lunedì 7 dicembre 2015

Carmine Abate, “Tra due mari” ed. 2002

                                                                          Casa Nostra. Qui Italia
        FRESCO DI LETTURA

Carmine Abate, “Tra due mari”
Ed. Einaudi, pagg. 193, Euro 9,50



        Roccalba, Calabria. Un paese tra due mari, arroccato in alto per spaziare su due azzurri sotto l’azzurro del cielo. E un fondaco in rovina, con una storia di sangue e morti dietro di sé che lascia presagire un’altra storia di morte e di sangue. E’ il Fondaco del Fico il vero protagonista del romanzo di Carmine Abate, quella che un tempo era una locanda ed ora è un sogno in attesa di diventare realtà: Giorgio Bellusci, pronipote dell’uomo sotto i cui occhi venne data alle fiamme la locanda per stanare dei briganti che vi si erano rifugiati, lavora tutta la vita per ricostruire il fondaco e ci riuscirà, ma…
      Il romanzo di Carmine Abate incomincia prima, però, quando Giorgio Bellusci, negli anni ‘50, ha un altro sogno nel cuore- parte da Roccalba diretto a Bari per chiedere in moglie una ragazza che appena conosce, che neppure sa che lui si è innamorato di lei.
E, in quello che è proprio un viaggio di avventura, incontra un tedesco, Hans Heumann, fotografo alle prime armi destinato a diventare famoso, che gli offre un passaggio. In cambio Giorgio fa scoprire la Calabria al tedesco: è per questi una rivelazione di luce e di colori, l’entusiasmante punto di partenza della sua arte. Giorgio Bellusci sposa e porta in paese la ragazza di Bari, diventa macellaio e sua figlia, per uno di quei casi strani della vita, finirà per sposare proprio il figlio di Hans Heumann. Quando Giorgio Bellusci può pensare concretamente a ricostruire il fondaco, suo nipote Florian è già grande- è da lui che noi veniamo a sapere del nonno, dei suoi genitori, dell’altro nonno che fa sempre il giovanotto con una nuova moglie giovane, degli anni in cui nonno Giorgio, il Focubellu, era scomparso (che cosa era quel mistero? che cosa era successo?) per poi ricomparire, magro e invecchiato, accanto al grande falò di Natale: era un assassino suo nonno? e perché tutti lo rispettavano tanto allora? di certo è un uomo che si impone, Giorgio Bellusci. Che sa quello che vuole e va dritto per la sua strada, senza lasciarsi intimidire da alcun ricatto e da alcuna imposizione. Il prezzo da pagare è alto, altissimo, e il conto non si salda in una volta soltanto. Il Fondaco risorge, bellissimo, con il dente annerito del vecchio pezzo di muro inserito tra due nuove ali. Eppure lo sappiamo anche noi che leggiamo, che i sogni non si avverano così facilmente, che il tremore che avvertiamo non è solo quello di una delle tante scosse di terremoto che squassano la Calabria.


     “Tra due mari” è un libro molto bello in cui il titolo diventa emblematico dell’incontro tra due culture, non solo i due mari, il Tirreno e lo Jonio, dunque, ma anche la Germania e l’Italia (una parte del libro si svolge ad Amburgo dove Florian vive con la famiglia), con le differenze non solo di clima ma anche di temperamenti. E allora, tutto quello che accade giù al Sud, quelle storie di pizzo e di ‘ndrangheta e di vendette e di omicidi violenti, viene visto in un’altra luce più fredda, in contrasto con la luce abbagliante e stordente che tanto aveva affascinato Hans Heumann più di mezzo secolo prima. Significa qualcosa, che sia Florian Heumann a prendere il posto di Giorgio Bellusci, ad ereditare il suo sogno, la sua caparbia volontà: eccolo, il Fondaco del Fico, a cavallo sulla collina tra i due occhi di mare.



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