giovedì 7 agosto 2014

Håkan Nesser, “La rondine, il gatto, la rosa, la morte” ed. 2013

                                                       cento sfumature di giallo
                                                       vento del Nord
                                                       il libro ritrovato

Håkan Nesser, “La rondine, il gatto, la rosa, la morte”
Ed. Guanda, trad. Carmen Giorgetti Cima, pagg. 509, Euro 19,50
Titolo originale: Svalan, katten, rosen, döden

     D’altro lato c’era naturalmente l’opposto. Vite che viste da fuori sembravano abbastanza accettabili e normali, ma che potevano nascondere abissi di tenebra. Abissi assolutamente incomprensibili.
   Forse, le venne in mente a un tratto, è un assassino di questo genere, l’uomo a cui stiamo dando la caccia. Una persona apparentemente normale che si comporta in maniera impeccabile novantanove giorni su cento, ma che poi, quando qualcosa si spezza…o riaffiora…può commettere le azioni più spregevoli. Sì, ora che ci pensava si rendeva conto che era del tutto plausibile.


         Morire nell’incanto di un’isola greca: nella scena di apertura del nuovo romanzo di Håkan Nesser, “La rondine, il gatto, la rosa, la morte”, su un balcone che si affaccia su uno scenario di ulivi e mare, un uomo sembra voler accarezzare il collo della moglie. La strangola. Lei gli aveva appena detto di amare un altro.
E’ il primo di una serie di omicidi che si ripeteranno con la stessa modalità tra il 1995 e il 2000, in luoghi diversi, e ci vorrà parecchio prima che gli investigatori colleghino i casi l’uno all’altro.
    Nell’agosto del 2000, a Maardam (la cittadina universitaria inventata da Nesser per l’ambientazione dei suoi romanzi), un uomo aitante corteggia Martina Kammerle, madre della sedicenne Monica. La donna ha ben ragione di sentirsi lusingata dalle sue attenzioni: lei non è del tutto ‘a posto’, soffre della sindrome bipolare, non ha né un lavoro né amicizie. Una sera in cui l’uomo, che dice di chiamarsi Benjamin Kerran, si trova da solo con Monica, sappiamo già che cosa succederà. Anche Monica è molto sola, i compagni di scuola la evitano- tutti sanno delle stranezze di sua madre. Quando entrambe scompaiono, ci vuole più di un mese prima che la sorella di Martina si insospettisca e mandi il marito a bussare alla sua porta. L’ispettrice Ewa Moreno è incaricata delle indagini e il commissario Van Veeteren sarà chiamato ad aiutare. Ma questo avverrà dopo, dopo che un’altra donna è scomparsa, dopo che l’ispettore Reinhart è stato ricoverato in ospedale per un incidente- e invece no, non si è trattato affatto di un incidente fortuito: qualcuno gli ha dato uno spintone facendolo cadere dal marciapiede davanti ad un autobus in arrivo. Era arrivato vicino a scoprire qualcosa di importante?
     “La rondine, il gatto, la rosa, la morte” non è un thriller mozzafiato, ma il suo pregio sta proprio in questo, nel prendersi il tempo di raccontare la storia di un uomo che si è macchiato molto presto della sua prima colpa e, insieme alla sua, le storie delle persone che hanno avuto la disavventura di incrociare il suo cammino. Perché è perfino banale dire che non c’è carnefice senza vittima, ma è chiaro che spesso le nevrosi di un assassino trovano un incastro perfetto nelle nevrosi o nelle debolezze delle sue prede.
In più è sempre un piacere incontrare di nuovo l’anziano Van Veeteren che deve ripetere in continuazione a tutti di non chiamarlo ‘commissario’ perché è da anni in pensione, che vive ormai insieme alla donna che gli pare un regalo aver conosciuto, che fa il nonno baby-sitter alla domenica pomeriggio intenerendosi sulla nipotina, che è un più che esperto e colto libraio. Capace, infatti, di seguire il filo rosso lasciato dietro di sé da un assassino che noi abbiamo sempre visto all’opera ma che ha ogni volta accuratamente cancellato le sue tracce. Un assassino che deve conoscere molto bene il mondo dei libri se si presenta alle future vittime con il nome di personaggi letterari diversi scelti significativamente.

     Il romanzo termina a Cefalonia, dove è iniziato, con un breve accenno ai ben più gravi fatti di sangue avvenuti nell’isola sul finire della seconda guerra mondiale. E il ritmo accelera, anche se Van Veeteren non pare proprio volersi far sciupare l’incanto di quella che è pur sempre una breve vacanza lontano dal freddo Nord del paese inventato (potrebbe essere la Svezia, ma anche la Danimarca o la Norvegia) in cui si trova l’inventata Maardam. Ci aspetta più di una sorpresa in questo finale. Dal numero degli inseguitori dell’assassino al comportamento del molto umano Van Veeteren. E un ultimissimo colpo di scena che segna un punto a vantaggio della vecchiaia con la possibilità di godersi la pensione.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it




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