mercoledì 4 gennaio 2017

Kien Nguyen, “Indesiderato” ed. 2001


                               Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
   Voci da mondi diversi. Asia
    guerra del Vietnam
    il libro dimenticato

Kien Nguyen, “Indesiderato”
Ed. Garzanti, trad. Barbara Bagliano, pagg. 370, Euro 9,70


       Era una vita dorata, quella che Kien Nguyen conduceva a Nhatrang prima. Prima che la guerra senza fine si avvicinasse alla conclusione, prima di dover fuggire a Saigon, prima che i vietcong, nell’avanzata inesorabile, entrassero con i carri armati nella città che era stata il fulcro dell’occupazione americana. Kien abitava nella Residenza Nguyen- splendida dimora con giardino e piscina- insieme ai nonni, alla mamma e al suo giovane amante, al fratellino Jimmy e ad una schiera di servitori. I ricordi di Kien, in questo romanzo autobiografico, iniziano con uno dei party offerti dalla mamma, con l’immagine della mamma che si fa bella per gli ospiti: è il 12 maggio 1972 ed è il quinto compleanno di Kien. Alla festa sono presenti molti stranieri con i capelli chiari e gli occhi azzurri. E’ l’ultimo ricordo del tutto felice.
Nha Trang
    Tre anni dopo la situazione è precipitata. In marzo la famiglia Nguyen lascia Nhatrang in tutta fretta, negli ultimi convulsi giorni di aprile la madre, con Kien e Jimmy, cerca di lasciare Saigon con un elicottero americano, ma è troppo tardi- l’elicottero viene abbattuto, Kien ritorna a casa, dai nonni che si erano rifiutati di andarsene, con il fratellino e la madre che è di nuovo incinta.
    Kien Nguyen è un asiatico-americano, nato dalla relazione di sua madre con un uomo d’affari americano. Anche il fratello ha un padre americano- soltanto l’ultima nata è figlia del gigolò vietnamita che scappa appena può e torna quando gli fa comodo. Non è un fardello leggero da portare, essere figlio del nemico, dopo la sconfitta americana. Kien- lineamenti non puramente asiatici, capelli chiari e ricci- sarà chiamato ‘bastardo’ e ‘mezzosangue’, sua madre sarà insultata come ‘puttana’ e forse è meglio così. Meglio lasciar pensare che si sia prostituita per soldi, come tante ragazze vietnamite hanno fatto per fame, che non rivelare che lei era innamorata del padre di Kien, che lui avrebbe voluto portare il bambino in America e che lei non aveva voluto.
Sono ricordi pesanti, quelli di Kien Nguyen che oggi vive negli Stati Uniti dove fa il dentista e scrive libri. E ci parlano di una realtà poco conosciuta, di quello che avvenne in Vietnam alla fine della guerra, delle ritorsioni dei vietcong sui vietnamiti del sud, della rigidità del regime comunista, delle sessioni di autocritica (del tutto uguali a quelle del regime di Mao), delle punizioni inflitte a chi cercava di lasciare il paese (anche Kien fu uno dei boat-people e si salvò dal morire annegato grazie al nuoto praticato sulle spiagge di Nhatrang), dei campi di rieducazione (fu la madre a tirarne fuori Kien e possiamo intuire come), della mancanza di lavoro, della fame, di quel continuo girare della ruota della sorte per cui nessuno poteva mai essere tranquillo di non essere accusato.


   “Indesiderato” non è un libro che vola alto. Non ha la ricchezza espressiva e la profondità di significato de “Il simpatizzante” di Viet Thanh Nguyen (a proposito, Nguyen è il nome di famiglia più popolare in Vietnam. Il 40% della popolazione vietnamita ha il cognome Ngueyn che risale all’epoca imperiale della dinastia Nguyen). E’ la storia sofferta di un ragazzo che sconta le scelte di sua madre ed è la storia di un paese che ha molto sofferto e che ci pone la domanda sulla parte di responsabilità del mondo occidentale in questa sofferenza.


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