sabato 2 settembre 2017

José Carlos Somoza, "La caverna delle idee" ed. 2002

                                              Voci da mondi diversi. Penisola iberica
                                                    cento sfumature di giallo
    il libro ritrovato

José Carlos  Somoza, "La caverna delle idee"
 Ed. Frassinelli, pagg. 306, Euro 16,00

    Diciamo subito che il libro "La caverna delle idee", dello scrittore cubano José Carlos Somoza è un thriller filosofico strepitosamente intelligente, stimolante e coinvolgente. Anzi, "pericolosamente" coinvolgente. Una nota nella prima pagina ci avvisa che stiamo leggendo la traduzione di un antico testo, già curato da un altro studioso, Montalo. La vicenda inizia con il ritrovamento del cadavere di un giovane alunno dell' Accademia, la scuola diretta da Platone ad Atene. Altri due suoi compagni faranno la stessa fine, prima che i due "investigatori" riescano a scoprire chi e che cosa c' è dietro queste morti. Non senza aver scoperto un' altra Atene, differente da quella ideale dei filosofi, una città dove si celebrano oscuri riti di morte- o di amore esasperato. Due investigatori diversissimi, secondo i canoni della letteratura poliziesca: Eracle Pontor e Diagora. Grasso e basso il primo, magro e alto il secondo. Uno è un Decifratore di Enigmi, abile nel penetrare il linguaggio delle apparenze, e l' altro è un insegnante di filosofia. Ma non è necessario sapere la filosofia per godere dello scontro continuo di idee fra i due nella ricerca dell' assassino, in un brillante gioco di menti. Perché il filosofo Diagora crede in verità assolute che non si possono vedere, mentre Eracle crede solo nella realtà visibile, nei fatti oggettivi - "come sarebbe triste un mondo pieno di persone come te!", gli dice Diagora.
Fra di loro un terzo personaggio possente e ambiguo, Crantore che disprezza questa Atene fredda come un cimitero, fatta di leggi vecchie come i suoi templi, e che crede solo nell' istinto, nelle forze oscure dentro di noi.
 L' anonimo traduttore ha continuato ad appuntare le sue note a pièpagina, facendo osservazioni stilistiche, sottolineando l' uso dell' eidesis, ovvero la tecnica per trasmettere messaggi in chiave. Qual è la chiave del testo che sta traducendo? L' ha scoperta il curatore Montalo, ed è per questo che è diventato pazzo? Le note cambiano impercettibilmente, si infittiscono, assumono un carattere sempre più personale, finché il Traduttore crede di riconoscere se stesso nel testo che sta traducendo, pensa addirittura che certe frasi siano rivolte a lui. Ad un certo punto c' è una svolta drammatica nelle note,  e queste diventano tutta un' altra storia che si svolge parallelamente a quella della Grecia classica ma in un altro tempo. Il Traduttore è imprigionato in una cella, obbligato ad andare avanti nel suo lavoro - da chi? Diventerà pazzo anche lui? E quello che succede a lui non è il rischio di ogni traduttore e di ogni lettore, di entrare nel testo, di pensare che quello che leggono è stato scritto per loro, di immaginare ogni scena a modo loro? Come in un gioco in cui le carte vengono continuamente rimescolate e distribuite, la storia cambia e non smette di stuzzicarci fino alla fine, con l' invito ad uscire dalla caverna delle ombre, a smettere di leggere e a vivere. Non prima di aver letto, però, questo metathriller originale e straordinario.

la recensione e la seguente intervista sono state pubblicate su www.stradanove.net







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