martedì 19 marzo 2024

Pierre Martin, “Madame le commissaire e la morte in convento”

                                        Voci da mondi diversi. Francia

cento sfumature di giallo

Pierre Martin, “Madame le commissaire e la morte in convento”

Ed. Neri Pozza, trad. Roberta Scarabelli, pagg. 333, Euro 19,00

 

    Provenza. Isabelle Bonnet, Madame le commissaire, vive ormai a Fragolin, dopo essere scampata all’attentato dell’Arco di Trionfo e aver rinunciato al suo incarico per l’Antiterrorismo.

   La Provenza è un idillio, in confronto a Parigi. Un idillio che viene bruscamente interrotto quando, nei giardini botanici del Domaine du Rayol,viene ritrovata una giovane suora, precipitata dall’alto della scogliera mentre raccoglieva erbe medicinali. Ma è andata veramente così? È stato un banale incidente? E’ veramente scivolata la bella suora?

La difficoltà per appurare la sua identità deriva dal fatto che suor Albertina apparteneva ad un ordine monastico che risiedeva in un monastero isolato e senza alcun contatto con il mondo esterno. Quando Isabelle vi arriva, per parlare con la madre superiora, viene a sapere che sono solo cinque le suore che vivono lì- ora sono rimaste in quattro. E che il Monastère des Bonnes Soeurs sopravvive perché finanziato ad Aeternum da una ricca famiglia religiosa.


   Da questo inizio si srotola il quinto romanzo della serie che ha per protagonista Madame le Commissaire e il suo assistente Apollinaire, opera di uno scrittore tedesco che ha adottato lo pseudonimo francese di Pierre Martin.

È un romanzo leggero e poco impegnativo in cui la traccia più propriamente poliziesca- cercare chi si è macchiato dell’omicidio di suor Albertina, che ha avuto prima un’altra vita in cui si chiamava Odette, e a cui seguiranno altre morti- si interseca ad altre tracce. Bisogna identificare lo hacker che riesce a rubare il PIN di almeno tre bancomat ripulendo il conto in banca dei proprietari, c’è poi il filone ‘rosa’ delle avventure sentimentali di Isabelle Bonnet  e quello dolente della salute di Isabelle, ancora sofferente per una scheggia che non era stata vista subito dopo l’attentato.


    È una lettura facile e piacevole in cui la trama è fin troppo esile. L’ambientazione è interessante, così come la novità di delitti in luoghi di pace e di preghiera, la vita nei monasteri- quello femminile delle Bonnes Soeurs e quello dei monaci che mirano ad occupare anche l’isolato monastero delle suore- così come pure il paesaggio provenzale, con le sue luci, i suoi profumi, i sapori della sua cucina, il suo ritmo diverso di vita.

    Come avviene per tutti i romanzi seriali, “Madame le commissarie e la morte in convento” non sfugge ad una certa ‘stanchezza’ e a una certa ripetitività.

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