giovedì 22 settembre 2016

Jojo Moyes, “L’ultima lettera d’amore” ed. 2011

                                 Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
                                                                  love story
                                                               il libro ritrovato

Jojo Moyes, “L’ultima lettera d’amore”
Ed. Elliot, trad. Anna Tagliavini, pagg. 488, Euro 18,50

Titolo originale: The Last Letter from Your Lover

    Al momento aveva riportato alla luce sette lettere dai nascondigli in giro per la casa; sette lettere che le illustravano il tipo di amore che aveva conosciuto, e la persona che lei era diventata con quell’amore. Si vide riflessa, in quelle paarole scritte a mano, con mille sfaccettature: impulsiva, passionale, pronta all’ira ma anche al perdono.

    Tempo: oggi. Luogo: Londra. Protagonista: Ellie, giornalista, trentadue anni, innamorata di uno scrittore, John, conosciuto in occasione di un’intervista. John è sposato. Ma, per il ‘grande amore’, Ellie è disposta ad accontentarsi di tempo rubato, di attese con la domanda, ‘verrà?, non verrà?’, di sbirciate al telefonino per controllare se non abbia perso qualche chiamata, se non sia arrivato qualche messaggio- stringato, fatto di abbreviazioni, che sottintende tutto e niente, secondo quello che Ellie vuole capire.

   Tempo: 1960. Luogo: Londra. Protagonista: Jennifer, nullafacente come si addice ad una giovane donna della sua classe sociale, sposata con un uomo ricco, molto bella, elegante, alta e bionda- il tipo algido alla Grace Kelly.  Incontra Anthony O’Hare, giornalista, quando questi si presenta per un’intervista a suo marito. Tra i due divampa l’Amore.
     Come si intrecciano queste due storie d’amore, così simili nella loro specularità? Tramite il giornale per cui scriveva Anthony e per cui scrive Ellie che, in realtà, non riesce da un pezzo a presentare un articolo decente, persa com’è nelle sue fantasie sull’amante discontinuo. Ellie viene incaricata di fare una ricerca nell’archivio del giornale, si imbatte per caso in una cartelletta con dei documenti finiti lì chissà come (lo sapremo poi), dentro c’è anche una lettera d’amore. L’indirizzo è una casella postale, la data è il 4 ottobre 1960, le parole iniziali sono ‘Mio caro e unico amore’, la firma è solo una B. Chi scrive dà appuntamento al destinatario sul marciapiede del treno. Specifica la stazione, il giorno e l’ora. E’ una sorta di ultimatum, il loro amore non può proseguire così.

       La lingua inglese è così fatta che nessun accordo di aggettivi o participi può svelare il sesso di chi parla o scrive- sarà leggendo e rileggendo la lettera, discutendone con un amico, analizzando i dettagli degli accenni al lavoro, che Ellie deciderà che B è un uomo che sta scrivendo ad una donna. E incomincerà le ricerche. La maggior parte del romanzo di Jojo Moyes- pur seguendo i due filoni della duplice storia- è dedicato a Jennifer e Anthony, alla loro vicenda di ‘amanti contrastati dalle stelle’ , una storia che incomincia con Jennifer ricoverata in ospedale dopo un gravissimo incidente che le ha fatto perdere la memoria. Temporaneamente, ma quanto basta per sentire il marito come un estraneo e per faticare a ritrovare il suo posto nell’ambiente in cui vive. E’ una storia che, raccontata da Jojo Moyes con straordinaria finezza, buon gusto ed eleganza, ci fa tremare il cuore, palpitare di ansia per i personaggi, simpatizzare con loro. E gustare, insieme, quello che il romanzo vuole essere, dietro alla copertina di romanzo d’amore. “L’ultima lettera d’amore” è un accorato romanzo sulla perdita (forse inevitabile, ma non per questo meno grave) del linguaggio dell’amore, della capacità di esprimere i sentimenti, del piacere della lentezza dei tempi- per amare, per parlare d’amore, per conquistare l’altro, per comunicare con l’altro. L’ultima lettera d’amore è sia l’ultima lettera di Anthony che Jennifer riceve, ma è anche, in un certo senso, l’ultima lettera d’amore di un tempo in cui si scrivevano ancora lettere, si incollavano francobolli, si imbucavano, si attendeva il passaggio del postino.
Prima di quella piccola rivoluzione culturale che iniziò negli anni ’60 e che coinvolse mode, stili di vita, comportamenti, linguaggi di comunicazione. Finendo per coinvolgere anche l’essenza delle persone: quelle che potrebbero essere due banali storie di amanti diventano il nostro ieri e il nostro oggi. E se ci soffermiamo un attimo a riflettere, c’è molto da imparare, c’è molto da salvare anche in questo piccolo passato, proprio come nella grande Storia.

   Sfido qualunque lettrice a non essere disposta a scambiare il proprio telefonino, anche il più tecnologicamente avanzato, con i messaggini cifrati, per una qualunque lettera d’amore di Anthony, scritta a penna, su carta.   

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it


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