domenica 6 novembre 2016

Daniel Silva, “Le regole di Mosca” ed. 2010

                        Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
                                                         spy-story
  il libro ritrovato

Daniel Silva, “Le regole di Mosca”
Ed. Giano, trad.Luca Briasco e Raffaella Vitangeli, pagg. 438, Euro 18,00

   Courchevel. Francia. Luogo di montagna diventato meta favorita dei nuovi ricchi russi. Ma lo storico albergo Grand Courchevel resiste all’assalto dei turisti che vengono dall’Est e boicotta l’ospite dal nome russo la cui prenotazione è stata stranamente accettata. In ogni modo l’ospite non causerà disturbo a lungo: la sera stessa del suo arrivo viene assassinato in stanza. Era un giornalista, si chiamava Alex Lubin. Poco dopo un altro giornalista russo viene ucciso in maniera  magistrale niente di meno che all’interno della basilica di San Pietro, a Roma. Aveva chiesto un colloquio con Gabriel Allon, il miglior agente segreto di Israele- morirà nelle braccia di Gabriel Allon. Com’è che gli agenti segreti israeliani, famosi per la bravura nel loro operato, non si sono accorti di nulla? Come è potuto succedere un assassinio sotto i loro occhi? Che cosa avevano di tanto importante da rivelare i due giornalisti da essere messi a tacere con la violenza? Se a qualcuno viene in mente il caso di Aleksandr Litvinenko, l’ex agente del KGB avvelenato con il polonio a Londra, è su una buona pista.

      “Le regole di Mosca” è un thriller nel vero senso della parola, un romanzo che si legge con il batticuore fino alla fine, anche se sappiamo subito l’identità del ‘cattivo’ di turno: si tratta di Ivan Charkov, figlio di un pezzo grosso del KGB, lui stesso membro attivo del KGB, diventato poi straordinariamente ricco con la caduta del comunismo. Charkov ha una casa in montagna a Courchevel, una al mare a Saint Tropez, una nel centro di Londra, più di una casa in Russia…Charkov ha una splendida moglie e due figli gemelli di sette anni. Charkov ha un certo numero di amanti. Charkov si sposta su Mercedes blindate e con le guardie del corpo. Charkov non si pone alcun problema etico, quello che importa sono i soldi. E se qualcuno vuole mettersi di mezzo, creandogli dei problemi, la soluzione è sempre quella del buon vecchio Stalin: La morte risolve tutti i problemi. Niente uomini, niente problemi.
    E’ una donna a creare dei problemi a Ivan Charkov- sua moglie Elena, quando questa scopre, ascoltando una conversazione telefonica non destinata alle sue orecchie, che il marito commercia armi, che non solo ha venduto e vende armi a paesi africani che le usano in guerre fratricide, ma ha anche firmato un accordo per vendere i pericolosi missili antiaereo ad Al Qaeda. Elena Charkova ha messo in moto tutto, allertando i giornalisti che, a loro volta, hanno chiesto l’aiuto dei servizi segreti israeliani.

     La trama de “Le regole di Mosca” tiene con il fiato sospeso. L’azione si sposta da Courchevel a Roma, e poi in Israele, a San Pietroburgo, a Mosca, a Saint Tropez, ancora a Mosca. E’ una lotta senza quartiere tra due bande di persone che uccidono con determinazione: da una parte gli israeliani (che interpretano i duri ‘buoni’ perché combattono per un buon fine, quello di impedire un altro 11 settembre), dall’altra i russi, i ‘cattivi’ dotati di forza bruta, stolidi e violenti. Gli israeliani, con a capo Gabriel Allon (restauratore di dipinti in tempo di pace), eccellono nella strategia accurata e intelligente per impadronirsi delle carte degli accordi segreti di Charkov; i russi vengono beffati, anche se non scherzano affatto con la violenza.
    Daniel Silva usa con intelligenza fatti di cronaca per tessere il suo romanzo, non risparmia allusioni a Putin e denuncia apertamente il fatto che la Russia uscita dal comunismo sia governata da criminali. Un ottimo libro di spionaggio- come per Furst il paragone con Le Carré è di rigore.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net




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