Voci da mondi diversi. Cina
il libro ritrovato
Bi Feiyu, “I maestri di tuina”
Ed. Sellerio, trad. Maria
Gottardo e Monica Morzenti, pagg. 395, Euro 16,00
Titolo originale: Tui Na
Le maestre di tuina passarono la serata a mandare agli amici lontani dei
brevi messaggi nervosi, quasi apprensivi: Lo sai? Nel nostro centro c’è una
certa Du Hong, è così bella che non te la immagini neanche! Non c’era la minima
invidia in loro, come avrebbero potuto invidiare una bellezza che era arrivata
a colpire un vero regista? Descriverla non potevano, non erano in grado, ma
questo non importava. Potevano ingigantirla o per lo meno metterci dentro un
bel po’ di emozioni. Perché “bellezza”, in fondo, non è altro che un suono che
descrive stupore. Non è una parola, è un’aria, un canto.
Il tuina è una tecnica di massaggio
corporeo che fa parte della medicina cinese- anzi, è uno dei quattro ‘rami’
della medicina cinese insieme alle terapie sorelle che sono l’agopuntura, il
qigong e la medicina a base di erbe. Impariamo tante cose leggendo “I maestri
di tuina” dello scrittore cinese Bi Feiyu, non soltanto su questa tecnica che
ha il fascino misterioso dei rimedi orientali per la salute, ma soprattutto sui
‘maestri’ che lo praticano e che sono per lo più ciechi. E questo è un altro
dettaglio intrigante per le associazioni di idee che implica. Se finora il
pensiero di un cieco ci richiamava alla mente la figura di un poeta che crea
con le parole il mondo che non vede, o quella di un indovino dal potere
visionario, adesso immaginiamo delle mani che hanno bisogno di sensibilità e
forza- e non di occhi che le dirigano- per manipolare un corpo dando sollievo
al dolore, rilassando la muscolatura, assorbendo esse stesse il male del
paziente. Senza che questi provi il disagio di mostrare la sua nudità che viene
tuttavia indovinata dal tocco esperto.
Il Centro
Maestri Nonvedenti di Tuina Sha Zongqi, a Nanchino, è la cornice in cui Bi
Feiyu colloca le storie dei suoi personaggi- Sha Fuming e Zhang Zongqi (i due
amici che hanno aperto il centro in società finché un giorno decidono di
dividersi), il dottor Wang che sognava di dirigere un centro tutto suo e invece
deve accontentarsi di lavorare presso Sha Fuming, Xiao Kong che si innamora di
Wang, Xiao Ma che si innamora della già impegnata Xiao Kong, la bellissima Du
Hong che era una dotata pianista prima di diventare massaggiatrice, il ragazzo
complessato per il forte accento campagnolo e la ragazza che si innamora di lui
dopo aver sentito parlare della sua infelice storia d’amore. Bi Feiyu non ci
racconta dell’uno e dell’altro isolandoli in cammei. I maestri di tuina
condividono un dormitorio, è difficile che non sappiano tutto o quasi di
ognuno. I ciechi hanno più di un senso extra a sostituire quello mancante,
hanno le antenne per sentire quello che non vedono, devono affidarsi alla voce
per comunicare ciò che i ‘normodotati’ comunicano con uno sguardo.
Quando Xiao
Kong si chiude con Wang per far l’amore in fretta e furia, si dispera perché si
sono spogliati di volata, lanciando gli indumenti per terra: è qualcosa da non
fare mai, perché, come riusciranno a
rivestirsi, se devono farlo velocemente? Quando di sera Xiao Kong si reca in visita
al promesso sposo, per l’imbarazzo parla a lui stuzzicando in sua vece Xiao Ma.
E così Xiao Ma si innamora di lei. Nel frattempo noi siamo venuti a conoscere
la storia di Xiao Ma e di quanto sia differente nascere ciechi o perdere la vista, come è successo a lui quando
aveva nove anni. Quando Du Hong (che ha
alle spalle la storia della sua rinuncia a suonare perché rifiutava applausi
immeritati e dettati dalla compassione) si rompe il pollice, abbiamo subito
chiara la portata del dramma: come fa ad esercitare la pressione durante il
massaggio? Sha Fuming, però, la utilizzerà per il massaggio dei piedi per cui
il pollice non è essenziale. Le riflessioni di Sha Fuming, che si è innamorato
di Du Hong sentendone decantare la bellezza, ci fanno soffermare su qualcosa di
meno ovvio delle difficoltà quotidiane dei maestri ciechi. Sha Fuming si pone
delle domande a cui un cieco non sarà mai in grado di dare risposta- che cosa è
la bellezza? E il sublime? E i colori, il rosso, il verde, come sono i colori? O qualunque altra cosa non tangibile?
Ogni personaggio ha la sua storia in cui
entrano frammenti di cultura, di costumi, di vita cinesi, dalla legge del
figlio unico (ma Wang era nato cieco e perciò i suoi genitori furono
autorizzati ad avere un secondo figlio) alla mafia cinese, dalle usanze sulla
cerimonia nuziale (una ragazza sogna l’abito bianco, addirittura la cerimonia
in chiesa come in Occidente) alle ambizioni dei genitori per avere un genero
vedente, all’imperversare dei telefoni cellulari.
Un romanzo insolito, ricco di un umorismo che stempera il dramma e di
una poesia dolce e amara.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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