domenica 17 maggio 2015

L.R. Carrino, “La buona legge di Mariasole” ed. 2015

           Casa Nostra. Qui Italia
            noir
            FRESCO DI LETTURA

L.R. Carrino, “La buona legge di Mariasole”
Ed. e/o, pagg. 205, Euro 16,00


    Sarò la sorella del silenzio e dell’omertà. Sarò la faccia che ordinerà chi vive e muore nella nostra città. Il mio destino è quello di portare avanti questa famiglia. il mio destino è averti perso e non c’è scampo, Giovanni, non c’è un altro modo, un altro spazio per me, come non c’è stato per te. Devo essere quello che non avrei mai voluto essere, ma è la vita che mi sta chiamando, la vita mia che devo essere e non posso dire un altro no.

     Giovanni Farnesini è morto. Uno sparo in fronte sugli scogli di Mergellina. Anche Salvatore, che era con lui, è morto. Il funerale di Giovanni, però, parte da casa sua, dove lo hanno portato per rivestirlo con un abito di Armani. I pesci seguiranno il funerale di Salvatore, ragioniere di Acqua Storta, il clan della famiglia Farnesini guidato dal boss Don Antonio, padre di Giovanni.
     Chi racconta la storia, quanto è successo a Giovanni, le vicende che hanno portato alla sua morte e quelle che seguiranno, chi spiega le complicate relazioni tra le famiglie della camorra napoletana, è Mariasole, cognome da ragazza Simonetti, moglie di Giovanni, figlia di Don Pietro Simonetti che è chiuso in carcere, nuora di Don Antonio Farnesini che tira le fila e impartisce ordini dal bunker da cui non esce da anni. Mariasole che si aspettava altro dalla vita, lei che aveva una laurea in Economia ed è finita a gestire un negozio di detersivi, lei a cui è stato imposto il matrimonio con Giovanni per un’alleanza di famiglie: lo disprezzava e poi se ne era innamorata perdutamente, tanto da perdonargli tutto, anche quello di cui era all’oscuro, ed avevano avuto un figlio. Giovanni, però, aveva fatto il peggior errore per un camorrista, quello di ragionare con il cuore e non con il cervello. Ed andava eliminato.

    Mariasole era destinata a prendere il suo posto, guadagnandosi il rispetto dei membri delle altre famiglie, ‘compagne di carne’ dei Farnesini o da loro stipendiate. Doveva fare violenza su se stessa per diventare quella che non era, far vedere di chi era figlia e di chi era nuora, altro che ‘femmina’. Sarebbe diventata ‘un uomo d’onore’. Si sarebbe guadagnata il titolo di ‘Donna’ Mariasole. A quale prezzo, però. Che scia di morti alle spalle. Il suo bambino di sette anni mandato in casa di amici a Firenze dopo che qualcuno ha cercato di ucciderlo insieme a lei, Mariasole. Il peso di una realtà mai conosciuta nei particolari e che ha il puzzo sulfureo dell’inferno. L’accettazione dell’inesorabile legge di Acqua Storta- e di tutta la camorra: chi mette a rischio la credibilità, gli interessi e l’onore del clan, chi può in qualche modo danneggiare gli altri affiliati, va eliminato senza pietà, chiunque egli sia.
    Mariasole non si tira indietro. Mariasole è costretta a ‘crescere’. Come una pianta storta, ma cresce. E tuttavia lei sarà diversa da tutti perché, prima di ogni altra cosa, lei è madre. “Sono la madre di nostro figlio Antonio e questo è tutto quello che conta e te lo giuro, Giovanni, ti giuro che nostro figlio non diventerà né come tuo padre né come te”. E allora per lei c’è una legge non registrata negli articoli della legge della camorra. “E’ una legge naturale, la legge più buona del mondo, quella che disciplina la cura di una madre per suo figlio.” Se il fine giustifica i mezzi, nell’orrore dobbiamo giustificare Mariasole.

    Scorre veloce, il romanzo dello scrittore napoletano Luigi Romolo Carrino. Un racconto agghiacciante da cui non riusciamo a staccarci, più disturbante e inquietante di qualunque trama di thriller, perché rivela una rete vasta che finisce per coinvolgerci tutti nei suoi risvolti negativi, perché lascia indovinare altro che è nascosto e che è, per questo, ancora più spaventoso e pericoloso. Carrino usa uno stile perfetto per parlarci della camorra- è come un codice da decifrare, niente viene mai detto apertamente, neppure a noi lettori, è la nostra mente che deve saltare agilmente al di là delle parole, afferrando il non detto o sottinteso o alluso.

    
la recensione sarà pubblicata su www.wuz.it


Nessun commento:

Posta un commento