martedì 30 dicembre 2014

Emma Healey, “Elizabeth è scomparsa” ed. 2014

                                             Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

                                                                FRESCO DI LETTURA

Emma Healey, “Elizabeth è scomparsa”
Ed. Mondadori, trad. Manuela Faimali, pagg. 285, Euro 17,00
Titolo originale: Elizabeth is Missing


      Nevicava. Una giornata perfetta, neve a dicembre, per immergersi nella lettura. Ho preso in mano “Elizabeth è scomparsa” e ho incominciato a leggere. Non mi sono accorta che aveva smesso di nevicare. Di certo, ad un certo punto, devo essermi interrotta per mangiare. Non mi sono accorta di aver acceso la luce. Quando ho finito il libro era ora di spegnere la luce e mettersi a dormire. Con la mente che seguiva il personaggio di Maud, di sua figlia Helen, della nipote Katy. E no, “Elizabeth è scomparsa” non è un giallo che fa girare le pagine febbrilmente per paura o per curiosità, anche se c’è un pizzico di mistero su dove possa mai essere finita Elizabeth, l’amica di Maud. E’ un romanzo scritto da una ventottenne inglese che dimostra una maturità incredibile nel trattare l’argomento e un’altrettanto incredibile bravura stilistica.
    La parola ‘Alzheimer’ non viene mai detta, ma la smemoratezza di Maud supera il limite della casualità. Maud deve avere più o meno ottant’anni, vive da sola, accudita e sorvegliata dal personale di assistenza che si avvicenda intorno a lei (e che lei spesso non riconosce) e dalla figlia Helen che- dobbiamo dirlo- ha un’infinita pazienza. Maud, o qualcun altro per lei, scrive dei memoranda su foglietti che spuntano dalle sue tasche, dalla borsa, dai cassetti, vecchi, nuovi, molto spesso uguali ad altri già scritti, come quello che raccomanda di non comprare altre pesche sciroppate (e Maud va al negozio e compra altre pesche sciroppate),
di non cucinare nulla, non ne ha bisogno, è tutto pronto (ma come, non può farsi un uovo? e poi lascia il gas acceso), di non mangiare più pane tostato (Maud risolve mangiando il pane senza farlo tostare, non ricorda proprio se ha già mangiato o no). Soprattutto abbondano i foglietti con scritto ‘Elizabeth è scomparsa’, la preoccupazione principale di Maud che è entrata di soppiatto in casa dell’amica per verificare- non c’è proprio, il frigorifero è vuoto. Maud non si fida di quello che dice il figlio di Elizabeth a cui lei telefona alle tre del mattino (non ha idea dell’ora, naturalmente), che sua madre sta bene.
    E’ Maud che racconta in prima persona e, ad un certo punto, il passato si sovrappone al presente nella sua mente, la confusione smemorata in cui sono immerse le sue giornate diventa confusione temporale, il passato è più vivido del presente, i ricordi di Maud sono nitidi e precisi. Non è solo la tendenza naturale degli anziani a rivivere la giovinezza, è il rovello di Maud, la scomparsa di Elizabeth, che la fa ritornare a pensare a quando- la guerra era finita da poco- sua sorella Sukey era scomparsa. La storia di quegli anni, il pensionante che alloggiava da loro e che forse era innamorato di Sukey, il razionamento dei viveri, le macerie dei bombardamenti, il matrimonio di Sukey con un uomo ambiguo e trafficone che faceva soldi con il mercato nero, la scomparsa di Sukey e il dolore dei genitori, acquista sempre più spazio nella narrativa di Maud. Le indagini fatte allora per ritrovare Sukey si mescolano alla sua ricerca di Elizabeth, mentre, tra il riso e il pianto, la figlia Helen va a prenderla nella stazione di polizia ogni volta che Maud si perde per strada, oppure nella casa che Maud continua a pensare sia sua, scordandosi che è stata venduta e ci abitano altre persone, rispondendo alle domande sempre uguali della madre, anche se sa che gliele rifarà nel giro di pochi minuti. Domande su Elizabeth, ma anche un’altra domanda fissa a cui Helen, curatrice di giardini, non fa caso perché le pare assurda, ‘qual è il terreno migliore per coltivare gli zucchini?’. E invece non è poi tanto assurda…

    Il libro- bellissimo- di Emma Healey è un libro sulla scomparsa. Non sono soltanto Elizabeth e Sukey ad essere scomparse, è Maud stessa che è scomparsa a se stessa. Che cosa è rimasto di Maud, la Maud che indossava gli abiti della sorella, la Maud sposa e madre che ora, ogni tanto, non riconosce neppure sua figlia? Scomparsa quanto Sukey, più scomparsa di Elizabeth. Possiamo sentire il nostro cuore farsi pesante, leggendo “Elizabeth è scomparsa”. Potremmo avere un rifiuto nel leggere di quello che potrebbe essere il nostro destino oppure nel riconoscere il comportamento di qualcuno che amiamo e di cui vediamo la mente sgretolarsi. Eppure, nelle pagine di Emma Healey, c’è un calore, un’empatia, un’aria di divertita rassegnazione, un’accettazione di quello che la vita ha in serbo per noi, che rendono il libro straordinario e, in una maniera strana, consolante.

Un libro che lascia il segno. Da non perdere.


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