Voci da mondi diversi. Area germanica
Karl Alfred Loeser, “Requiem”
Ed.
Neri Pozza, trad. Silvia Albesano, pagg. 239, Euro 18,00
Vestfalia, metà anni ‘30. Dal 1933 Hitler è cancelliere del Reich, dal
1934
si
è autonominato Führer.
L’ombra scura si estende sulla Germania. La caccia agli ebrei è incominciata.
Qualcuno è già partito, saggiamente, con lungimiranza. Quella che prevale,
però, è un’atmosfera di inquietudine, sì, ma anche di incredulità, una fiducia-
basata sul nulla- che la paura sia ingiustificata, che la Germania, patria di musicisti
e filosofi, non possa abbassarsi ad una politica basata su pregiudizi. La
follia che sembra percorrere il paese come un’onda di marea, si ritirerà.
Erich Krakau è un violoncellista di fama,
membro dell’orchestra municipale, il suo fiore all’occhiello. Quando suona lui,
è la musica degli angeli che vibra nell’aria. Vive per la musica. E per la
moglie, un’ariana bionda e delicata ‘come un papavero’ (dice il dottor Spitzer
che l’ha in cura). Lisa Krakau è incinta, basta poco per scuoterle i nervi.
Fritz Eberle è perfino ridicolo come rivale di Krakau. È un nano di fronte a un gigante. Non sono le sue umili origini (è figlio di un panettiere) che lo rendono inferiore, è la sua presunzione di essere un bravo musicista e poter ambire ad occupare il posto di Erich Krakau. Perché è vero che non c’è posto per un altro violoncellista nell’orchestra. Adesso non c’è posto. Perché quel posto è occupato da un ebreo. E l’ebreo deve essere mandato via. Quando si presenta per un’audizione, è proprio Krakau a giudicarlo, senza sospettare che, consigliandogli di andare a fare il panettiere come suo padre, sta firmando la sua condanna. Come poteva Eberle pensare di suonare nell’orchestra, traendo quei suoni penosi dal suo strumento?
La caccia all’ebreo, a Krakau nella
fattispecie, inizia. Inizia con una vendetta personale da parte di Eberle,
ferito nel suo orgoglio. Membro delle SA, con i suoi compagni Eberle organizza
un’azione di disturbo durante un’esecuzione di Erich Krakau il quale reagisce
con un ‘Porci’ a loro indirizzato. E viene portato via dalla polizia.
E adesso, scomparso Krakau dalla scena, sfilano una serie di personaggi ognuno dei quali rappresenta una reazione diversa alle minacce degli albori del nazismo. C’è l’ignobile giornalista di scarso valore che pensa ai propri interessi cercando di favorire la carriera di Fritz Eberle, c’è chi, nell’ambiente dell’orchestra, si tira indietro davanti alla proposta di fare qualcosa, di rivolgersi a chi ha il potere di intervenire per scoprire dove sia stato portato Krakau e di farlo liberare, e c’è chi, infine, si mette in gioco, rischia, tira fuori vecchie conoscenze, risveglia la coscienza di un amico di altri tempi che pare aver dimenticato gli ideali che condividevano durante la guerra. E poi c’è la piccola moglie. Di lei si pensava fosse fragile, delicata come un papavero. Eppure Lisa Krakau raccoglie la sfida, per amore. Potremmo paragonarla non più ad un fiore, ma ad una tigre che sfodera le unghie. È pronta a tutto, per suo marito. Già prima, lei, ariana che non aveva nulla da temere, aveva proposto di partire, avvertendo il pericolo. Adesso è disposta ad offrire quello che a una donna è più prezioso, per salvarlo.
“Requiem” è il romanzo di un’epoca che si
avvicina al baratro, che pone il singolo davanti alla scelta, se seguire la
massa o il proprio imperativo morale, un romanzo in cui la musica è al centro
della scena. Musica come arte suprema che scavalca ideologie ed etnie, che
eleva gli animi. Musica che identifica la Germania stessa, con tutti i geni a
cui ha dato i natali. E allora, nel retrofondo, c’è l’assillo della domanda-
come è stato possibile? Come è stato possibile un simile stravolgimento?
“Requiem” è un romanzo singolare anche per
la storia che c’è dietro- è in parte la sua storia e quella di suo fratello
Norbert (compositore e critico musicale) che Karl Alfred Loeser racconta.
Entrambi i fratelli erano riusciti a fuggire in Olanda (come il dottor Spitzer
nel romanzo), Norbert vi era rimasto ed era sopravvissuto alla guerra, Karl
Alfred era emigrato in Brasile insieme alla moglie conosciuta in Olanda. Morì
anche in Brasile nel 1999 e i suoi eredi trovarono tra le sue carte il
manoscritto di “Requiem” che fu pubblicato in Germania soltanto nel 2023.
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