venerdì 8 maggio 2015

Marc Pastor, “Punto zero” ed. 2015

                                          Voci da mondi diversi. Penisola iberica
                                                       FRESCO DI LETTURA


Marc Pastor, “Punto zero”
Ed. Neri Pozza, trad. B. Parisi, pagg. 525, Euro 17,00
Titolo originale: Bioko


     Perché è proprio questo Fernando Poo: un carcere gigantesco, un’isola a cui destinare quelli a cui si nega il destino. L’angolo sotto la stuoia, la stanza buia, la soffitta del bordello.
  E Moisés Corvo è, contemporaneamente, guardiano e prigioniero.

   L’olandese Judas Malthus, uno dei personaggi del romanzo dello scrittore catalano Marc Pastor, “Punto zero”, ha una grande ammirazione per Jules Verne, dice di essere stato suo amico, dice anche di essere stato lui stesso, con le sue storie, ispiratore di Verne e regala una copia di “Ventimila leghe sotto i mari” al protagonista Moisés Corvo. Ecco, “Punto zero” è un romanzo d’avventura sul genere dei grandi romanzi d’avventura ottocenteschi, ricorda Verne per l’ambientazione esotica- l’isola di Bioko, al largo della costa occidentale dell’Africa- e Wells per la traccia fantascientifica della vicenda (ma anche lo stesso Verne, considerato l’anticipatore del romanzo di fantascienza). E’ un romanzo nero come l’oscurità della foresta in cui si addentra, come la pelle dei negri di diversi etnie che popolano l’isola, nemici dei bianchi o amici soggiogati dall’alcol- i cannibali fang e i bubi-, un romanzo cruento che ha il colore del sangue in scene di violenza indicibile sulle quali Mosés Corvo arriva dopo che la strage è già stata fatta e nessuno è sopravvissuto nei villaggi. Chi è stato? perché? Un altro genere si aggiunge a quello di avventura e di fantascienza, il mystery alla Sherlock Holmes. E’ un fang che indica a Moisés la modalità da seguire per individuare i colpevoli: osservare le impronte sul terreno (sembrano di scarponi militari), cercare se, nella lotta, è rimasto qualcosa nelle mani di quei miseri resti di corpi (un orologio da taschino che reca incisa una frase).

    Un abbozzo di questa trama vertiginosa che segue due filoni. Il soldato di infanteria dell’esercito spagnolo, Moisés Corvo, viene mandato per punizione sull’isola di Bioko, ribattezzata Fernando Poo dai coloni spagnoli. Moisés è giovane, indisciplinato, ribelle, lo hanno beccato mentre cercava di vendere armi. Un personaggio ruvido che ha sempre la parola pronta, che non ci piace, che impareremo ad apprezzare col tempo perché i suoi difetti diventano le sue qualità. A bordo della nave aveva conosciuto l’ambiguo Judas Malthus che non solo gli aveva offerto un lavoro nella sua coltivazione di vaniglia ma, dandogli da leggere il libro di Verne, aveva nascosto tra le pagine la copia della sua sentenza. Evidentemente l’aveva sottratta al capitano per lui, perché, però? Una volta sbarcati in quella che è, di fatto, una colonia penale, non è facile ambientarsi sull’isola. Per Moisés che non sa tacere, sono tanti i silenzi che lo circondano. I casi che si troverà a dover risolvere sono due, ed entrambi gli capitano tra capo e collo per caso e sono, in una strana maniera, collegati. Qualcuno sembra dedicarsi ad una caccia abominevole, una caccia umana che regala piaceri satanici ai cacciatori. Le vittime sono negri che vivono nel fitto della foresta e queste stragi devono essere fermate se non si vuole arrivare ad una rivoluzione. E poi scompare la bella e giovane moglie negra di un cubano deportato su Fernando Poo per motivi politici. E’ incinta. E’ fuggita o è stata rapita?

   Il secondo filone è quello che unisce la fantascienza all’avventura. Il Punto Zero che un gruppo di inglesi ricerca nel tempo presente è un lago che contiene l’oricalco, una sostanza che, usata in una certa maniera, rende possibile viaggiare nel tempo. Solo nel passato, però. Ed è difficile calibrare l’arco di tempo a cui si vuol tornare. Il dilemma che si pone è se sia possibile alterare il corso degli eventi, rivivendo quanto è già accaduto in modo diverso, un quesito che aggiunge suspense alla trama ed è pure lo stesso che ci poniamo noi di continuo- e se invece…?

    Come per tutti i romanzi di avventura, non si deve cercare profondità psicologica nei personaggi di “Punto zero” (eccezion fatta per Moisés Corvo che acquista un’altra statura morale attraverso un’esperienza di orrore). E tuttavia il romanzo di Marc Pastor è corposo, avvincente e intrigante.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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