mercoledì 28 settembre 2016

Elizabeth Jane Howard, “Confusione” ed. 2016

                                 Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
           saga
           FRESCO DI LETTURA

Elizabeth Jane Howard, “Confusione”
Ed. Fazi, trad. Manuela Francescon, pagg. 528, Euro 18,50

       I Cazalet sono tornati! Per la gioia di tutti i lettori appassionati della saga (come me). E sono tornati a breve distanza dal volume precedente, “Il tempo dell’attesa”- non c’era motivo di farci attendere tanto, visto che in Inghilterra “Confusione” è stato pubblicato per la prima volta nel 1993. E, ancora una volta, siamo stati rapiti e trasportati a Home Place per seguire le vicende della famiglia Cazalet che ormai consideriamo ‘nostra’.
    La guerra continua, forse le sorti stanno per cambiare. Arriva la notizia che i tedeschi sono stati sconfitti a Stalingrado- che noia, queste notizie di guerra, sempre guerra (pensano, e dicono, i più giovani dei Cazalet). A Home Place, in campagna, la vita continua come al solito, tranne per il fatto che tutti sono un poco cambiati con il passare degli anni, con la dura esperienza delle ristrettezze imposte dal conflitto. Il Generale non ci vede quasi più, la Duchessa si accorda per il menù con la cuoca ogni mattina, come al solito, come se ci fosse molta scelta di cibi da cucinare, Rachel è più che mai ambigua nel suo rapporto con l’amica violinista, Edward si divide tra moglie e amante, Hugh resta vedovo, Polly e Clary sono ormai diciottenni e ottengono di andare a vivere a Londra, e ancora e ancora, ci sono ancora altri componenti della famiglia, nonché i cugini, nonché il caro vecchio Archie, nonché i domestici.
Louise nello sceneggiato della BBC
Perché questo è il segreto del successo della saga dei Cazalet: l’arte di raccontare il nulla. O meglio, l’arte di raccontare la quotidianità, l’arte di differenziare i personaggi, di caratterizzarli talmente bene da renderli unici e indimenticabili, da farci affezionare a loro, desiderando di sapere di più. Non vi dirò come finisce “Confusione”, ma posso dirvi che non so se resisterò alla tentazione di comprarmi “Casting off”, il quarto libro della serie, prima che esca la traduzione italiana. So bene che questo tenere in sospeso il lettore è anche la tecnica dei romanzi seriali, la stessa che si applica negli sceneggiati televisivi per solleticare la curiosità. Così come, leggendo, mi rendo conto che la narrazione sfiora spesso il feuilleton, che questa è una lettura che consiglierei soprattutto ad un pubblico femminile, ma, d’altra parte, la scrittura della Howard è magistrale, scorrevole, elegante, pulita, e i suoi dialoghi hanno una spontaneità rara.
Hugh nello sceneggiato
     La guerra resta sullo sfondo, in “Confusione”, così come negli altri due romanzi. E’ la penuria di cibo, sono le tessere di razionamento, le micidiali V1 che i giovani guardano sfrecciare tra la meraviglia e l’orrore, soprattutto è l’assenza ormai prolungata di Rupert, dato per disperso ma che solo Clary vuole ostinatamente credere vivo, che ci ricordano l’interminabile guerra. Eppure è la guerra che giustifica i cambiamenti che avvengono in famiglia e- descritti e anticipati con tocco leggero- nella società intorno a questa. Si parla di Welfare State, si prospetta un futuro in cui le barriere di classe saranno abbattute, in cui non sarà affatto normale farsi servire da una schiera di domestici e sarà sempre più comune che le donne svolgano un lavoro fuori casa. E poi, se non ci fosse la guerra, se le coppie potessero condurre una tranquilla vita insieme, se Louise non si fosse lasciata trascinare dalla mancanza di distrazioni in un matrimonio che si rivela ben presto insoddisfacente, se Zoe non si trovasse in un limbo senza sapere se debba considerarsi una moglie o una vedova, se non ci fossero in giro tanti affascinanti soldati o capitani o giornalisti americani in cerca di compagnia, il tradimento sarebbe altrettanto comprensibile e giustificabile?
i Cazalet
    C’è un momento, infine, in cui la guerra entra con il fragore di una bomba nella tranquilla dimora nel verde dei Cazalet: c’è un personaggio, un giornalista americano, per l’appunto, che loro fanno appena a tempo a conoscere e che è stato in Germania. E’ il 1945, l’esercito americano è entrato nei campi di Bergen-Belsen e di Auschwitz. Nessuno dei Cazalet- e con loro, nessun inglese- sapeva dei campi. Almeno non l’orrore di quello che vi succedeva. Il giornalista non racconta, non dice nulla. Zoe, che ne è diventata l’amante, non si spiega perché lui sia così diverso. Il nome del giornalista è Greenfeldt. E’ ebreo (il giovane Neville, che non ne ha mai conosciuto, chiede, ‘com’è un ebreo?’). Farà recapitare a Zoe una lettera per spiegare il suo gesto.

una giovane Elizabeth Jane Howard


    

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