giovedì 6 novembre 2014

Henning Mankell, "La leonessa bianca" ed. 1993

                                                        vento del Nord
                                                        cento sfumature di giallo
  il libro ritrovato

Giallo tra Svezia e Sudafrica
Henning Mankell, "La leonessa bianca"
Ed. Marsilio, pagg.351, Trad.Giorgio Puleo, Euro 17,50


Una splendida leonessa, immobile, ma pronta a balzare in avanti e a scatenare la sua forza: è il simbolo dell'Africa nel romanzo dello scrittore svedese Henning Mankell pubblicato adesso ma terzo della serie che ha per protagonista il commissario Wallander. Diciamo subito che, come spesso avviene nei romanzi seriali, proprio per essere stato scritto prima, questo è forse il migliore tra quelli che abbiamo letto. Un duplice filone per una storia che si svolge in parte in Svezia e in parte in Sudafrica e il nesso tra due stati così lontani sia geograficamente, sia culturalmente e politicamente è proprio nella difficoltà di trovare un nesso: chi mai potrebbe far risalire alla neutrale Svezia le trame di un attentato a un leader carismatico sudafricano? Eppure la neutralità e la facilità di accesso della Svezia la rendono il luogo ideale per addestrare un assassino. Wallander si trova a dirigere le indagini per l'assassinio di Luisa Aakerblom, il cui corpo viene trovato in un pozzo vicino a Ystad. Altri eventi si susseguono a ritmo serrato anche se è difficile trovare un legame tra di loro: esplode una casa, si trova una radio ricetrasmittente di marca russa e il dito di una mano di una persona di colore. Parallelamente, in Sudafrica, dei boeri fanatici difensori dell'apartheid pianificano l'assassinio di Nelson Mandela, con l'intento di far piombare il paese nel caos, e dirigono da lontano la messa a punto dell'attentato.
Doppia suspense per il lettore, tanto più efficace in quanto è basata su elementi diversi. Più nella tradizione del giallo nel filone svedese, con un brutale e assolutamente malvagio ex-agente del KGB che non si fa scrupoli nell'ammazzare chiunque gli ostacoli il cammino, in contrasto con il killer nero che abbandona l'impresa di fronte a tanta fredda crudeltà e al nostro Wallander che ha un esaurimento nervoso dopo aver ucciso due uomini, e non importa se, così facendo, ha salvato la vita ad altri. Splendido thriller politico il filone sudafricano che segue le due trame contrastanti del capo boero che vuole fermare il progresso della storia difendendo i privilegi dei bianchi e quella del presidente illuminato de Klerk, la corsa di uno per approntare l'attentato e dell'altro per scoprire il luogo e l'obiettivo, attraverso le shanty-town di Pretoria in una discesa agli inferi, un viaggio al cuore di tenebra conradiano.
Ancora una volta Mankell dimostra la sua bravura, sia nel trattare l'impegnativo tema socio-politico africano (ricordiamo che lo scrittore vive tra Svezia e Mozambico), sia nel costruire il personaggio del  commissario Wallander, il poliziotto che non si aspettava di dover fronteggiare casi diversi da quelli dell'ordine pubblico, che, come figlio, si preoccupa per il padre anziano, come padre è pronto a dare la vita per la figlia che viene presa in ostaggio, un uomo solo che a volte si ubriaca pensando a Baiba, la donna che ama ma che ancora quasi non conosce. Non lasciatevi spaventare dalla mole del romanzo: si legge d'un fiato.


la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net








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