Voci da mondi diversi. Malta
in altre lingue
FRESCO DI LETTURA
Oliver Friggieri,
“Children come by ship”
Ed. Radu Barbulescu, pagg. 247,
format e-book Euro 3,17
Mi piace, quando parto per un viaggio,
raccogliere quante più informazioni possibili sui luoghi che vedrò. Non mi
bastano, dunque, un paio di guide turistiche. Ho bisogno di sapere qualcosa
anche sulla letteratura e magari sulla musica. L’isola di Malta, nel
Mediterraneo tra l’Italia e l’Africa, ha sempre avuto una grande importanza
strategica. Diventata parte dell’Impero britannico nel 1814, acquistò
l’indipendenza nel 1964 e soltanto dieci anni dopo fu proclamata la Repubblica
di Malta. La prima cosa che mi ha stupito, cercando un romanzo di un autore
maltese, è stata che lo scrittore più noto in cui mi sono imbattuta- Oliver
Friggieri, docente universitario- usasse il maltese come lingua. A ben vedere,
comprensibilmente, visto che Oliver Friggieri insegna Letteratura maltese. E
tuttavia mi ha sorpreso che gli inglesi non abbiano lasciato una forte eredità
linguistica, come è successo ad esempio in India o in Sudafrica. Non è stata
questa l’unica sorpresa.
La storia che Friggieri narra in “Children
come by ship”, “I bambini arrivano per nave”, è una storia senza tempo e senza
luogo: si parla di un villaggio sull’isola, di una valle, ma non c’è alcuna
indicazione topografica. Se non sapessimo che l’autore è maltese, se non
leggessimo il libro in una traduzione inglese, potremmo pensare che la vicenda
della giovane Susanna si svolga in una delle nostre isole. Manca il delitto d’onore, ma la storia della ragazza
che resta incinta senza essere sposata e che viene cacciata di casa ha il
sapore delle storie siciliane o sarde, o comunque di una regione del sud
Italia. C’è un’accentuata atmosfera da favola, quasi per attenuare la durezza
del racconto. La valle degli incontri d’amore di Susanna con il giovane dai
riccioli ribelli sembra il giardino dell’Eden in cui si affaccia il serpente,
la storiella che si racconta, che sono le navi che portano i bambini (una
variante molto isolana della nordica cicogna), è colorata, ma Susanna sembra
perfino troppo stupida per prenderla come giustificazione per aver ceduto alle richieste
del giovane. Il seguito non è nulla di nuovo: Susanna viene cacciata di casa,
un sacerdote la aiuta a trovare un lavoro come domestica presso una ricca
vedova con un figlio. Quello che accadrà, dramma compreso, è prevedibile.
I personaggi del romanzo di Friggieri non
hanno ombre. Sono molto meschini e cattivi (il padre), la vedova rigida ma
buona, troppo ingenua Susanna, troppo inesperto e ingenuo pure Arturu, il
figlio della vedova che diventa poi duro e intransigente, troppo buono il
sacerdote che aiuta Susanna. Don Grejbel è, però, la figura migliore del
romanzo. Se la dottrina della Chiesa cattolica con il suo rigido moralismo e i
tabù sul sesso è responsabile delle tante storie come quella di Susanna, Don Grejbel
in quanto individuo salva la Chiesa. Sembra un personaggio uscito dalla penna
di Graham Greene. A lui non importano i pettegolezzi e le chiacchiere. Non gli
importa se verrà allontanato dalla sua parrocchia perché i suoi superiori
pensano che un prete non deve dare adito a chiacchiere. Don Grejbel segue la
legge dell’amore che è la vera religione di Cristo. Ed è forse questo il
messaggio positivo di un libro che parrebbe scritto nell’800.
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