venerdì 27 aprile 2018

Keigo Higashino, “Il sospettato X” ed. 2013


                                                                 Voci da mondi diversi. Asia
     cento sfumature di giallo
     il libro dimenticato

Keigo Higashino, “Il sospettato X”
Ed. Giunti, trad. S: Rota Sperti, pagg. 336, Euro 4,52

     Hanaoka Yasuko credeva di essere riuscita a sbarazzarsi del marito con la separazione. Sperava di aver fatto perdere le sue tracce, cambiando casa e trovando un lavoro in un locale dove si vendeva cibo da asporto. Voleva solo stare tranquilla insieme a sua figlia. Ed ecco che lui era riapparso all’improvviso, forse perché aveva bisogno di soldi. Diceva di voler tornare a stare con lei. Erano volate parole dure, Togashi, il marito, aveva avanzato oscure minacce nei confronti della figlia adolescente di Yasuko, questa era intervenuta per difendere la figlia e aveva finito per uccidere il marito, strangolandolo con il cordone elettrico del kotatsu, il tavolo di legno al centro delle stanze giapponesi. Yasuko e la figlia sono sconvolte e, a questo punto, il vicino di casa, un riservato professore di matematica che madre e figlia conoscono superficialmente, bussa alla loro porta chiedendo se hanno bisogno di aiuto- ha sentito dei rumori e delle voci. Sarà lui a sistemare tutto- sbarazzarsi del corpo, suggerire a Yasuko e a Misato come comportarsi con la polizia che prima o poi certamente si farà viva, come costruirsi un alibi. Perché mai il professor Ishigami fa tutto questo?

      “Il sospettato X” è il secondo romanzo che leggo dello scrittore giapponese Keigo Higashino e vi ho ritrovato, insieme ad alcuni personaggi già conosciuti ne “L’impeccabile”- l’ispettore Kasanagi e il professor Yukawa noto anche con il soprannome di Galileo per la sua genialità-, una cifra stilistica molto personale. In entrambi i libri la situazione è chiara fin dall’inizio, il lettore assiste in diretta all’omicidio, non c’è alcun mistero riguardo all’identità dell’assassino. L’enigma riguarda piuttosto il ‘come’ e il ‘perché’. Sono domande su cui si arrovella la polizia: una volta che è stato scoperto un corpo, peraltro di difficile identificazione, dopo aver seguito i passi di Togashi che li hanno portati al locale dove lavora Yasuko e poi a casa sua, l’unica possibile colpevole è proprio lei, la ex-moglie Yasuko. Che però ha un alibi che pare inattaccabile. Perfino il lettore- che sa- si chiede come abbia fatto Ishigami a far collimare tutto. Perché se ne sia dato la pena, invece, è chiaro: è innamorato di Yasuko, lui che non ha mai degnato una donna di uno sguardo, tutto preso dai suoi problemi matematici. Il caso vuole che l’aiutante non ufficiale della polizia, il professor Yukawa, conosca Ishigami dai giorni dell’università e abbia una enorme stima della sua intelligenza. Ci vogliono due menti affini capaci di seguire gli stessi binari di ragionamento per capirsi, soltanto Yukawa è in grado di vedere al di là degli indizi costruiti ad arte e messi sotto gli occhi della polizia.

      C’è un grande eroe drammatico nel romanzo “Il sospettato X” e, in una qualche maniera, questo professore non giovane, non aitante, chiuso nella solitudine dei numeri, confinato nella routine casa-università, che ad un certo punto ha conosciuto la variante della sosta per comprarsi una lunch-box solo per vedere la donna di cui si è invaghito, ci sembra rappresenti l’alienazione del lavoro di una parte dell’enigmatico popolo giapponese (ma non solo). Nell’ultima pagina, poi, il suo grido straziante davanti all’inutilità del suo sacrificio, ne fa un personaggio uscito da una tragedia di Shakespeare.


     

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