Voci da mondi diversi. Asia
cento sfumature di giallo
il libro dimenticato
Keigo
Higashino, “Il sospettato X”
Ed. Giunti, trad. S: Rota Sperti,
pagg. 336, Euro 4,52
Hanaoka
Yasuko credeva di essere riuscita a sbarazzarsi del marito con la separazione.
Sperava di aver fatto perdere le sue tracce, cambiando casa e trovando un
lavoro in un locale dove si vendeva cibo da asporto. Voleva solo stare
tranquilla insieme a sua figlia. Ed ecco che lui era riapparso all’improvviso,
forse perché aveva bisogno di soldi. Diceva di voler tornare a stare con lei.
Erano volate parole dure, Togashi, il marito, aveva avanzato oscure minacce nei
confronti della figlia adolescente di Yasuko, questa era intervenuta per
difendere la figlia e aveva finito per uccidere il marito, strangolandolo con
il cordone elettrico del kotatsu, il tavolo di legno al centro delle stanze
giapponesi. Yasuko e la figlia sono sconvolte e, a questo punto, il vicino di
casa, un riservato professore di matematica che madre e figlia conoscono
superficialmente, bussa alla loro porta chiedendo se hanno bisogno di aiuto- ha
sentito dei rumori e delle voci. Sarà lui a sistemare tutto- sbarazzarsi del
corpo, suggerire a Yasuko e a Misato come comportarsi con la polizia che prima
o poi certamente si farà viva, come costruirsi un alibi. Perché mai il
professor Ishigami fa tutto questo?
“Il sospettato X” è il secondo romanzo
che leggo dello scrittore giapponese Keigo Higashino e vi ho ritrovato, insieme
ad alcuni personaggi già conosciuti ne “L’impeccabile”- l’ispettore Kasanagi e
il professor Yukawa noto anche con il soprannome di Galileo per la sua
genialità-, una cifra stilistica molto personale. In entrambi i libri la situazione
è chiara fin dall’inizio, il lettore assiste in diretta all’omicidio, non c’è
alcun mistero riguardo all’identità dell’assassino. L’enigma riguarda piuttosto
il ‘come’ e il ‘perché’. Sono domande su cui si arrovella la polizia: una volta
che è stato scoperto un corpo, peraltro di difficile identificazione, dopo aver
seguito i passi di Togashi che li hanno portati al locale dove lavora Yasuko e
poi a casa sua, l’unica possibile colpevole è proprio lei, la ex-moglie Yasuko.
Che però ha un alibi che pare inattaccabile. Perfino il lettore- che sa- si
chiede come abbia fatto Ishigami a far collimare tutto. Perché se ne sia dato
la pena, invece, è chiaro: è innamorato di Yasuko, lui che non ha mai degnato
una donna di uno sguardo, tutto preso dai suoi problemi matematici. Il caso
vuole che l’aiutante non ufficiale della polizia, il professor Yukawa, conosca
Ishigami dai giorni dell’università e abbia una enorme stima della sua
intelligenza. Ci vogliono due menti affini capaci di seguire gli stessi binari
di ragionamento per capirsi, soltanto Yukawa è in grado di vedere al di là
degli indizi costruiti ad arte e messi sotto gli occhi della polizia.
C’è un grande eroe drammatico nel romanzo
“Il sospettato X” e, in una qualche maniera, questo professore non giovane, non
aitante, chiuso nella solitudine dei numeri, confinato nella routine
casa-università, che ad un certo punto ha conosciuto la variante della sosta
per comprarsi una lunch-box solo per vedere la donna di cui si è invaghito, ci
sembra rappresenti l’alienazione del lavoro di una parte dell’enigmatico popolo
giapponese (ma non solo). Nell’ultima pagina, poi, il suo grido straziante
davanti all’inutilità del suo sacrificio, ne fa un personaggio uscito da una
tragedia di Shakespeare.
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