venerdì 4 dicembre 2015

Tim Johnston, “Scomparsa” ed. 2015

                                    Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
           cento sfumature di giallo
            FRESCO DI LETTURA


Tim Johnston, “Scomparsa”
Ed. Neri Pozza, trad. Biavasco e Guani, pagg. 445, Euro 18,00



    Caitlin, diciott’anni. Sono le sue ultime vacanze prima di iniziare il college che frequenterà con una borsa di studio per meriti sportivi. Caitlin corre, veloce, con lunghe falcate. Corre anche adesso, sulle Montagne Rocciose in Colorado, seguita da Sean, il fratello minore che arranca dietro di lei su una bicicletta. E’ mattina presto, hanno lasciato i genitori che dormono ancora nel motel dove sono alloggiati. Sean vorrebbe tornare indietro, Caitlin prosegue, imperterrita, per quella strada in salita tra gli alberi. Una jeep li supera. Lampo di occhiali gialli.
    E’ lo sceriffo a telefonare ai genitori per avvisarli che Sean ha avuto un incidente, che è in ospedale con un ginocchio fracassato. Quando Grant Courtland chiede di poter parlare con sua figlia, c’è silenzio dall’altra parte della linea. Quale figlia? Sean era solo nel luogo dove lo hanno trovato.

     Una ragazza scompare, non se ne saprà più nulla per più di due anni- è questa la trama di “Scomparsa”, primo romanzo per adulti di Tim Johnston. Abbiamo letto chissà quanti altri thriller con una trama simile. Abbiamo letto articoli di giornali in cui la notizia del giorno era, purtroppo, la scomparsa di una ragazza o il suo ritrovamento (ricordiamo il caso di Natascha Kampusch, rapita e tenuta segregata per otto anni). Il romanzo di Tim Johnston, però, ci dà qualcosa di diverso. Le notizie iniziali su quello che è successo sono frammentarie e oscure. Dopo tutto Sean pare non abbia avuto neppure il tempo di accorgersi di quello che è successo e, dopo, era in stato di semi-coscienza. Ricorda solo la sorella che era salita sull’auto dello sconosciuto con gli occhiali dalle lenti gialle: il telefono non prendeva, l’uomo l’avrebbe portata più in basso lungo la montagna dove avrebbero potuto cercare aiuto, si era rifiutato di andare da solo, non voleva essere accusato dell’incidente. Sappiamo delle indagini e delle ricerche che non portano a nulla, nella prima metà del libro, sappiamo del vasto dispiegamento di forze e della perdita della speranza di ritrovare Caitlin. Almeno, la polizia perde la speranza. Non i genitori, non Sean che accettano l’ospitalità nel ranch del padre dello sceriffo per restare lì, dove ‘sentono’ che c’è Caitlin, da qualche parte. E però vanno in pezzi.

    E’ una parte importante di “Scomparsa” l’analisi di come reagiscano il padre, la madre e il fratello, a quanto è successo. Non si tratta soltanto di dolore e di non sapersi rassegnare. C’è un’incertezza che li attanaglia in una lotta tra speranza e disperazione, c’è la certezza che sono loro i primi a non doverle permettere di scomparire, così. E’ facile dire che la madre è la più fragile. Certo che è la più fragile, il suo legame con la figlia è più viscerale. Se non c’è più Caitlin, non c’è più neppure lei. Il padre, Grant Courtland, sogna di ammazzare l’uomo che ha portato via sua figlia e, mentre il suo matrimonio sta naufragando, cerca sollievo in un’altra relazione. Sean dimagrisce, cresce, è un ragazzo taciturno. Prende il pick-up del padre e se ne va, senza una meta, si caccia nei guai, è fondamentalmente buono- la scena in cui dà il colpo finale al cane che qualcun altro ha investito sulla strada e poi lo copre con la tela cerata che serviva a lui, Sean, per ripararsi, è solo un’anticipazione di un altro suo atto di pietas, quando, a rischio della vita e di essere poi incriminato lui stesso come colpevole, carica sulla sua auto una ragazza vittima di uno stupro per portarla in ospedale.

    Se questa parte centrale del libro è lenta, è giusto che sia così. E’ il tempo del dolore che passa lento, è il tempo della prigione di Caitlin che cola goccia a goccia, è giusto che sia così. La narrazione ha una brusca accelerata quando Caitlin e il suo rapitore ritornano sulla scena e la tensione è quasi insopportabile perché non riusciamo a prevedere che cosa succederà.

    Un bel libro, scritto con grande finezza e un’attenzione particolare alla natura, testimone silente del male.


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