lunedì 18 agosto 2014

Simone Sarasso, "Confine di Stato" ed. 2007


Casa Nostra. Qui Italia
il libro ritrovato


Simone Sarasso, “Confine di Stato”
Ed. Marsilio, pagg. 414, Euro 18,00

    Sul retro copertina del romanzo “Confine di Stato” del giovane Simone Sarasso leggiamo quello che ne dice un altro scrittore già affermato, Valerio Evangelisti, “Attenzione. Siamo di fronte a un libro importante e a un esordio strepitoso.” Siamo d’accordo con Evangelisti, questo è un romanzo importante e un ottimo esordio. E ci fa piacere l’onestà intellettuale dello scrittore che, in un capitolo finale, riconosce i suoi debiti, a Lucarelli e a Genna, a Ellroy e ai Wu Ming: “Questo non è il tipo di roba che si scrive da soli. Senza i libri che sono venuti prima di me, Confine non esisterebbe.”
    “Confine di Stato” inizia con un prologo, cinque persone che parlano di “quel” giorno, del 12 dicembre 1969 che per l’Italia è una data drammatica quanto l’11 settembre per gli Stati Uniti. Il giorno in cui scoppiò la bomba alla banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana. Resta a vedere se la vera tragedia sia in quanto accadde quel giorno o trentasei anni dopo, nel 2005 quando si concluse il processo, assolvendo tutti per insufficienza di prove: “Non è successo niente”, scriveva Il Manifesto. Come nel teatro dell’assurdo, o in un romanzo orwelliano.

Simone Sarasso parte da un delitto del dopoguerra per intrecciare le fila che portano a Piazza Fontana, e facciamo subito osservare che, anche se “Confine di Stato” è un romanzo e, in quanto tale, modifica, ritocca, cambia i nomi delle persone sulla scena italiana, quanto viene raccontato è sostanzialmente vero e corrisponde a quanto realmente accaduto. E il “caso” Montesi è dietro l’assassinio della diciottenne Ester Conti del romanzo, trovata morta su una spiaggia a 40 Km. da Roma. Difficile non afferrare il ridicolo di un’indagine che accettava per buona la motivazione che Ester era andata (da Roma!!!) a fare un pediluvio perché soffriva di un eczema ai piedi e che, colta da malore, era annegata. La domanda, quindi, per questo delitto, così come per tutti gli altri incidenti e le altre morti che si inanellano pagina su pagina, è non tanto ‘come’ ma ‘perché’, perché un fatto sia manipolato e a uso di chi. Chiunque nutra ancora delle illusioni sull’esistenza di certi valori, le perde leggendo il libro di Sarasso, deve riconoscere che è così, che la verità non interessa a nessuno e che conta solo il peso politico delle storie intorno a quello che è avvenuto- allora e adesso. Succede, è successo, che un pezzo di Stato ne spii un altro, che giornalisti vengano messi a tacere, che individui di un’aggressività eccessiva e pericolosa vengano addestrati sotto copertura ufficiale per uccidere. Per chi ha vissuto in quegli anni, leggere il libro di Sarasso provoca una sorta di vertigine, una nausea davanti all’immondezzaio scoperto. Perché è in grado di ricordare le spiegazioni che non chiarivano nulla, rivede come in un filmato al rallentatore le scene di quegli anni, l’incidente aereo in cui perse la vita il presidente dell’ENI, l’editore milanese morto su un traliccio, gli scontri tra polizia e studenti nelle strade di Milano. La tentazione sarebbe di liquidare come fantascientifiche le ricostruzioni di Sarasso, se non fosse che sono tremendamente plausibili.

     Un libro importante, “Confine di Stato”, come è stato importante “Romanzo criminale” di De Cataldo, perché entrambi fanno per la nostra storia recente quello che altri scrittori stranieri hanno fatto per i loro paesi- possiamo non credere a tutto ma ci obbligano a fermarci e a rivedere il passato con una nuova chiave di lettura. Quanto allo stile di Sarasso, è vivissimo, brillante, composito, sfrutta i registri più diversi, dall’articolo di giornale all’intercettazione telefonica, dalla forma delle lettere al dialogo serrato. A volte è come se lo scrittore fosse dietro una cinepresa e a volte è come se stesse sfogliando documenti negli archivi. Come dice Evangelisti, “Non perdetevi questo romanzo”.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
Simone Sarasso sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova 2014




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