Voci da mondi diversi. Medio Oriente
FRESCO DI LETTURA
Gina Nahai, “Caspian rain”
Formato kindle, Euro 6,05
In italiano il libro è stato pubblicato nel 2008 da Mondadori con il
titolo “Sogni di pioggia”
Il mar Caspio, il grande lago salato sulla
cui riva si affaccia l’Iran, diventa un simbolo in questo bel romanzo di Gina
Nahai, scrittrice iraniana nata e cresciuta a Teheran che ha lasciato il paese
con la sua famiglia poco prima della rivoluzione. Il verde dell’acqua del
Caspio è il colore preferito di Bahar, madre dell’io narrante, Yaas. E’ il
colore dell’abito che indossa a sedici anni quando crede ancora nel principe
azzurro, quando le si illuminano gli occhi pensando ad Omid che l’ha chiesta in
sposa. E il ricordo della spiaggia sul mar Caspio dove Yaas bambina ha passato
una breve vacanza con il papà e la mamma, è nello stesso tempo fonte di gioia e
di dolore- la felicità del vedere i genitori di nuovo insieme e il crollo della
speranza di una riconciliazione.
La storia che Yaas ci racconta è ambientata
nell’ultimo decennio del regno dello Shah Reza Pahlavi, il sovrano accusato dai
rivoluzionari di essere il lacché degli Stati Uniti. Teheran è una città
moderna al passo con l’Europa.
Le donne seguono i dettami della moda
occidentale, frequentano i saloni di bellezza, partecipano a splendidi
ricevimenti. Le ragazze vanno a scuola, proprio come i loro fratelli. Anche
Bahar va a scuola quando conosce Omid. Sogna di frequentare l’università, di
diventare un’insegnante. C’è una cortina non vista, tuttavia, che separa gli
uomini dalle donne. E c’è un’altra cortina che separa le diverse zone di
Teheran. Una volta che sarà diventata la moglie di Omid, Bahar dovrà rinunciare
alla scuola. Non sia mai detto, poi, che la moglie di un uomo della condizione
sociale di Omid vada a lavorare. Bahar vivrà in una prigione dorata. Non solo.
La famiglia di Bahar vive in quello che una volta era il ghetto di Teheran, lei
sarà additata con disprezzo nei nuovi circoli eleganti in cui la porta il
marito, i parenti di lui non la accetteranno mai veramente tra di loro. E Omid
perderà la testa per un’altra donna, bellissima, seducente, ricchissima non
solo per il denaro lasciatole dal padre ma anche perché è mantenuta da un amante
che la colma di regali.
Ho scoperto per caso il romanzo di Gina
Nahai, cercando un libro da leggere per prepararmi ad un viaggio in Iran, e
“Caspian rain” mi ha conquistato. La storia è l’eterna storia della ragazza che
crede che sarà per sempre felice accanto all’uomo che ha sposato, per poi
accorgersi che il suo sogno si sgretola, che lui la tradisce, che la nascita di
un bambino (una femmina, poi!) non serve a riportarlo da lei, che la lotta per
trattenerlo è inutile. Ma Gina Nahai ha il dono di raccontare questa storia in
maniera incantevole, arricchendola con i cammei di una serie di personaggi che
non vengono chiamati per nome, ma con una perifrasi che li caratterizza. Della
famiglia di Bahar fanno parte la Sorella Piccione (il marito la rinchiude per
punizione in un gabbiotto sul tetto da dove esce ricoperta di escrementi di
piccioni), il fratello Jadid-al-Islam che si è convertito alla religione
musulmana (così per legge erediterà tutti i beni dei famigliari), l’altro
fratello chiamato il Cantante d’Opera (un simpatico nullafacente che vive nel
mondo della musica) e infine il Fratello Fantasma, il bambino morto a dieci
anni che si vede ancora in giro sulla bicicletta che pedalava quando è stato
investito. Il silenzio avvolge il Fratello Fantasma che sembra voler comunicare
con Yaas, avvisarla, forse, che lo stesso silenzio circonderà anche lei per una
forma di sordità genetica che inizia a manifestarsi quando la bambina ha sette
anni.
Yaas, il cui nome in Farsi significa
‘gelsomino’ ma anche ‘disgrazia’, non rivedrà più suo padre: partito per
l’esilio lo Shah, la prigione di Bahar e di Yaas non sarà più solo tra le mura
di casa. L’Iran sarà la loro prigione.
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