sabato 22 novembre 2014

Susan Vreeland, "La ragazza in blu" ed. 2003

                                          Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
                                                                painting fiction
                                                               il libro ritrovato

La vita in un quadro
Susan Vreeland, "La ragazza in blu"
Ed. Neri Pozza, pagg.168, Trad. Maria Clara Pasetti, Euro 14,00

E' il blu il colore dominante nel nuovo libro di Susan Vreeland nel filone della "painting fiction" - arte per rappresentare la vita, romanzo per parlare di un quadro e della vita che nasconde. Blu dello scialle sulle spalle della ragazzina nel dipinto, blu ceruleo degli occhi che sembrano prendere il colore dallo scialle che si schiarisce nella luce, come il blu delle maioliche di Delft, quelle dei pavimenti nei quadri di Vermeer, e il blu dei cieli d'Olanda spazzati dal vento. O il blu dei giacinti, come è il titolo originale del libro, che si vendono a tutti gli angoli di strada, in Olanda. Questa volta non troviamo nel libro né la storia di un quadro né quella di un pittore e neppure di chi ha posato per lui: sono otto storie diverse in tempi diversi, di persone la cui vita è stata in qualche modo toccata dal quadro della ragazzina che guarda lontano, oltre la finestra, un futuro sognato, chissà. Solo la prima storia non è ambientata in Olanda, ma in un college americano, in cui il professore Cornelius Engelbrecht mostra ad un collega il quadro di Vermeer della ragazza in blu. Perché glielo fa vedere? Perché vuole una conferma sull'autenticità del quadro? Perché l'arte non esiste se non ci sono occhi per vederla? Il collega non crede possa essere un Vermeer originale, sarebbe in un museo, come potrebbe possederne uno Cornelius? E Cornelius racconta la storia del padre che nel 1942 era stato ad Amsterdam con l'esercito tedesco e aveva "soltanto accompagnato" gli ebrei ai treni.
Tutte le storie seguenti risalgono indietro nel tempo, a gradini di mezzi secoli o di secoli, ai precedenti possessori del quadro, il legame di bellezza tra di loro, testimone di storie drammatiche in cui ogni sprazzo di felicità ha il suo prezzo in dolore. Entriamo nella casa della famiglia ebrea che si prepara al seder, è il 1942, i tedeschi stanno rastrellando le vie di Amsterdam e la risposta della bambina alla domanda rituale con cui si inizia la lettura della Bibbia per i giorni di Pasqua, "in che cosa è diversa questa notte da tutte le altre?", è: "era cominciata la vita vera", quella in cui la morte è una realtà. Seguono poi le storie della coppia borghese che regala  il quadro alla figlia che si sposa, quella del bambino ritrovato insieme al quadro da due contadini nella loro barca, mentre le dighe hanno ceduto, l'Olanda è sott'acqua ed è il1717, quella della ragazza-madre accusata di stregoneria e infine le storie del pittore stesso e di sua figlia Magdalena, quando lui aveva fissato su tela l'immagine di lei trasformandola nella ragazza in blu con la lama di luce sul volto che guarda lontano e ha ancora la vita davanti. E quando Magdalena vende il quadro si separa per sempre dalla ragazza che è stata in cui non si sa più riconoscere. Altri la vedranno, senza sapere niente di lei, ma è questo il valore dell'arte, consegnare il momento all'eternità, come dice il verso di Keats, "una cosa di bellezza è una gioia per sempre".

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net







Nessun commento:

Posta un commento