domenica 28 dicembre 2014

Leif GW Persson, “In caduta libera come in un sogno” ed.2008

                                                                  vento del Nord
                                                                 cento sfumature di giallo
     il libro ritrovato


Leif GW Persson, “In caduta libera come in un sogno”
Ed. Marsilio, trad. Giorgio Puleo, pagg. 550, Euro
Titolo originale: Faller fritt som i en dröm



    “Quando ti trovi di fronte a una verità importante...puoi avere un effetto più devastante di quando scopri una grande menzogna. La verità ti colpisce molto di più di una menzogna. E quando la vedi davanti a te puoi andare in caduta libera come in un sogno. Come in uno di quei sogni orribili.”

   E’ il tentativo romanzesco della ricerca della verità il cuore di tenebra di “In caduta libera come in un sogno”, il libro del criminologo svedese Leif Persson che conclude la trilogia iniziata con “Tra la nostalgia dell’estate e il gelo dell’inverno”- una serie che è stata paragonata alla trilogia di Ellroy e ai libri inchiesta di Norman Mailer, un quadro molto noir dell’algida Svezia paradiso dello Stato Sociale.
E la conclusione non poteva essere altro che un’indagine esaustiva e particolareggiata del caso irrisolto più famoso d’Europa: l’omicidio del Primo Ministro Olof Palme, alle ventitre e venti di venerdì 28 febbraio 1986. Ucciso con un colpo di revolver alle spalle, nel centro di Stoccolma, mentre tornava con la moglie dal cinema.
Olof Palme
Ventun anni, cinque mesi e quattordici giorni dopo quel giorno di cui tutti ricordano lo shock della notizia, il capo della polizia nazionale Lars Martin Johansson, “l’uomo che vede dietro gli angoli” che già abbiamo conosciuto nei romanzi precedenti e ormai prossimo alla pensione, decide di riaprire le indagini, invitando i suoi collaboratori a riguardare con occhi nuovi tutta la documentazione (immensa, gli scatoloni ripieni di scartoffie occupano lo spazio equivalente a sei stanze). Come se fosse facile, in un caso che è già stato discusso e analizzato nei minimi particolari. Quando molte delle persone coinvolte, testimoni, informatori, possibili sospetti, sono ormai decedute. Alcuni anche in maniera piuttosto sospetta, a dire il vero. Ma almeno due dei commissari del cosiddetto “gruppo Palme”- la dirigente di polizia Anna Holt e la ‘piccola’ Lisa Mattei- erano veramente giovani all’epoca dei fatti e saranno loro gli ‘occhi freschi’ più adatti a riesaminare il caso.
     “In caduta libera come in un sogno” è una detective story singolare, prima di tutto perché riguarda un assassinio politico che è veramente accaduto, e poi per lo svolgersi stesso della trama, in quella maniera lenta, approfondita ed esaustiva che è la cifra dello stile di Leif Persson, come abbiamo osservato anche nel romanzo dal titolo altamente indicativo “Anatomia di un’indagine”. I movimenti del Primo Ministro nella sera fatale (l’aver congedato la scorta che era solito avere, la decisione di andare al cinema- chi era informato? in teoria lo aveva deciso all’ultimo momento, in pratica però…) vengono detti, ripetuti e analizzati; i passi dell’assassino vengono seguiti secondo tutte le possibili varianti indicate dai diversi testimoni (c’è persino una piccola mappa ad inizio libro); le differenti piste sono sviscerate da capo (c’era stato un povero diavolo che era stato subito incriminato, perché ci deve sempre essere un capro espiatorio da dare in pasto ai cittadini che esigono giustizia, un tal Christer Pettersson, il Lee Oswald della situazione; c’era stata addirittura una pista curda, perché è molto confortante pensare che l’assassino sia uno straniero…). Finché si arriva alla pista della polizia- perché mai era stata accantonata? Perché informazioni di chi aveva riconosciuto un ex poliziotto erano state insabbiate? Incartamenti registrati e scomparsi, un revolver che risulta falsamente rottamato, una traccia che porta in Spagna…

     La teoria che Leif Persson sviluppa nel suo romanzo potrebbe essere vera, o almeno potrebbe avvicinarsi alla verità, una verità così traumatizzante da dare l’impressione del sogno di quando improvvisamente cadi a capofitto in un buio che non finisce mai, così terribile che quando finalmente ti svegli hai la sensazione che il tuo petto stia per scoppiare. Perché non c’è niente a cui aggrapparsi nella voragine che si è spalancata davanti. Perché vengono meno tutte le certezze che tengono insieme una società civile  e democratica. Perché anche i migliori- come lo stimatissimo Lars Johansson- appaiono corruttibili dalla prossimità del Potere. Salvando solo un pezzo della sua anima, “Darò le dimissioni. Li ho già informati. Non ne posso più di quel lavoro. Non avrei mai creduto che potesse succedere, ma è così.”

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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