sabato 4 aprile 2015

Antoine Laurain, “La donna dal taccuino rosso” ed. 2015

                                                      Voci da mondi diversi. Francia
                                                                    FRESCO DI LETTURA



Antoine Laurain, “La donna dal taccuino rosso”
Ed. Einaudi, trad. Margherita Botto, pagg. 164, Euro 17,00
Titolo originale: La Femme au Carnet Rouge
    

Se ho ben capito, ho aperto la porta a un uomo immaginario che per tre giorni ha dato da mangiare a un gatto reale, concluse William. Laure e Baulieu lo guardavano in silenzio. L’hai rivisto?, domandò lei. no, rispose debolmente William scoppiando in una risata nervosa, consapevole che con quella risposta era sprofondato un po’ di più nell’assurdo. Spiacente, William, ma non conosco nessun Laurent che faccia il libraio, sospirò Laure.


   Parigi. Quasi le due del mattino. Buio. Una donna torna a casa in taxi. Uno scippo a pochi metri dalla porta della sua abitazione. La donna è leggermente ferita alla testa. C’è un albergo di fronte, chiede una stanza per la notte, assicurando che pagherà il giorno dopo. Il mattino seguente, però, il portiere, insospettito dal non vederla riapparire, entra nella sua camera con il passe-partout e la trova priva di sensi. Il cuscino è insanguinato. La donna viene trasportata in ospedale. E’ in coma, non ha documenti, non si sa chi sia.
   Uscendo di primo mattino Laurent, proprietario della libreria Le cahier rouge, trova una borsetta sopra i bidoni dell’immondizia. La tiene con sé, nell’immediata difficoltà di consegnarla all’ufficio oggetti smarriti. Si sente un impostore ficcanaso, ma la apre, in cerca di indizi sulla proprietaria. Che, naturalmente, anche se lui non può saperlo, è Laure, la donna che giace in coma.
     Antoine Laurain costruisce il suo romanzo, “La donna dal taccuino rosso”, come fosse un romanzo d’inchiesta singolare in cui non si cerca il colpevole ma la vittima e, cercandola, incastrando le piccolissime tessere del puzzle che formano la vita e la personalità della sconosciuta, il ‘detective’ libraio si innamora di lei.
Si incomincia dall’esame della borsetta, bella, raffinata, color malva. Chi l’ha scelta non è una persona qualunque (si scoprirà che è un’esperta della doratura delle sottilissime sfoglie dorate su cupole, cornici, oggetti preziosi varii). Il contenuto- tre sassolini (un ricordo?), un rossetto (la figlia adolescente di Laurent se ne intende più di lui per classificare il tipo di donna che lo usa, e comunque è costoso), un profumo (causa scatenante della fine del rapporto tra Laurent e la sua attuale compagna che lo fiuta nell’aria di casa sua e si ingelosisce), due o tre fotografie (senza nomi), un taccuino rosso Moleskine su cui la sconosciuta annota brevi pensieri, schegge di vita (un filo di seta nel gioco di coincidenze che unisce Laurent a Laure- nomi simili, il ‘quaderno rosso’ che dà il nome alla libreria di Laurent e questo carnet rosso di Laure), un libro, infine. Quanto può rivelare un libro sulla personalità di chi lo legge! E’ un libro di Patrick Modiano e, incredibile, il vincitore del Nobel famoso per il suo carattere schivo e ombroso ha scritto una dedica personale a Laure: è da questa che Laurent apprende il nome della donna.

   Si legge di un fiato, “La donna dal taccuino rosso”, una sorta di favola a lieto fine, come una di quelle fiabe che sappiamo non possono essere vere ma che ci fa bene leggere. Con tratti fini e veloci Antoine Laurain dipinge per noi bozzetti di un piccolo mondo- Laurent e la figlia (che diventa sua complice nella ricerca), Laurent e l’amante, il gentile collega gay di Laure, Laure e il famoso fotografo che è stato suo marito, Laure e il suo gatto Belfagor- e, per aiutarci a ‘costruire’ il personaggio di Laure, seguiamo il corso dei suoi pensieri mentre giace in un coma da cui dovrebbe risvegliarsi presto, secondo i medici. E, se il racconto è per lo più la ricerca di Laure da parte di Laurent, le parti finiscono poi per invertirsi ed è Laure a diventare ‘detective’ sulle tracce del libraio gentile che si è dato tanto da fare per lei: l’amore è equilibrio, lo sappiamo.


    Un dettaglio che mi ha incantato in questo libro delicato e leggero come le lamine d’oro dei lavori di Laure: le librerie di Parigi che rivelano già nel nome di non far parte delle grosse catene di diffusione, Fleur de motsAu fil des pages, Enjolivre, La Compagnie des mots, L’Arbre à mots, La Belle Plume, Le Chat à lunettes. Chi non entrerebbe, se non altro per curiosare, in una libreria che si chiama “Il gatto con gli occhiali” e magari ha anche un gatto sdraiato sui libri in vetrina?

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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