Voci da mondi diversi. Francia
FRESCO DI LETTURA
Antoine Laurain, “La donna dal taccuino rosso”
Ed. Einaudi, trad. Margherita
Botto, pagg. 164, Euro 17,00
Titolo originale: La Femme au Carnet Rouge
Se ho ben capito, ho aperto la porta a un
uomo immaginario che per tre giorni ha dato da mangiare a un gatto reale,
concluse William. Laure e Baulieu lo guardavano in silenzio. L’hai rivisto?,
domandò lei. no, rispose debolmente William scoppiando in una risata nervosa,
consapevole che con quella risposta era sprofondato un po’ di più nell’assurdo.
Spiacente, William, ma non conosco nessun Laurent che faccia il libraio,
sospirò Laure.
Parigi. Quasi le due del mattino. Buio. Una donna torna a casa in taxi.
Uno scippo a pochi metri dalla porta della sua abitazione. La donna è
leggermente ferita alla testa. C’è un albergo di fronte, chiede una stanza per
la notte, assicurando che pagherà il giorno dopo. Il mattino seguente, però, il
portiere, insospettito dal non vederla riapparire, entra nella sua camera con
il passe-partout e la trova priva di sensi. Il cuscino è insanguinato. La donna
viene trasportata in ospedale. E’ in coma, non ha documenti, non si sa chi sia.
Uscendo di primo mattino Laurent, proprietario della libreria Le cahier rouge, trova una borsetta
sopra i bidoni dell’immondizia. La tiene con sé, nell’immediata difficoltà di
consegnarla all’ufficio oggetti smarriti. Si sente un impostore ficcanaso, ma
la apre, in cerca di indizi sulla proprietaria. Che, naturalmente, anche se lui
non può saperlo, è Laure, la donna che giace in coma.
Antoine Laurain costruisce il suo romanzo,
“La donna dal taccuino rosso”, come fosse un romanzo d’inchiesta singolare in
cui non si cerca il colpevole ma la vittima e, cercandola, incastrando le
piccolissime tessere del puzzle che formano la vita e la personalità della
sconosciuta, il ‘detective’ libraio si innamora di lei.
Si incomincia
dall’esame della borsetta, bella, raffinata, color malva. Chi l’ha scelta non è
una persona qualunque (si scoprirà che è un’esperta della doratura delle
sottilissime sfoglie dorate su cupole, cornici, oggetti preziosi varii). Il
contenuto- tre sassolini (un ricordo?), un rossetto (la figlia adolescente di
Laurent se ne intende più di lui per classificare il tipo di donna che lo usa,
e comunque è costoso), un profumo (causa scatenante della fine del rapporto tra
Laurent e la sua attuale compagna che lo fiuta nell’aria di casa sua e si
ingelosisce), due o tre fotografie (senza nomi), un taccuino rosso Moleskine su
cui la sconosciuta annota brevi pensieri, schegge di vita (un filo di seta nel
gioco di coincidenze che unisce Laurent a Laure- nomi simili, il ‘quaderno
rosso’ che dà il nome alla libreria di Laurent e questo carnet rosso di Laure), un libro, infine. Quanto può rivelare un
libro sulla personalità di chi lo legge! E’ un libro di Patrick Modiano e,
incredibile, il vincitore del Nobel famoso per il suo carattere schivo e
ombroso ha scritto una dedica personale a Laure: è da questa che Laurent
apprende il nome della donna.
Si legge di un fiato, “La donna dal taccuino rosso”, una sorta di favola
a lieto fine, come una di quelle fiabe che sappiamo non possono essere vere ma
che ci fa bene leggere. Con tratti fini e veloci Antoine Laurain dipinge per
noi bozzetti di un piccolo mondo- Laurent e la figlia (che diventa sua complice
nella ricerca), Laurent e l’amante, il gentile collega gay di Laure, Laure e il
famoso fotografo che è stato suo marito, Laure e il suo gatto Belfagor- e, per
aiutarci a ‘costruire’ il personaggio di Laure, seguiamo il corso dei suoi
pensieri mentre giace in un coma da cui dovrebbe risvegliarsi presto, secondo i
medici. E, se il racconto è per lo più la ricerca di Laure da parte di Laurent,
le parti finiscono poi per invertirsi ed è Laure a diventare ‘detective’ sulle
tracce del libraio gentile che si è dato tanto da fare per lei: l’amore è
equilibrio, lo sappiamo.
Un dettaglio che mi ha incantato in questo
libro delicato e leggero come le lamine d’oro dei lavori di Laure: le librerie
di Parigi che rivelano già nel nome di non far parte delle grosse catene di
diffusione, Fleur de mots, Au fil
des pages, Enjolivre, La Compagnie des mots, L’Arbre à mots, La Belle Plume, Le Chat à
lunettes. Chi non entrerebbe, se non altro per curiosare, in una libreria
che si chiama “Il gatto con gli occhiali” e magari ha anche un gatto sdraiato
sui libri in vetrina?
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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