sabato 19 novembre 2016

Juan Gabriel Vásquez, “La forma delle rovine” ed. 2016

                                             Voci da mondi diversi. America Latina
         la Storia nel romanzo
         FRESCO DI LETTURA

Juan Gabriel Vásquez, “La forma delle rovine”
Ed. Feltrinelli, trad. Elena Liverani, pagg. 503, Euro 20,00


  O, pardon me, thou bleeding piece of earth,/ That I am meek and gentle with these butchers./ Thou art the ruins of the noblest man/ That ever lived in the tide of times. (Perdonami, o tu pezzo di terra sanguinante, se sono mite e gentile con questi macellai. Tu sei le rovine del più nobile degli uomini che mai visse nella marea dei tempi.)
   Sono le parole che Antonio pronuncia sul corpo di Cesare, appena ucciso dai congiurati, nella tragedia di Shakespeare. Ed è a queste parole, è alla morte per mano altrui di Giulio Cesare che Juan Gabriel Vásquez pensa, alla fine del romanzo in cui ha percorso e ripercorso la storia della Colombia nel ‘900 attraverso gli assassinii di due suoi grandi uomini, il generale Rafael Uribe Uribe e Jorge Eliécer Gaitán. Con la promessa di scrivere questo libro, con l’impegno d’onore di rivelare la verità dopo tante menzogne, Juan Gabriel Vásquez è ritornato in possesso della ‘forma delle rovine’- la calotta cranica del generale Uribe e la vertebra perforata dalla pallottola di Gaitán- che devono essere restituite ad un museo perché tutti possano trarne ispirazione, perché ‘quelle rovine umane erano moniti dei nostri errori passati, e in qualche momento furono anche profezie’.
Jorge Eliécer Gaitán
     La Storia che Juan Gabriel Vásquez racconta è materia scottante, è una storia che è costata la vita di tante persone oltre a quella dei due grandi uomini che ne sono al centro e lo scrittore ha dei momenti in cui vacilla, è incerto se accettare il compito gravoso che gli è stato affidato, smarrito tra dicerie, testimonianze, voci che affiorano dal passato, certezze che l’attimo dopo diventano incertezze, sconfortato da quello che sembra essere un modello che si ripete, con qualche variante. La costante è l’assassinio di uomini liberali di ampie vedute che avevano in mente grandi cose per cambiare la Colombia. Perché Vásquez crede che si tratti solo di ricostruire gli avvenimenti del 9 aprile 1948, quando Jorge Eliécer Gaitán (probabile futuro Presidente di idee populiste, ammirato, quasi adorato da molti ma altrettanto odiato e inviso a molti altri) fu ucciso in strada, a Bogotà.
E invece un assassinio riconduce ad un altro, a quello del generale Rafael Uribe Uribe, assassinato a colpi di accetta il 15 ottobre 1915. Anche lui di idee social liberali, anche lui ammazzato in strada, a Bogotà. E ancora ad un altro, in un altro paese, in un’altra cultura- all’assassinio che chiunque può vedere in diretta su youtube nel filmato amatoriale girato da Zapruder il 22 novembre 1963 quando il presidente John F. Kennedy fu ucciso a Dallas. Che cosa collega questi omicidi?

    La teoria della cospirazione è l’ossessione del dottor Benavides che ha ereditato dal padre (medico legale) le ‘forme delle rovine’ conservate come reliquie e, prima di diventare l’ossessione anche dello scrittore Vásquez, la è di Carlos Carballo, un uomo singolare verso cui Vásquez prova a tratti un’oscura fascinazione e un’altrettanto oscura repulsione. Carlos Carballo ha dedicato tutta la sua vita a studiare la documentazione riguardo alla morte di Gaitán- il perché di questo accanimento lo sapremo solo alla fine in questo libro corposo che contiene un altro libro che Carballo dà in lettura a Vásquez, ed è il libro intitolato “Chi sono?”, scritto dal giovanissimo avvocato incaricato dalla famiglia Uribe Uribe di fare ricerche sulla verità dietro la morte del generale.

    Chi sono? Chi sono quelli che hanno manovrato la morte di Uribe Uribe, di Gaitán, di Kennedy? Non può non colpire il fatto che gli assassini di Gaitán e di Kennedy (un tal Juan Roa Sierra e Lee Oswald) furono uccisi a loro volta, obbligati a tacere per sempre, e che i due uomini che colpirono con l’accetta Uribe Uribe ebbero un trattamento privilegiato in prigione, furono letteralmente ricoperti di regali che chiaramente dovevano comprare il loro silenzio.
     “La forma delle rovine” è una lettura affascinante e appassionante. Perché non è solo la disanima dei casi controversi degli omicidi di grandi uomini ma è anche la storia personale di un grande scrittore (Juan Gabriel Vásquez è il nuovo grande scrittore della Colombia) che è lacerato fra il senso di appartenenza e il desiderio di una vita tranquilla altrove, ed è la lettura della Storia della Colombia vista con gli occhi di chi soffre perché “in secoli di esistenza qui nulla è cambiato né cambierà mai, perché questo nostro triste paese è come un criceto che corre in una ruota.”




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