna adottiva di Kate e che poco prima di morire aveva rivelato a questa che la madre di June si era fatta viva, che lei però non aveva detto nulla a June, che c’erano delle lettere e un disegno a carboncino. Quando Kate aveva visto il disegno, non aveva avuto dubbi sul fatto che la misteriosa Célia fosse la sua vera nonna: era identica a sua madre e a lei, Kate. Inizia così la ricerca che la porterà lontano, nello spazio e nel tempo, in Corsica e a New York, negli anni ‘30 e poi negli anni bui della seconda guerra mondiale, seguendo, prima di tutto, le tracce delle due iniziali che firmano il disegno.

     Un libro che parla di una storia d’amore corre sempre il rischio di scivolare nell’eccesso di sentimento. Il romanzo di Lucy Foley non fa eccezione, la vicenda d’amore del presente- tra Kate e il tenebroso Oliver, nipote di Tom Stafford- sembra un’aggiunta d’obbligo e non convince molto. E però, quella che era iniziata come la classica vicenda dei due giovani baciati dalla fortuna, belli, di ottima famiglia, con aspirazioni artistiche, innamorati e ricambiati, diventa una storia ricolma di drammi, di menzogne dette per amore, di altre menzogne dette per ipocrisia e moralismo (da parte della famiglia), di incapacità di abbattere il muro del silenzio, di guerra, infine.
Sarà questa la tragedia più grande, quella che mette alla prova duramente Alice diventata Célia tra le fila della Resistenza francese. Ed è questa cicatrice, impressa nel fisico e nell’animo di Célia come nel cuore dell’Europa, che fuga ogni sbavatura sdolcinata di un racconto che ci tiene avvinti dalla prima all’ultima pagina.

   

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it




 

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