martedì 8 novembre 2016

Pietro Grossi, “Il passaggio” ed. 2016

                                                      Casa Nostra. Qui Italia    
   FRESCO DI LETTURA

Pietro Grossi, “Il passaggio”
Ed. Feltrinelli, pagg. 152, Euro 15,00

        E’ un passaggio mitico, il famoso passaggio a Nord Ovest tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico attraverso lo stretto di Bering. Una sfida ai ghiacci, la passione del brivido, l’eterno desiderio di varcare le colonne d’Ercole, dovunque le si pongano nell’immaginario. Solo nel 2014 è stato ritrovato il relitto della Erebus, protagonista- insieme alla Terror- della spedizione del 1845 guidata da Sir John Franklin. E proprio nel settembre di quest’anno, il 2016, è stata ritrovata anche la Terror. Superfluo dire che, a suo tempo, si abbandonarono subito le speranze che qualcuno dei 129 membri dell’equipaggio fosse sopravvissuto.
     Il titolo del romanzo di Pietro Grossi si riferisce proprio al passaggio a Nord Ovest: il padre di Carlo (protagonista e io narrante) ha chiesto al figlio di accompagnarlo per condurre un’imbarcazione dalla Groenlandia al Canada. E anche se sono tredici anni che Carlo ha troncato ogni rapporto con il padre, anche se sono sette anni che non mette piede su una barca, Carlo non sa sottrarsi. Ci si mettono anche sua madre, sua sorella e sua moglie a dirgli che sì, deve accettare e andare ad aiutare quel padre gigione e dispotico. Carlo si assenta dal suo lavoro come ormai affermato architetto, lascia la moglie e i due figli gemelli, e parte per la Groenlandia.

    Carlo è sulle sue, irrigidito dal timore dell’esplosione del padre in uno dei comportamenti tipici che tanto lo hanno fatto soffrire in passato, incerto ancora se accettare di seguirlo in quell’impresa- pensa al costo emotivo che potrebbe avere per lui, non pensa affatto ai pericoli del viaggio. Saranno quelli invece i più grossi, quelli che finiranno per riavvicinare Carlo al padre. Perché, quando si lotta per la vita, si dimentica tutto, ci si sentirebbe responsabili anche per un perfetto estraneo, figurarsi quando è del proprio padre che si tratta. Quando i ruoli si invertono ed è il padre ad essere il più debole, un istinto fatto di pietas filiale e di altruismo prende il sopravvento e si dimentica il passato.

     La prospettiva del viaggio è esaltante- navigazione a vela e a motore, panorami di solitudine abbagliante, distese di ghiaccio, iceberg ingannatori. Il romanzo di Pietro Grossi veleggia veloce, la prima parte è piacevole, a poco a poco Carlo ritrova i gesti e le manovre che una volta facevano parte della sua vita quotidiana, a poco a poco veniamo a sapere di suo padre, delle sue origini umili, di come gli fosse capitata fra le mani la prima macchina fotografica che aveva dato inizio- quasi per caso- alla sua folgorante carriera, fino a farlo diventare un fotografo famoso in tutto il mondo, dell’amore colpo di fulmine con sua madre- come poteva, sua madre, sopportare un uomo del genere, così lontano dalla raffinatezza di lei? come poteva un ragazzo sensibile come Carlo non trovarsi in opposizione con quell’uomo estroso, geniale, sfrontato, volgare, rozzo?

Poi c’è l’incontro con la balena. E il nostro pensiero corre a “Moby Dick”- qui non è la balena ad essere cacciata, piuttosto è lei che insegue il Katrina, e c’è un singolare rovesciamento di termini, tra umani e animali, in questa genitrice che diventa aggressiva per proteggere i balenotteri. Finito il veleggiare tranquillo, finito il piacere di paesaggi estremi. Carlo e il padre lottano per la vita, c’è una virata di tensione nel romanzo. E il viaggio- da ora in poi- non è più solo la sfida ai ghiacci, la meta non è più solo il Canada, il passaggio non è solo la strettoia fra due terre. E’ un viaggio di conoscenza di sé e dell’altro, per accettarsi e per passare le consegne. Non si resta figli per tutta la vita, si passa ad un altro ruolo, si diventa padri a propria volta e capita, a volte, che si è padri dei propri figli e anche del proprio padre.

Un romanzo per chi ama andare per mare, per quelli a cui piacciono i romanzi di avventura, per chi è padre, per chi è figlio. Per tutti.


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