Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
Claire Keegan, “Piccole cose da nulla”
Ed.
Einaudi, trad. Monica Pareschi, pagg. 104, Euro 12,35
1985. una cittadina irlandese. I giorni che
precedono il Natale.
Bill
Furlong è un piccolo commerciante di carbone e legna. Sono giornate lunghe e di
duro lavoro per lui.
In
poche frasi concise veniamo a sapere del suo passato e del suo presente. Non ha
mai saputo chi fosse suo padre. Sua madre ha avuto la fortuna di essere accolta
da una benestante signora protestante che ha continuato ad occuparsi di Bill
anche dopo che è rimasto orfano. Adesso Bill è sposato e ha cinque bambine che
scrivono la letterina a Babbo Natale. Sono bambine “sagge” che non chiedono
niente di inaccessibile- un paio di jeans la più grande, un libro, un disco, un
gioco da tavola, un mappamondo. Bill riconosce alla moglie il merito di aver
educato bene le figlie.
È del tutto felice, Bill? Dovrebbe esserlo
ma, ogni tanto, viene assalito dal pensiero di come sarebbe la sua vita se…E
poi, il desiderio lo prende a tratti, di sapere chi fosse suo padre. È
possibile che nessuno, nel paese, lo sappia?Magdalene Laundry
Il capitolo che inizia con la breve frase
“Era un dicembre da corvi” introduce una nuova atmosfera, e non potrebbe essere
altrimenti con quegli uccelli neri che si azzuffano su qualunque possa essere
un cibo per loro. Ai corvi che volteggiano in stormi si contrappone il
convento, un luogo dall’aspetto imponente e minaccioso. Girano tante voci sul
convento, sulle suore, sul servizio di lavanderia che offrono, sulle ragazze
che ospitano. Si diceva che fosse una sorta di scuola, ma anche che accogliesse
ragazze “perdute”. Sappiamo che cosa volesse dire “ragazze perdute” in Irlanda,
ragazze che dovevano lavare i loro peccati lavando i panni sporchi altrui.
Bill tornerà per tre volte nel convento in
un crescendo di consapevolezza, in un risveglio della sua coscienza, quasi
incredulo davanti a quello che vede, incapace di credere a richieste disperate
di aiuto.
Pensa a sua madre che avrebbe potuto trovarsi lì, pensa alle sue bambine- chi mai può sapere che cosa riserba il futuro?
È
incerto, non sa come comportarsi, non è facile mettersi contro l’intero paese,
le autorità della Chiesa, la sua stessa moglie. Ma Bill è un uomo buono e la
fine non potrebbe essere diversa.
Lo stile di Claire Keegan è limpido,
pulito, essenziale, poetico. Non c’è una parola di troppo in questa che
potrebbe essere una favola di Natale come “A Christmas Carol” di Dickens che
Bill aveva ricevuto in regalo per Natale quando era bambino.
Abbiamo
appena letto delle “sorelle Magdalene” o delle “lavanderie Magdalene”
nell’ultimo romanzo di Catherine Dunne e, come in tutte le vicende in cui il
Bene trionfa sulla banalità del Male, la storia di Bill Furlong è, forse, un
poco scontata.
Che
decisione avrebbe preso Bill Furlong se la sua esperienza personale fosse stata
diversa? Sarebbe stata un’altra storia, forse più lacerante e tormentata, forse
però anche più coraggiosa.
Nessun commento:
Posta un commento