sabato 9 agosto 2014

Håkan Nesser, "Era tutta un'altra storia" ed. 2007

                                                        cento sfumature di giallo
                                                        vento del Nord
il libro ritrovato


Håkan Nesser, “Era tutta un’altra storia”
Ed. Guanda, trad. Carmen Giorgetti Cima, pagg. 528, Euro 18,00                 

    Primo avvertimento (suggerito dall’ispettore Eva Backman nel corso delle indagini al centro del romanzo di Håkan Nesser): “Non fidarti mai di uno scrittore”.
Secondo avvertimento (sembra uguale al primo ma non lo è, ed è una lezione che impariamo da Agatha Christie): Non fidatevi del narratore.
A questo punto non credo proprio di svelare nulla se aggiungo anche che era proprio tutta un’altra storia e che solo a lettura completata capirete il significato del titolo ambiguo e intrigante, “Era tutta un’altra storia”.
     Lo scrittore svedese Håkan Nesser riporta sulla scena Gunnar Barbarotti, il simpaticissimo ispettore italo-svedese già protagonista de “L’uomo senza un cane”. Separato dalla moglie, tre figli di cui la maggiore, Sara, ha scelto di vivere con lui ma ora è appena partita per Londra, una donna che ha conosciuto in Grecia e di cui è innamorato, Gunnar Barbarotti ha ereditato dai geni del padre italiano (mai conosciuto, peraltro) una certa qual leggerezza, un’allegria e un umorismo che lo rendono molto diverso dai commissari che affollano la scena del ‘giallo’ nordico. In più, Gunnar ha un filo diretto con Dio. No, non è pazzo, le sue chiacchiere con Dio sono la manifestazione di una sua necessità interna, a metà tra il gioco e la scommessa, o la sfida. Un gioco che ha le sue regole e un punteggio ad aggiungere o a scalare, se Dio ‘risponde’, o quanto meno dà un segno della sua esistenza. Ah, sì: vietato chiedere a Dio di intervenire a risolvere le malefatte umane.
     L’inizio del romanzo è idilliaco, con Gunnar che raggiunge Marianne su un’isola. Ma la vacanza dura poco: nella posta che Gunnar ha ritirato di fretta prima di partire c’è una lettera in cui uno sconosciuto annuncia la sua intenzione di uccidere un tal Erik Bergman. Che infatti verrà accoltellato mentre fa jogging.

Seguiranno altre lettere e il ritrovamento di altri tre cadaveri- solo quello di un uomo, la cui morte è stata pure annunciata, non viene restituito dal mare dove si presume sia stato gettato. Ma le pagine degli avvenimenti macabri del 2007 sono inframmezzate da quelle di un diario scritte nel 2002 da Mousterlin, in Bretagna,  
e il lettore parte quindi con un vantaggio su Barbarotti che non sa assolutamente nulla di quella vacanza di cinque svedesi e un Sesto Uomo che si presume sia quello che scrive (controparte drammatica della vacanza d’amore del nostro Gunnar). Il lettore sa che i sei avevano fatto una gita in barca, si erano portati dietro una ragazzina dallo strano nome di Troaë, c’era stata un’avaria, una tempesta, la bambina era caduta in acqua…Sa molto altro ancora; anzi, il lettore si trova nella strana posizione di sentirsi un voyeur dentro l’indagine poliziesca. Finché tutto verrà ribaltato, alla fine del romanzo. Anche quello che credevamo di sapere, la serie di delitti che paiono la conseguenza di qualcosa di casuale.

      Ancora una volta dobbiamo riconoscere che la narrativa nordica di gialli, di thriller, di romanzi di indagine poliziesca, di noir o di mystery che dir si voglia, ha qualcosa di più rispetto a quella di provenienza diversa. Più originalità, più sottigliezza e nello stesso tempo più complessità, più eleganza di stile e un maggior rifiuto di facili soluzioni. “Era tutta un’altra storia” non appartiene soltanto a un genere- è un romanzo tout court, una di quelle letture che soddisfano, che intrattengono. E che fanno pensare.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net



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