sabato 18 marzo 2017

Marco Consentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella, “I fantasmi dell’Impero” ed. 2007

                                                                 Casa Nostra. Qui Italia
          guerra d'Africa
          FRESCO DI LETTURA

Marco Consentino, Domenico Dodaro, Luigi Panella, “I fantasmi dell’Impero”
Ed. Sellerio, pagg. 536, Euro 15,00

   Eh, sì, Italiani, brava gente, come dice ironicamente il titolo del libro dello storico Angelo Del Boca. E’ quello che vogliamo credere, di essere ‘brava gente’. Non è da noi commettere atrocità. No, gli italiani hanno buon cuore, non sarebbe capaci di compiere eccidi o ammazzare selvaggiamente. E invece sì. Ne è un’altra prova il libro appena pubblicato da Sellerio, “I fantasmi dell’Impero”, scritto da Marco Consentino, esperto di relazioni istituzionali, Domenico Dodaro, business lawyer, e Luigi Panella, avvocato penalista, che racconta di un’inchiesta segreta condotta nel 1937/38 da un magistrato militare sull’operato di Gioacchino Corvo, un ufficiale accusato di crimini di guerra nell’Etiopia occupata.
   Il libro inizia con i fatti del febbraio 1937. Il 19 febbraio c’era stato l’attentato contro il Viceré Rodolfo Graziani, seguito da una feroce rappresaglia.
Il tenente colonnello Vincenzo Bernardi (uno dei due maggiori protagonisti), avvocato militare del Governo Generale dell’Africa Orientale, aveva dovuto obbedire all’ordine- fare giustizia, farla in fretta. Con un processo sommario i sospetti erano stati condannati a morte. Per Bernardi era stata la settimana più lunga della sua vita. Anche Gioacchino Corvo, nella scena seguente, si trova a dover intentare dei processi farsa prima di eseguire la condanna dei presunti colpevoli. Rifletteremo più tardi sull’ambiguità di queste due sequenze, quando, chiaramente, Vincenzo Bernardi riveste i panni del ‘buono’ e Corvo quelli del ‘cattivo’, quando vediamo Corvo uccidere in maniera sbrigativa e brutale altri etiopi, quando non sappiamo se ci sia lui o qualcun altro dietro a comportamenti ignobili e uccisioni selvagge.
Non c’è più requie in Etiopia. Ovunque scoppiano incidenti, ribellioni seguite da ritorsioni, esecuzioni barbare, sangue. E Vincenzo Bernardi, accompagnato dal tenente Vittorio Valeri alla guida del mezzo, è incaricato della missione segreta di raggiungere Corvo e appurare se siano vere le voci che circolano sulle sue atrocità che avrebbero scatenato mille fiammelle di insurrezione. Come mai, però, questa missione non è abbastanza segreta per impedire un agguato lungo il percorso? E’ certo che gli assalitori della colonna di autocarri sono italiani. Chi è che vuole impedire a tutti i costi a Bernardi di raggiungere Corvo, tanto da ordinare un secondo attentato contro la sua vita, in un mercato?

    La vicenda  si svolge in Etiopia nell’arco di un inverno e una primavera in cui i telegrammi (nel desueto e un poco ridicolo linguaggio fascista) si incalzano, tutti con la formula della massima priorità, mentre Graziani si accinge a cedere (molto a malincuore) il posto al Duca di Aosta, le certezze di Bernardi sulla colpevolezza di Corvo si incrinano, uomini dalla pelle scura dimostrano il loro coraggio e amor di patria (quelli che sono ‘ribelli’ per gli italiani, sono in realtà ‘patrioti’ che reagiscono ad una invasione), altri provano la loro fedeltà verso i bianchi che hanno imparato a rispettare. Agguati, inseguimenti, azioni ardite e suicide, il deserto disseminato di cadaveri. E Bernardi e Valeri vengono dati per dispersi.

    C’è Storia vera (Luigi Panella è il ricercatore del terzetto di scrittori, quello che si è imbattuto in documenti interessanti negli archivi) corredata anche da fotografie di alcuni dei personaggi, sia dei ‘buoni’ sia dei ‘cattivi’, c’è anche un filone di avventura che tiene con il fiato in sospeso e, dietro i protagonisti nel cui nome ci imbattiamo pure sui testi di Storia, ci sono almeno tre personaggi che ci appassionano- l’avvocato militare Bernardi e il tenente Valeri, ognuno con una storia d’amore sospesa in Italia il cui ricordo serve per alleggerire la durezza dell’esperienza africana e anche a rendere più oltraggioso il comportamento dei più verso le ‘faccette nere’ considerate (come al solito) preda di guerra, e infine lo sciumbasci Welé (ci voleva un eroe di colore), fedele, coraggioso, leale. A lui Bernardi e Valeri devono la vita.
    La fine non è datata 1938, ma una trentina d’anni più tardi, con la soluzione degli enigmi e l’incontro con i personaggi di allora.

    Un’ottima prova narrativa tra realtà e romanzo. Un glossario sarebbe stato utile per risparmiarci la ricerca del significato dei titoli e delle cariche traslitterati in italiano dall’originale lingua africana.

Gli autori del libro:

Marco Consentino
Domenico Dodaro
Luigi Panella

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