Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
FRESCO DI LETTURA
Mary
Costello, “Academy Street”
Ed. Bollati Boringhieri, trad.
Maya Guidieri Berner, pagg. 179, Euro 16,00
Titolo originale: Academy Street
“Qui sdraiata, ho avuto tempo di pensare…” cominciò lei. non riusciva a
guardarlo. “Ci sono tante cose che rimpiango, che vorrei aver fatto
diversamente…”
Rimasero a lungo in silenzio.
“Volevo una madre forte” disse infine lui. “Come
Mary O’Dowd. O Willa.” Parlava
nell’oscurità. “Non avevo padre e tu…tu eri sempre così spaventata”.
Aveva un tono dolente, come un
animale ferito.
“Eri tutto ciò che avevo” ribatté
lei per difendersi. “Ho fatto meglio che ho potuto”.
I
romanzi irlandesi hanno una tristezza peculiare. Oppure un’allegria ridanciana,
come di chi ha bevuto più di una pinta di Guinness. E’ una storia triste,
quella che Mary Costello ci racconta in “Academy Street”. Triste anche senza
l’aggiunta di miseria e alcol che contribuiscono spesso all’atmosfera buia e a
volte drammatica delle vicende che si svolgono nell’isola di smeraldo. Perché
la famiglia di Tess Lohan vive in una grande casa che vanta una storia tutta
sua- un tempo è perfino servita da ospedale, ha un numero infinito di finestre-
e suo padre, rimasto vedovo con sei figli, è una persona seria, forse un po’
troppo cupa, affatto incline all’ubriachezza.
La storia di Tess inizia quando muore sua
madre, e lei ha appena sei anni. Il fratellino più piccolo sarà affidato alla
zia per un certo periodo. Come in tutte le famiglie numerose, la sorella
maggiore baderà alle sorelline, ai fratelli, al padre, alla casa, in
sostituzione della mamma. Alla morte della mamma si aggiunge, poco tempo dopo,
quella di una piccola zingara che Tess aveva incontrato per caso. L’irruzione della
morte, inspiegabile e incomprensibile per un adulto e tanto più per una
bambina, è troppo per Tess: smette di parlare. Si isola, si ritira in se
stessa- farà così anche da adulta, ogni volta che le succede qualcosa di
‘grande’, di eccessivo per la sua forza interiore.
A diciott’anni Tess parte per l’America
invitata da una zia a raggiungerla. La sorella più amata, quella più vicina a
lei per età, è già laggiù. Dopo la grande emigrazione degli anni della
carestia, il rapporto degli irlandesi con l’America è speciale: terra sognata
di cui si ha timore, il paese dalle possibilità per tutti che però ti può
inghiottire. Tess avanza timidamente su suolo americano- ma lei è un tipo
tranquillo che ha paura di mettere il piede in fallo, di discostarsi dalle ‘leggi’
di casa. Eppure succede anche a lei quello che succede a tante ragazze
dell’epoca ante-pillola. Si innamora, e una sola notte d’amore la lascia
incinta. Lui scompare. Quando proverà a rintracciarlo, Tess non si spingerà mai
lontano. Ha troppa dignità, Tess, per elemosinare amore o aiuto. E suo figlio
Theo gliene vorrà per questo. Theo, il bambino che è un regalo dell’America,
perché di certo nell’Irlanda bigotta Tess non avrebbe potuto tenere un figlio
illegittimo, che ad un certo punto si allontanerà dalla madre, cosicché lei si
rinchiuderà ancora una volta nella corazza della sua solitudine. Da cui era
uscita soltanto nella piccola abitazione di Academy Street dove aveva fatto
amicizia con la ragazza di colore che le resterà vicino per sempre.
I
critici americani hanno paragonato “Academy Street” a “Stoner” di John
Williams: è singolare che questi due libri abbiano, l’uno il nome di una strada
per titolo, e l’altro il cognome del protagonista. Avrebbero potuto entrambi
intitolarsi semplicemente “Una vita”, perché il loro fascino è proprio in
questo: nel narrare le vicende qualunque di persone qualunque in cui ognuno di
noi può riconoscere una parte di sé. Vite in cui non succede nulla di
straordinario (Mary Costello avrebbe potuto evitare di coinvolgere Theo nella
tragedia che ha fulminato l’America agli inizi del secondo millennio),
raccontate in tono pacato che, in una qualche maniera, colpisce il lettore in
profondità, lasciandogli il tempo di assorbire la storia, i sentimenti, le
reazioni dei protagonisti, misurandoli con la propria esperienza.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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