Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Alessia Gazzola, “Una lunga estate crudele”
Ed. Longanesi, pagg. 313, Euro
16,40, ebook Euro 9,99
Mi chiamo Alice Allevi e sono una specializzanda in Medicina legale al
quarto anno. A volte mi sento l’alieno del mio Istituto: vengo da un pianeta in
cui la Medicina legale è un sogno di romantiche e un po’ lugubri avventure, ma
sono atterrata in un mondo fatto di giochi di potere tra periti e avvocati e di
scadenze impossibili da rispettare.
Io mi aspettavo qualcosa di un po’ diverso.
Forse perché quando mi sono innamorata della
Medicina legale mi sono innamorata anche di un medico legale e credevo che
sarei diventata come lui.
So di ripetermi: Alessia Gazzola mi piace.
E mi piace il suo personaggio, la specializzanda in medicina legale Alice
Allevi. D’altra parte è anche una ripetizione (graditissima) il piacere che
provo leggendo ogni suo nuovo romanzo, con un’Alice che non è più la
sprovveduta ventitreenne di “Sindrome da cuore in sospeso” e però ha mantenuto
tutta la freschezza, la sincerità e il brio che ce la fanno amare. E’ soltanto-
forse- un po’ meno maldestra, ma a pagina 149 del nuovo romanzo “Una lunga
estate crudele” mi sono ritrovata a ridere di gusto leggendo del disastro
causato dalla sua goffaggine. Questa volta, con un insolito spirito
cavalleresco, è proprio Claudio Conforti a salvarla dalle ira della Wally, il
bel Claudio che ha fatto innamorare Alice fin dal primo incontro e che, ora lo
dice apertamente, non vuole nulla di più di quello che c’è adesso tra di loro:
perché sciupare l’amore costringendolo in una routine?
Il segreto dei libri di Alessia Gazzola è,
prima di tutto, nella creazione del personaggio di Alice che non ha uguali
sulla scena del romanzo di genere. Lo spirito di certe sue battute ci fa
pensare a Pedra Delicado di Alicia Giménez Bartlett (Alice sta leggendo un suo
libro in “Una lunga estate crudele”, un omaggio alla scrittrice spagnola) ma
Alice è diversa, è più prettamente italiana, con il suo attaccamento alla
famiglia, più ‘la ragazza della porta accanto’ che ci sembra di conoscere di
persona. E poi le trame di Alessia Gazzola sono in perfetto equilibrio tra il
giallo e il rosa, il macabro delle scoperte di cadaveri è bilanciato dalla
scelta di un abito per una serata o da una schermaglia amorosa, il male e la
morte hanno la controparte nella vitalità di Alice e nell’amore.
Questa volta Alice si trova davanti
a un ‘cold case’ molto ‘freddo’: in una sorta di cripta del teatro romano dove
si rappresentano le opere di Shakespeare vengono ritrovati dei resti umani.
Appartengono ad un attore che era scomparso venticinque anni prima. Il suicidio
è da escludere, la porta era chiusa dall’esterno. Come al solito Alice non
riesce a limitarsi ai suoi compiti medici, ormai l’ispettore Calligaris ha
imparato a sfruttare la sua curiosità e il suo intuito e si rivolge a lei per
aiuto. Non è facile ritrovare gli altri attori che avrebbero dovuto recitare in
“Molto rumore per nulla”, solo uno vive ancora a Roma ed è diventato famoso-
era un amico del morto, a suo tempo ne aveva denunciato la scomparsa. Il mondo
della medicina legale, le rivalità e gli screzi sono nulla in confronto alle
correnti dei sentimenti, delle gelosie, delle ambizioni del mondo dello
spettacolo. Inoltre quel vecchio caso falcia una nuova ‘quasi’ vittima.
Questa, in cui Alice si occupa di un caso
‘freddo’, è veramente un’estate molto calda a Roma. Alice si lascia tentare-
perché no?- e accetta l’invito dell’antropologo forense Sergio Einardi a
passare un fine settimana ad Alicudi.
Terzo uomo che si affaccia nella vita di
Alice, Sergio è tutto quello che Claudio e Arthur non sono: galante, affidabile,
rispettoso senza essere affatto noioso. Sergio è un gentiluomo. Perché le cose
di cuore non sono mai facili? Perché Alice non può incoraggiarlo e smettere di
lasciarsi manovrare dagli altri due corteggiatori che la prendono e la lasciano
secondo il loro umore? Perché al cuore non si comanda. Peccato, perché proprio
perché Alice è ‘la ragazza della porta accanto’ noi vorremmo vederla
felicemente sistemata, vorremmo che desse un’opportunità a Sergio che sembra
uscito da un’altra epoca.
La lettura del romanzo di Alessia Gazzola è
l’ideale per rallegrare queste uggiose giornate invernali. Peccato dover
aspettare un intero anno prima di leggerne un altro (sappiamo bene, però, che
un intervallo più breve finirebbe per stancarci).
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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