Voci da mondi diversi. Medio Oriente
il libro ritrovato
Meir Shalev, “Un serpente, un diluvio e due arche”
Ed. Frassinelli, Trad. Elena
Loewenthal, pagg. 42, Euro 13,00
E’ impossibile prendere in mano questo libricino, sfogliarlo e non
accomodarsi immediatamente in una poltrona per immergersi nella lettura, forse
dopo aver guardato le illustrazioni con divertimento e commozione. “Un
serpente, un diluvio e due arche” è opera di due ‘grandi’ del mondo della
cultura: lo scrittore israeliano Meir Shalev, che cura il racconto, e il
pittore, illustratore e scenografo genovese Emanuele Luzzati, scomparso lo
scorso anno, che ha fatto i disegni.
Le storie tratte dalla Bibbia sono sei e
fanno parte sia dell’immaginario sia del retaggio culturale di tutti noi del
mondo occidentale: la tentazione del serpente nel giardino dell’Eden, il
diluvio e l’arca di Noé; Mosè salvato dalle acque; Giuseppe e i suoi fratelli;
la torre di Babele e la storia della miracolosa nascita di Isacco. Le storie
sono esattamente come le ricordiamo, alcune delle frasi che leggiamo risvegliano
ricordi nella nostra mente, ma c’è qualcos’altro di straordinario che Shalev
unisce a questo nucleo: si avverte chiaramente la voce di un narratore
affettuoso che sa quale intonazione dare per impedire che i piccoli ascoltatori
si distraggano, quale dettaglio accentuare per colpire la loro immaginazione,
su che cosa far leva per risvegliare in loro immagini note a cui poter
collegare quello che stanno ascoltando. E così il serpente sibila, ‘era ssssolo uno scherzo da ssserpenti’; gli unici sopravvissuti al
diluvio, oltre a Noè e agli animali sull’arca, sono ‘i pesci a cui la pioggia e
l’acqua non facevano né caldo né freddo’; i fratelli cattivi gridano a
Giuseppe, ‘Vattene a casa prima che te le diamo. Bambinetta che non sei altro,
con quella tunica colorata’.
E poi ci sono le illustrazioni che
riproducono un mondo a misura di bambino: è pura gioia soffermarsi su ogni
disegno, e sarà puro divertimento far seguire al ditino di un bambino i
contorni delle figure, individuando gli animali che si ammassano uno sull’altro
nell’arca, o scorgendo una seconda lingua sulla coda del seducente serpente.
Per non parlare dei colori della tenda da cui sbircia Sara o di quelli della
tunica del riccioluto Giuseppe. O ancora, la figura a doppia pagina del piccolo
Mosé che galleggia verso la figlia del Faraone e le sue ancelle, sorvegliato
dalla mamma che si affaccia tra le canne.
Un libro incantevole. Da
comprare, da regalare, da leggere ai nostri bambini. Meglio, molto meglio, dei
fumetti, delle Winks o di Dragon Ball, o dei manga giapponesi.la recesnione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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