martedì 10 febbraio 2015

Yann Martel, "Io, Paul e la storia del mondo" ed. 1995

                                                               Voci da mondi diversi. Canada
                                                                       il libro ritrovato


Un'amicizia per sfidare la morte
Yann Martel, "Io, Paul e la storia del mondo"
 Ed. e/o, pagg. 86, Euro 6,50

Morire di Aids a 19 anni, per una trasfusione dopo un incidente. Non serve pensare che "muore giovane chi al cielo è caro", è una tragedia che è difficile affrontare. L' io narrante della storia lascia gli studi per stare vicino a Paul, a cui ha fatto da tutor nei pochi mesi di università precedenti il manifestarsi del male. E' sua l'idea di fare insieme qualcosa che dia "un senso all'assurdo". Raccontarsi delle storie per passare il tempo, come nel Decamerone, con un rovesciamento di cause, non in fuga dalla peste ma dal mondo sano, e di intenti, non per dimenticare il mondo ma per ricordarlo. E prendendo spunto da un altro grande libro, seguire un indirizzo metaforico per le storie: l'"Ulisse" di Joyce ricalcava le tracce dell'Odissea, loro avrebbero scelto un evento per ogni anno del secolo, dal 1901 fino al 1987 in cui stanno vivendo, e lo avrebbero interpretato narrando le avventure di una famiglia. A questo punto ci sono tre storie parallele, quella del tutto fittizia dei Roccamato di Helsinki a cui si presta un'attenzione marginale, quella del decorso della malattia di Paul e la grande Storia attraverso gli eventi scelti. A poco a poco si chiarisce il criterio di questa scelta: più casuale all'inizio, come in un gioco, per poi offrire invece un'analogia o un contrasto drammatico ai cambiamenti che si verificano nel corpo di Paul, oppure ancora per sfogare la disperazione. E così il 1921, l'anno della condanna a morte di Sacco e Vanzetti, coincide con un momento di depressione di Paul che urla il suo tormento inserendo in quell'anno altre tragedie, la morte di Camus e la bomba di Hiroshima, come se volesse trascinare tutto il mondo nel nulla.
Quando Paul riesce a ridere tocca all'anno 1928 e si sceglie di ricordare che il Bolero di Ravel è un successo universale. Quando arrivano al 1940, questo è l'anno del programma eutanasiale nella Germania di Hitler e il pensiero è raggelante - se Paul fosse vissuto allora...E poi arrivano i giorni in cui Paul non riesce più a parlare ed è solo l'amico a raccontare le storie dei Roccamato, mentre gli anni del secolo che passano si polverizzano nei giorni e nelle ore che restano a Paul da vivere. Eppure l'ultima storia è di Paul, di un anno, il 2001, che lui non vivrà mai  e per cui ipotizza la morte della regina Elisabetta, per chiudere il cerchio dove era iniziato, con la morte di un'altra regina, Vittoria.
Un romanzo breve che ha una potenza e un'efficacia straordinarie in questa continua giustapposizione di avvenimenti di risonanza mondiale e cronaca di una vita che si spegne, la storia di un'amicizia così grande che deve trovare altre giustificazioni agli occhi dei più: il narratore non risponde quando l'infermiera gli dice "Mi dispiace per il tuo ragazzo", dando per scontato che la sua dedizione si possa spiegare solo con un altro tipo di legame. Entusiasmante scoperta dello scrittore canadese Yann Martel in quest'anno che vede il Canada come ospite d'onore alla Fiera del Libro di Torino.  

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net




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