Voci da mondi diversi. Penisola iberica
FRESCO DI LETTURA
Jorge Díaz, “La collezionista di lettere”
Ed. Piemme, trad. Roberta Marasco, pagg. 554, Euro 19,90
Titolo originale: Cartas
a Palacio
La notizia che il re ha aiutato la bambina
francese a trovare il fratello, un bel gesto natalizio che coincideva con le
feste più tristi che la Francia ricordasse da molti anni, con tante famiglie
private dei propri cari, è stata pubblicata su un giornale di Bordeaux, “La
Petite Gironde”. Presto altri giornali francesi a tiratura nazionale hanno
fatto eco al gesto di Alfonso XIII e tutte le persone disperate, che non
trovavano risposta altrove, hanno scritto al Palazzo Reale di Madrid.
C’è una realtà storica importante dietro il
romanzo di Jorge Díaz.
La Spagna restò neutrale durante la prima guerra mondiale, ma re Alfonso XIII
istituì a palazzo reale un Ufficio Prigionieri di Guerra che fece moltissimo
sul piano umanitario, per rintracciare prigionieri, appurare nominativi di
morti e feriti o dispersi, attuare uno scambio di prigionieri, controllare la
situazione dei campi di internamento. E allora il titolo italiano, “La
collezionista di lettere”, con il suggerimento celato nella parola ‘collezionista’-
di qualcuno, in questo caso una donna, che ha la passione di accumulare oggetti
o per diletto o per interesse- è fuorviante e inesatto in confronto con
l’originale “Cartas a Palacio”, lettere a
palazzo. Perché il Palazzo Reale fu sommerso, dopo il primo sgocciolio, da
lettere di richieste di aiuto a quel sovrano che finora era sembrato soltanto
un donnaiolo, un marito e padre addolorato e deluso per l’emofilia ereditaria
della famiglia della moglie, un appassionato di caccia.
Il libro ha due inizi, per una storia che diventa un romanzo corale,
ricco di personaggi e micro-storie. La grande Storia, che scorre nello sfondo e
che è anche la grande protagonista de “La collezionista di lettere”, incomincia
con l’attentato di Gavrilo Princip il 28 giugno 1914 a Sarajevo, la morte
dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia, e la dichiarazione di
guerra da parte dell’Austria alla Serbia.
La storia o le storie dei personaggi
interpreti incomincia invece con la marchesina Blanca Alerces occupata nei
preparativi per le sue nozze che avranno luogo con sfarzo il giorno seguente.
Blanca non sposerà il bel Carlos, risponderà ‘no’ alla domanda del sacerdote
all’altare. Aveva dei dubbi, la visita della donna con cui il suo futuro marito
ha avuto una figlia le dà il coraggio di tirarsi indietro. Scandalo. Furore
della madre, pieno appoggio del padre, il marchese ‘suonato’ che parla con i
fiori, uno dei personaggi più amabili del romanzo. In una qualche maniera,
quando il re riceve la prima lettera di una bambina francese che lo prega di
aiutarla a rintracciare suo fratello, Blanca sarà invitata a corte e, grazie
alla sua conoscenza delle lingue e al corso di dattilografia che ha seguito, le
sarà chiesto di lavorare nell’Ufficio Prigionieri di Guerra voluto dal sovrano.
Jorge Díaz
dipinge un grande affresco con una caratterizzazione dai colori così brillanti
e nello stesso tesso tempo così sfumati che è impossibile confondere i
personaggi di cui seguiamo le vicende. Tutte le classi sociali sono
rappresentate ne “La collezionista di lettere”, prima che la Grande Guerra
spazzi via distinzioni, abolisca titoli, rivoluzioni il mondo in un bagno di
sangue. Blanca e suo padre sono gli illuminati dell’alta società, insieme
all’amico del re, don Álvaro Giner che, dopo le velate critiche verso Blanca,
farà esattamente quello che ha fatto lei, tirandosi indietro da un matrimonio
senza amore, e che non risparmierà gli sforzi per aiutare tutti quelli che gli
è possibile, convincendo il re persino a firmare documenti falsi per strappare
un pittore francese da morte certa; ben diversi sono Elisa, l’amica di Blanca,
che si sottomette alle voglie dell’ex fidanzato di questa- la feccia della
nobiltà-, e il padre di lei, generale ottuso e intransigente che incoraggia il
pestaggio degli omosessuali. Se Gonzalo, fratello di Elisa, ci trasporta nel
buio degli incontri tra uomini, l’anarchico Manuel ci fa conoscere un quartiere
poverissimo di Madrid dove rubare non è una colpa ma l’unica maniera per
sopravvivere e dare il proprio corpo ad un uomo è il modo per riempire la
pancia dei figli. I protagonisti del romanzo di Jorge Díaz si spostano tra Spagna, Francia,
Inghilterra, Germania, vengono reclutati come spie, si trovano faccia a faccia
con un ex amante che ora non può essere altro che una spia dei nemici, sono
fatti prigionieri, si trovano in situazioni estreme in cui devi uccidere se non
vuoi essere ucciso, accettano compromessi, fanno scelte spesso dolorose per sé
e per gli altri. Cambiano per sempre.
Alfonso XIII |
Come in tutti migliori romanzi popolari a sfondo storico, ci sono tanti
elementi del feuilleton ne “La collezionista di lettere”, mescolati a frammenti
di fatti veri. Il risultato è una lettura appassionante, di quelle che ti fanno
pensare che il romanzo, che la capacità di raccontare bene una bella storia,
non è affatto morto.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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