Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
FRESCO DI LETTURA
Catherine Dunne, “Un terribile amore”
Ed. Guanda, trad. Ada Arduini,
pagg. 328, Euro 15,30
Titolo originale: All That I’ve Loved
Quando finisce, a voce bassissima, quasi impercettibile, Yiannis
domanda: “Dove sono i bambini?”
“Li ha presi Alexandros. Insieme a tua madre.” E a quel punto Calista
non riesce a trattenersi. “perché lo proteggete tutti?” grida. “E’ arrogante,
bugiardo e picchia sua moglie. E tu lo sapevi! Lo sapevi che Alexandros mi
picchia!” Cerca di alzarsi, ma ricade di nuovo sul divano.
“Un terribile amore” è il titolo
del nuovo romanzo della scrittrice irlandese Catherine Dunne, e c’è qualcosa di
diverso in questo nuovo libro che parla sempre di donne con quell’empatia che è
la specialità della Dunne, ma con un’apertura di orizzonti che riflette quella
dell’Irlanda, uscita dalla sua smeraldina isolazione con il miracolo economico.
La storia della protagonista, Calista, si svolge solo in minima parte a
Dublino, per lo più a Cipro e a Londra e in Estremadura, mentre quella dell’altro
personaggio principale, Pilar- una storia importante che accompagna quella di
Calista, sottolineandone la tematica- è interamente ambientata in Spagna, tra
Madrid e Torre de Santa Juanita in Estremadura, il luogo dove le due vicende si
uniscono e si ricompongono in quella casualità che è il destino.
Quanto sia terribile l’amore di Calista per
l’affascinante Alexandros, quanto sia terribile anche l’amore di Pilar per
Pedros (in senso diverso), lo apprenderemo durante la lettura del romanzo, uno
dei più belli di Catherine Dunne. Forse l’amore è sempre terribile, anche se in
maniera meno cruenta e drammatica, lo era pure negli indimenticabili primi
romanzi della Dunne, “La metà di niente” o “Una vita diversa”, dove le donne
soffrono sempre per amore o rinunciano a parte di se stesse per amore. Calista
ha solo diciassette anni quando incontra Alexandros durante una cena a cui suo
padre ha invitato colleghi di lavoro. Lui ha dieci anni più di lei, un fascino
tenebroso a cui Calista non sa resistere. Resta incinta. Che altra scelta ha,
oltre al matrimonio, nella cattolica Irlanda del 1966? E poi Calista è
innamorata, quale diciassettenne ascolta le premonizioni della mamma? Non si
era forse sposata giovane anche sua madre? Non era venuta dalla Spagna a vivere
in Irlanda? Calista andrà a Cipro e, no, non immaginava quanto sarebbe stato
duro e difficile ambientarsi in un paese in cui l’uomo è padrone, è solo lui
che conta, le donne- suocera inclusa- sono pallide ombre che prendono vita per
attirare l’attenzione maschile. Soltanto quella del marito, però- Alexandros è
gelosissimo, ingiustificatamente. Alexandros è violento, Alexandros è
rancoroso. L’idillio finisce presto, Calista è prigioniera nell’isola, nel
matrimonio. Nasce una bimba, Imogen. Ha sbagliato anche in quello: doveva
mettere al mondo un maschio. Che nascerà, erede atteso, a distanza di cinque
anni da Imogen.
Pilar ha più o meno l’età di Calista
quando, incoraggiata dalla madre, se ne va da Torre de Santa Juanita. A Madrid
l’uomo che è stato il grande amore della mamma la aiuta ad inserirsi. Pilar è
intelligente e ambiziosa, sa con certezza che non si lascerà mai incastrare in
un matrimonio, a partorire un figlio dopo l’altro. Lavora in un ristorante di
lusso e poi come portinaia, risparmia, acquista immobili, raffina il suo gusto,
incontra Petros, un cipriota molto più vecchio di lei, sposato con figli
adulti. Pilar sa che lui non lascerà mai la moglie per lei ma ha scoperto
l’amore. E le piace la vita che lui le fa fare. Resta incinta- non se l’aspettava.
Petros scompare, non c’è bisogno di dirlo.
L’inizio del romanzo è anche la fine- o
quasi. E’ il 1989. Nella stanza da letto di un appartamento in un lussuoso
condominio di Madrid una coppia viene assassinata. Lui si fa chiamare Mr.
Alexander. Ci vuol poco a capire che è l’Alexandros di Calista. La portinaia
che, insospettita, trova i corpi, è Pilar. Calista è in attesa di una
telefonata nella casa che si è fatta costruire- stile Frank Wright- a Torre de
Santa Juanita. Ha solo quarant’anni, Calista, e i capelli le sono diventati
interamente bianchi in una notte, anni prima. Il tempo va avanti e indietro, in
“Un terribile amore”, la scena si sposta seguendo la vita delle due
protagoniste. Catherine Dunne è superba nello scandagliare l’animo delle due
donne, la loro sofferenza e le loro gioie, le loro reazioni e, soprattutto,
l’istinto viscerale che le porta a scegliere, tra gli amori, quello per i
figli, anche se mai lo avrebbero sospettato.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Catherine Dunne sarà presente al Salone del Libro di Torino 2015
Catherine Dunne sarà a Verona sabato 26 settembre: una bella occasione per parlare di #unterribileamore
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