Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
guerra in Iraq
FRESCO DI LETTURA
Derek B. Miller, “La ragazza in verde”
Ed. Neri Pozza, trad. Raffaella
Vitangeli, pagg. 407, Euro 18,00
Iraq 1991. La guerra è finita (veramente?)
e il ventiduenne soldato americano Arwood Hobbes è stanziato al posto di
controllo Zulu con il compito di far rispettare il cessate il fuoco. Si annoia
mortalmente, Arwood. E’ solo un ragazzo capitato in una guerra che non capisce,
in un paese di cui non sa nulla- Arwood, peraltro, sa poco di tutto: quando
parla con il giornalista Thomas Benton, è chiaro che non sa che differenza ci
sia tra un inglese e un britannico e ha un’idea vaga di dove sia l’Inghilterra
(‘oltreoceano, giusto?’). Thomas Benton ha il doppio degli anni di Arwood e non
si sa bene se si trovi in Iraq per fare un servizio giornalistico o per fuggire
lontano dalla moglie che lo ha tradito e da cui intende separarsi. Benton vuole
arrivare al villaggio di Samawa, poco oltre la linea del cessate il fuoco, e
Arwood lo lascia andare, con la promessa che gli porterà indietro un gelato.
Sono queste le premesse per una
storia che ha molto di vero e molto di
incredibile, qualcosa di folle, qualcosa di quel tipo di ironia che ci ricorda
“Catch 22” di Joseph Heller e, comunque, un’assoluta condanna della guerra.
Perché, mentre Benton si attarda, degli elicotteri della Guardia Repubblicana
aprono il fuoco su Samawa. Il giornalista corre verso la postazione di Arwood
che si sente responsabile per avergli dato un indebito permesso e corre a sua volta
verso di lui per aiutarlo. Con Benton c’è una ragazzina vestita di verde: viene
uccisa a sangue freddo, nella schiena, da un colonnello baathista. Il non aver
potuto salvare almeno una vita
diventerà per Benton e Arwood il rovello della loro vita, il ricordo che non si
può cancellare.
2013. Una telefonata nella notte. Arwood e
Benton non sono rimasti in contatto, ma quando Arwood, in tono concitato, dice
a Benton di accendere il televisore e di guardare le riprese dell’attacco di mortaio sui profughi siriani diretti in Kurdistan- c’è una ragazza con un abito
verde, è lei- Thomas Benton capisce subito di chi l’altro stia parlando. Ed
ecco il filone ‘folle’ del romanzo- anche questa ragazza vestita di verde è di
certo morta, e poi, è impossibile sia la stessa, eppure Arwood, congedato con
disonore dall’esercito, Arwood che ha combinato ben poco nella vita, che però
non è più il ragazzino ignorante del 1991, anzi, sa tantissimo della guerra in
Medio Oriente, Arwood il visionario riesce a trascinare il posato e ormai
anziano Benton nell’impresa disperata di trovare e mettere in salvo ‘la ragazza
in verde’.
Questo è solo l’inizio di una vicenda che
ci farà restare con il fiato in sospeso- non si gioca con la guerra, non si
scherza con gli uomini dell’Isis o dell’Isil, che cosa è una vita umana?
D’altra parte, come viene fatto osservare, l’Europa ha fatto i suoi stermini,
durante la seconda guerra mondiale. E qui, oltre alla disperata situazione dei
profughi, sono in pericolo le vite di un americano e un inglese: valgono di più
delle altre? Valgono di più di quella dell’autista che li conduce nel pericolo
o della ragazza in verde? Sia Arwood sia Benton sono molto cambiati in questi
venti anni, Arwood più ancora di Benton. Per lui, più ancora che per Benton, la
ragazza in verde è diventata qualcosa di più di un essere fatto di carne e di
ossa e di sangue, è un simbolo. Di quello che si sarebbe potuto fare e non si è
fatto, di posizioni che si sarebbero potute prendere, di aiuti che si sarebbero
potuti dare. Se, come sembra, non c’è mai fine a la guerra, non c’è neppure mai fine al tempo per rimediare gli
errori, per riportare ordine nel disordine del mondo anche se in piccola,
piccolissima parte, in un altro tempo, in un altro luogo e altre circostanze.
In apparenza “La ragazza in
verde” è molto diverso dal precedente romanzo di Derek Miller, “Uno strano
luogo per morire” (2015), che si poteva inserire nel genere del ‘thriller’. In
realtà c’è un costante interesse per la guerra e le conseguenze della guerra su
chi è coinvolto. Anzi, ci viene da pensare che “La ragazza in verde” sia un
prolungamento dello stesso tema, di come la guerra sia una costante
malignamente necessaria per gli esseri umani.
trovate la recensione del precedente romanzo di Derek Miller sotto l'etichetta Cento sfumature di giallo, 2015
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