lunedì 15 dicembre 2014

Bi Feiyu, “Le tre sorelle” ed. 2014

                                                         Voci da mondi diversi. Cina
                                                         FRESCO DI LETTURA





Bi Feiyu, “Le tre sorelle”
Ed. Sellerio, trad. Maria Gottardo e Monica Morzenti, pagg. 354, Euro 16,00
Titolo originale: Yumi, Yuxiu, Yuyang


Non fosse stato per la vicenda di Wang Lianfang e le sue conseguenze sulla reputazione della famiglia, Yumi e il suo aviatore sarebbe ro stati ancora felicemente insieme. Ma anche tenendo conto che lui l’aveva lasciata, perché una ragazza come lei era arrivata ad accettare un matrimonio del genere? L’unico motivo plausibile era che con le sue nozze Yumi volesse riscattare la famiglia.

      Cina. Un piccolo villaggio mai nominato. Potrebbe essere ovunque nella vastità del paese, di certo non vicino a Pechino se, ogni volta che si parla dell’ora, si sottolinea ‘ora di Pechino’. Nella famiglia Wang è nato il primo maschio dopo sette femmine. Finalmente, si può ben dire. La signora Wang si può mettere a riposo, intanto suo marito si dà da fare, come ha sempre fatto, con altre donne. Nonostante sia segretario locale di Partito, oppure proprio approfittando della sua posizione, Wang Lianfang è andato a letto con quasi tutte le donne del villaggio. Disgustoso, quando si hanno delle figlie in età da marito. Dannoso per la loro reputazione. E infatti la primogenita Yumi è abbandonata dal fidanzato pilota su cui aveva tanto fantasticato per sfuggire alla sua famiglia.
     Delle sette sorelle Wang il romanzo “Le tre sorelle” ci racconta la storia- come dice il titolo- di tre: la maggiore, Yumi, la terza figlia (la più bella), Yuxiu, e la più piccola, Yuyang. Osserviamo che, come d’uso, i caratteri iniziali dei nomi delle sorelle (anche quelli delle altre quattro) sono tutti uguali e significano ‘giada’. Tre sorelle, tre caratteri diversi e tre sorti diverse ad illustrare l’evolversi della Cina in un’epoca recente che cerca di compiere un balzo in avanti nella modernità ed è pur sempre memore di Mao e dei suoi detti lapidari.
Ci sono sempre storie d’amore, quando si parla di donne, e lo sono quelle di Yumi e di Yuxiu anche se tuttavia riflettono due caratteri differenti. Dopo la prima delusione Yumi  decide di sposare un uomo non più giovane. Basta romanticismi, basta volare sulle ali dell’amore con il pilota al servizio della patria, il funzionario di governo che Yumi sposerà attende prosaicamente la morte della prima moglie per convolare a nozze con Yumi. Soldi e potere, però, sono un ottimo surrogato dell’amore. Tanto più che Yumi resta quasi subito incinta. La terza sorella è sempre stata la bellezza di famiglia. Bellezza infangata da un terribile incidente: Yuxiu è stata vittima di uno stupro. Che speranze ha di sposarsi? Yuxiu tende a dimenticare quello che è successo. Quando arriva a casa di Yumi con la speranza che il cognato possa trovare un lavoro anche per lei, si innamora del figlio maggiore di questi, ne resta incinta. Ma una conclusione felice non è possibile. Tra gelosie di vecchia data e rivalità più recenti tra le due sorelle, tra chiacchiere e pettegolezzi, il lettore vedrà quello che accade. E intanto arriva sulla scena la sorella minore, Yuyang, la piccola a cui Yumi aveva fatto da madre in sostituzione della vera madre sempre più disinteressata alle figlie che nascevano un anno dopo l’altro. La differenza d’età tra la maggiore e la minore spiega il cambiamento di ambizioni e di ambientazione. Non più il ristretto ambiente domestico, non più la ricerca di un marito per sistemarsi, è in un campus universitario che si svolge la piccola storia di Yuyang. Non bella, non particolarmente brillante, Yuyang si trova ad affrontare le difficoltà, le dicerie, le invidie tra studenti nonché la concupiscenza di un professore e verrà reclutata come ‘spia’.
     Con brio, ironia e gentile umorismo Bi Feiyu (di cui abbiamo già apprezzato il bel romanzo “I maestri di Tuina”, vincitore del Premio Mao Dun 2011) ci racconta di una Cina stranamente priva di riferimenti politici e temporali, incerta sui modelli da seguire e sulla direzione da prendere, sospesa in un’epoca di cambiamenti, non violenti quanto quelli scatenati dal Grande Timonieri ma ugualmente importanti- e sconcertanti.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it



    

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