domenica 8 marzo 2015

Jorge Díaz, “La collezionista di lettere” ed. 2015

                                                     Voci da mondi diversi. Penisola iberica
                                                                     FRESCO DI LETTURA


Jorge Díaz, “La collezionista di lettere”
Ed. Piemme, trad. Roberta Marasco, pagg. 554, Euro 19,90
Titolo originale: Cartas a Palacio

    La notizia che il re ha aiutato la bambina francese a trovare il fratello, un bel gesto natalizio che coincideva con le feste più tristi che la Francia ricordasse da molti anni, con tante famiglie private dei propri cari, è stata pubblicata su un giornale di Bordeaux, “La Petite Gironde”. Presto altri giornali francesi a tiratura nazionale hanno fatto eco al gesto di Alfonso XIII e tutte le persone disperate, che non trovavano risposta altrove, hanno scritto al Palazzo Reale di Madrid.

    C’è una realtà storica importante dietro il romanzo di Jorge Díaz. La Spagna restò neutrale durante la prima guerra mondiale, ma re Alfonso XIII istituì a palazzo reale un Ufficio Prigionieri di Guerra che fece moltissimo sul piano umanitario, per rintracciare prigionieri, appurare nominativi di morti e feriti o dispersi, attuare uno scambio di prigionieri, controllare la situazione dei campi di internamento. E allora il titolo italiano, “La collezionista di lettere”, con il suggerimento celato nella parola ‘collezionista’- di qualcuno, in questo caso una donna, che ha la passione di accumulare oggetti o per diletto o per interesse- è fuorviante e inesatto in confronto con l’originale “Cartas a Palacio”, lettere a palazzo. Perché il Palazzo Reale fu sommerso, dopo il primo sgocciolio, da lettere di richieste di aiuto a quel sovrano che finora era sembrato soltanto un donnaiolo, un marito e padre addolorato e deluso per l’emofilia ereditaria della famiglia della moglie, un appassionato di caccia.

    Il libro ha due inizi, per una storia che diventa un romanzo corale, ricco di personaggi e micro-storie. La grande Storia, che scorre nello sfondo e che è anche la grande protagonista de “La collezionista di lettere”, incomincia con l’attentato di Gavrilo Princip il 28 giugno 1914 a Sarajevo, la morte dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia, e la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria alla Serbia.

La storia o le storie dei personaggi interpreti incomincia invece con la marchesina Blanca Alerces occupata nei preparativi per le sue nozze che avranno luogo con sfarzo il giorno seguente. Blanca non sposerà il bel Carlos, risponderà ‘no’ alla domanda del sacerdote all’altare. Aveva dei dubbi, la visita della donna con cui il suo futuro marito ha avuto una figlia le dà il coraggio di tirarsi indietro. Scandalo. Furore della madre, pieno appoggio del padre, il marchese ‘suonato’ che parla con i fiori, uno dei personaggi più amabili del romanzo. In una qualche maniera, quando il re riceve la prima lettera di una bambina francese che lo prega di aiutarla a rintracciare suo fratello, Blanca sarà invitata a corte e, grazie alla sua conoscenza delle lingue e al corso di dattilografia che ha seguito, le sarà chiesto di lavorare nell’Ufficio Prigionieri di Guerra voluto dal sovrano.
    Jorge Díaz dipinge un grande affresco con una caratterizzazione dai colori così brillanti e nello stesso tesso tempo così sfumati che è impossibile confondere i personaggi di cui seguiamo le vicende. Tutte le classi sociali sono rappresentate ne “La collezionista di lettere”, prima che la Grande Guerra spazzi via distinzioni, abolisca titoli, rivoluzioni il mondo in un bagno di sangue. Blanca e suo padre sono gli illuminati dell’alta società, insieme all’amico del re, don Álvaro Giner che, dopo le velate critiche verso Blanca, farà esattamente quello che ha fatto lei, tirandosi indietro da un matrimonio senza amore, e che non risparmierà gli sforzi per aiutare tutti quelli che gli è possibile, convincendo il re persino a firmare documenti falsi per strappare un pittore francese da morte certa; ben diversi sono Elisa, l’amica di Blanca, che si sottomette alle voglie dell’ex fidanzato di questa- la feccia della nobiltà-, e il padre di lei, generale ottuso e intransigente che incoraggia il pestaggio degli omosessuali. Se Gonzalo, fratello di Elisa, ci trasporta nel buio degli incontri tra uomini, l’anarchico Manuel ci fa conoscere un quartiere poverissimo di Madrid dove rubare non è una colpa ma l’unica maniera per sopravvivere e dare il proprio corpo ad un uomo è il modo per riempire la pancia dei figli. I protagonisti del romanzo di Jorge Díaz si spostano tra Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, vengono reclutati come spie, si trovano faccia a faccia con un ex amante che ora non può essere altro che una spia dei nemici, sono fatti prigionieri, si trovano in situazioni estreme in cui devi uccidere se non vuoi essere ucciso, accettano compromessi, fanno scelte spesso dolorose per sé e per gli altri. Cambiano per sempre.
Alfonso XIII
        Come in tutti migliori romanzi popolari a sfondo storico, ci sono tanti elementi del feuilleton ne “La collezionista di lettere”, mescolati a frammenti di fatti veri. Il risultato è una lettura appassionante, di quelle che ti fanno pensare che il romanzo, che la capacità di raccontare bene una bella storia, non è affatto morto.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


  


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