Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
painting fiction
fresco di lettura
Susan Vreeland, “La lista di Lisette”
Ed. Neri Pozza, trad. Simona
Fefé, pagg. 432, Euro 18,00
Titolo originale: Lisette’s List
Appena tornata da Parigi, mi misi a frugare
la casa in cerca di altri appunti di Pascal. Svuotai la scrivania e trovai il
resoconto dell’incontro con Cézanne ad Aix. Feci lo stesso con il cassettone e
le tasche di ogni capo di abbigliamento rimasto, troppo malridotto per poterlo
donare. Mi sentiii euforica quando in una cartella trovai la trascrizione di
ciò che Pissarro aveva detto di Pontoise. Alcune righe mi sembrarono cariche di
significato:
Quando un uomo trova un luogo
che ma, può sopportare l’inenarrabile.
1937. André e Lisette, sposi giovanissimi, arrivano da Parigi a
Roussillon in Provenza per prendersi cura di Pascal, il vecchio nonno di André.
Roussillon non è un qualunque villaggio provenzale: le cave di ocra, con le
pareti di ‘sangue e oro’, ne fanno un luogo fantastico e speciale. Non soltanto
per la loro singolare bellezza, ma perché da quelle cave viene estratta l’ocra
che ripulita, filtrata, macinata, polverizzata, serve come colorante, finisce
sulle tavolozze dei pittori.
E’ questa l’ambientazione del nuovo
romanzo di Susan Vreeland, la scrittrice americana che già ci ha dato
bellissimi libri del filone di ‘painting fiction’, introducendoci nel mondo
della bellezza e dell’arte.
“La lista di Lisette” si discosta
un poco dalle opere precedenti della Vreeland. Non c’è un solo pittore (come
Emily Carr ne “L’amante del bosco”) o una creatrice di opere d’arte (come Clara
Driscoll in “Una ragazza da Tiffany”) come protagonista. Non seguiamo soltanto
l’apprendistato e l’evolversi della creatività di un solo artista. La Provenza
e i pittori che vi hanno trovato rifugio e ispirazione- Pissarro, Cézanne,
Chagall, Picasso- sono in primo piano ne “La lista di Lisette”, mentre sullo
sfondo scorrono i tormentati anni della seconda guerra mondiale in Francia,
quando il paese era spaccato in due, occupato dai nazisti a nord e indipendente
ufficialmente, ma in realtà stato satellite del Reich sotto il governo di
Pétain, al sud. E André, Lisette, il vecchio Pascal, la guardia di Roussillon,
il guidatore dell’autobus, il sindaco, insieme a tutti gli altri abitanti del
paese sono le ‘persone qualunque’ che mettono in moto la trama, che ci
conducono alla scoperta dei segreti dell’ocra, delle miniere, delle bories (le
antiche abitazioni in pietra dell’età del bronzo), mentre si svolge la ‘caccia
al tesoro’ di Lisette, alla ricerca dei preziosi quadri di Pascal che André ha
nascosto per sottrarli alla requisizione, o addirittura alla distruzione in
quanto arte degenerata, da parte dei nazisti.
Il sapiente miscuglio di arte e di vite di
illustri pittori, di descrizioni di quadri così vivide che ci pare di averli
davanti agli occhi, di interpretazioni dei dipinti che ci aiutano a capirne il
messaggio, e di piccole vicende private- l’amore dei due giovani, la morte in
guerra di André e il ritorno dalla prigionia del suo migliore amico, le
difficoltà di Lisette ad ambientarsi nel villaggio e poi, dopo un decennio
passato a Roussillon, l’affetto che prova nei confronti di questo, dei suoi
abitanti, di tutta la Provenza- tutto questo è la cifra narrativa di Susan
Vreeland, quello che rende così godibile la lettura dei suoi libri.
Dietro la puntigliosa ricerca dei quadri
scomparsi, da parte di Lisette, c’è una ricerca più vasta. Certo, sia Lisette,
sia André, sia Maxime, l’amico di André, conoscono il valore dei quadri, ma il
vero valore va al di là del denaro. L’arte è senza prezzo, la bellezza è senza
prezzo. Tanto più nel mondo in guerra, quando tutto, la vita stessa sembra
crollarci addosso. La ricerca dei quadri è come la ricerca del Graal, segue
delle tappe che elevano lo spirito, che affinano la comprensione e l’empatia
verso il prossimo.
E non è un caso che i due quadri su cui più indugia
l’attenzione della scrittrice attraverso gli occhi di Lisette siano-
diversissimi tra loro- di Cézanne e di Marc Chagall. Il miracolo dei frutti per
sempre gustosi su tela e la donna alla finestra che stringe a sé una capra e un
gallo. Il pittore che ci propone una pace fruttata e quello che è dovuto
fuggire dalla guerra e che l’ha rappresentata in un modo nuovo e straziante nei
suoi quadri.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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