Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
la Storia nel romanzo
FRESCO DI LETTURA
Verna B. Carleton, “Ritorno a Berlino”
Ed. Guanda, trad. A.I. Piccinini,
pagg 339, Euro 14,25
E’ il 1956. Su una nave che fa ritorno in Europa dal Sud America si incontrano
un gruppo di persone- gli inglesi Eric e Nora Devon, la narratrice del romanzo (americana)
che stringe amicizia con i Devon, Herr Grubach che chiaramente è tedesco. Eric
Devon è reduce da un esaurimento nervoso, la moglie Nora è sempre sollecita,
affettuosa, protettiva nei suoi confronti. E’ la presenza del tedesco Grubach
che è disturbante: la guerra è finita da undici anni ma è difficile
dimenticare, per chi l’ha vissuta. Come può comportarsi in questa maniera,
Grubach, tronfio e orgoglioso, quasi che la Germania non abbia perso la guerra,
non si sia macchiata di crimini orrendi di cui tutti i tedeschi sono
responsabili? Come può non rendersi conto di quanto sia offensivo il tipico
atteggiamento dei tedeschi del dopo guerra secondo cui nessuno sapeva che cosa
stava succedendo e poi, in fin dei conti, avevano obbedito agli ordini, e
magari quella dei campi era un’esagerazione degli Alleati? E comunque il
passato è passato. Eric Devon si sente male fisicamente, davanti a Herr
Grubach. Finché un giorno, facendolo ammutolire, gli dice che loro, gli ebrei tedeschi, non dimenticheranno
mai. E glielo dice in tedesco.
Il vero nome di Eric Devon è Erich Dalburg,
nato e cresciuto a Berlino, fuggito dalla Germania nel 1934 (la sua vicenda
verrà fuori a poco a poco), ha preso dimora a Londra, ha cancellato la sua
esistenza precedente, cambiando cognome dopo la morte della madre. Lui, alto e
biondo, che parlava un inglese perfetto perché aveva sempre avuto governanti
inglesi, poteva benissimo far credere a tutti di essere inglese.
Eric Devon è un uomo tormentato
che ha rinnegato il suo paese, la sua lingua e se stesso perché si vergognava
di essere tedesco. Ora gli giungono da più parti sollecitazioni ad affrontare
la Storia, a tornare a Berlino, a cercare i superstiti della sua famiglia- se
ce ne sono. Ed Eric Devon parte per Berlino, con la moglie e con la narratrice
che è diventata loro amica.
Il tema del viaggio, comune a tanti
romanzi, assume un risvolto diverso nel libro di Verna Carleton, nata in
Inghilterra da madre inglese e padre tedesco. Anche questo è un viaggio di
scoperta e di conoscenza, ma è come se Eric Devon riscoprisse quello che già
sapeva e aveva rimosso dalla sua coscienza, oltre ad apprendere quello che
invece non sapeva di parenti e amici- del padre che aveva scritto un diario in
prigione, della madre che aveva avuto una sbandata amorosa quando lui era
bambino, dell’amico Franz che era stato arrestato e mandato in un lager perché
lui, Eric, non si era presentato ad un appuntamento. Incontrando persone che
rispuntano fuori dal suo passato (come ha potuto lasciar passare tutti questi
anni senza informarsi su di loro?), Eric è obbligato a farsi delle domande- è
stato coraggioso a dissociarsi dalla politica tedesca fuggendo all’estero
oppure è stato un vigliacco perché non si è opposto dall’interno al nazismo? E’
come quelli che dicevano che era impossibile opporsi al nazismo?
Il viaggio mette Eric a confronto con una serie di persone diverse,
tutte con un passato tragico a cui hanno dovuto in qualche maniera fare fronte:
sono loro i veri eroi del romanzo. E lo stesso Herr Grubach, che Eric, Nora e
la narratrice incontrano di nuovo in Germania, si sgonfia della sua boria,
diventa una figura patetica e penosa, con quel suo figlio che ha ancora simpatie
naziste. Perché la Germania divisa del 1956 è un paese confuso che vive nella
paura della Guerra Fredda, che si trova i comunisti in casa, che è ancora
antisemita e ancora non ammette la verità dei campi di concentramento (la
visita a Bergen-Belsen dove è morto un cugino di Eric ne è la prova).
Il punto di vista della narrazione- quello
dell’amica- si colloca a metà tra la dolce Nora (l’inglese che cerca di
dimenticare che i tedeschi erano nemici) e il tenebroso Eric, l’uomo fragile
che nega il passato in una sua maniera personale. Un romanzo coinvolgente,
profondo e diverso sulla guerra che ha lasciato una ferita insanabile in
Europa.
per contattarmi: picconem@yahoo.com
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